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Tobii 4C, la recensione

Proviamo a un anno e mezzo dalla sua uscita il Tobii 4C, l'oculometro della società svedese che permette di controllare app e giochi PC con lo sguardo

SPECIALE di Luca Olivato   —   27/06/2018

Il video di Black or White di Michael Jackson è uno dei più costosi della storia: la sequenza finale realizzata da Pacific Data Images (più tardi acquisita da DreamWorks per la realizzazione di Shrek), con il morphing (tra gli altri) di una serie di personaggi famosi, è stata una delle voci che ha fatto impennare i costi di produzione e all'epoca (1991) si trattava di una tecnica visionaria. Da qualche anno a questa parte si possono ottenere effetti simili (se non addirittura migliori) con intuitivi software gratuiti, a riprova di quanto la tecnologia sia diventata sempre più accessibile alle masse. Alla stessa stregua l'oculometria, la scienza che si occupa di misurare la posizione dell'occhio rispetto alla testa, ha fatto importanti progressi e i tracciatori oculari iniziano ad essere utilizzati per scopi un po' meno nobili di quelli per cui sono stati inizialmente sviluppati. Tobii, azienda svedese attiva nel settore dal 2001, ha creato una divisione gaming quattro anni fa e, in collaborazione con il produttore danese SteelSeries ha lanciato il primo oculometro per giocatori, l'EyeTracker X (oggi non più in vendita); il Tobii 4C di cui parliamo in questa pagina ne è la diretta evoluzione. Non si tratta di un device propriamente "nuovo", visto che è stato presentato nel novembre del 2016, ma merita comunque di essere rivalutato sia perché gli stessi sensori hanno trovato sempre più spazio nei notebook d'alta gamma di MSI e Alienware (oltre che nei monitor di Acer), sia soprattutto perché la società svedese è riuscita ad ampliare notevolmente la lista di "tripla A" supportati.

Tobii 4C attivo sul nostro Acer
Tobii 4C attivo sul nostro Acer

Nell'elenco degli oltre cento titoli "Tobii ready" ci sono tutte le punte di diamante di casa Ubisoft (Wildlands, Far Cry 5, For Honor), oltre ad altri blockbuster come Hitman, Deus Ex: Mankind Divided e Rise of The Tomb Raider. La carne al fuoco non manca e il rischio di adottare una tecnologia fine a sé stessa (vedasi 3D Vision di NVIDIA) sembra scongiurato perché da Stoccolma non hanno intenzione di mollare la presa sui publisher più importanti. Abbiamo acquistato il Tobii 4C direttamente dal sito del produttore a 159 euro; come spesso accade per i prodotti tecnologici i cittadini a stelle e strisce se la passano meglio, visto che devono spendere 149 dollari, una cifra, in percentuale, significativamente inferiore. Per la distribuzione Tobii si affida ad Amazon, sicché in pochi giorni sarete sicuri di trovare il prodotto nella cassetta delle lettere (se abbastanza capiente).

La basilare confezione del 4C comprende due strisce biadesive, un manuale di istruzioni cartaceo e una prolunga USB
La basilare confezione del 4C comprende due strisce biadesive, un manuale di istruzioni cartaceo e una prolunga USB

La confezione è basilare: all'interno del bel parallelepipedo nero si trovano un evitabilissimo manuale di istruzioni e due strisce adesive che permettono di attaccare il 4C alla cornice inferiore del monitor; se doveste perderle un banale nastro biadesivo andrà egualmente bene. L'oculometro si interfaccia con Windows attraverso una canonica porta USB 2 da cui prende anche l'alimentazione necessaria per far funzionare i sensori ad infrarossi. L'installazione è molto semplice; il produttore raccomanda di non utilizzare il dispositivo su monitor superiori ai 27" (con rapporto 16:9) o 30" (con rapporto 21:9), ma diversi utenti sostengono di non aver avuto problemi anche con diagonali superiori; nessun problema teorico nemmeno per gli schermi curvi, ma qualche inghippo perché non esiste un adattatore che permetta di collocarlo agevolmente su una cornice concava. Nel nostro caso è stato applicato sull'XB270HA di Acer, un 27" FullHD caratterizzato da un refresh rate di 144Hz e dalla presenza della tecnologia G-Sync di NVIDIA. L'unico appunto riguarda proprio le strisce adesive che di fatto rendono semipermanente l'installazione dell'eye-tracker Tobii 4C; da valutare anche la lunghezza del cavo USB che, essendo di appena 80 cm, potrebbe creare qualche grattacapo (per fortuna c'è una prolunga da un metro). Come detto il sensore si posiziona sopra la cornice inferiore dello schermo (occhio quindi ai monitor "zero frame"); quattro gruppi di luci infrarosse testimoniano che è attivo. Questi led non creano un grosso fastidio a patto di non osservarli direttamente; nelle nostre prove abbiamo notato poi un lieve affaticamento agli occhi dopo sessioni medio lunghe in ambiente non ben illuminati. Ciononostante è superfluo ricordare che non esiste alcun tipo di rischio per la salute.

Installazione e avvio

Windows 10 (sono supportate anche le versioni 7 e 8) non riconosce immediatamente il Tobii 4C, per cui è necessario ricorrere ai driver dal sito del produttore. All'avvio dell'utility di Tobii si effettua una rapida calibrazione della vista, dopodiché parte un semplice simulatore spaziale che però permette di saggiare le grosse potenzialità del 4C, che si rivela utile sin dall'avvio del sistema operativo, perché fa parte di quella lista di dispositivi che permette di attivare Hello: sarà sufficiente sedersi davanti al monitor per evitare di digitare la password di accesso. Allo stesso tempo si può fare in modo che lo schermo vada in stand-by dopo qualche minuto che l'utente non lo fissa, aumentando il risparmio energetico. In effetti si tratta di una funzionalità molto più sentita nel mondo mobile. Il vero banco di prova è naturalmente rappresentato dai videogame, dove l'esperienza varia drasticamente da un gioco all'altro, soprattutto nel modo in cui gli sviluppatori hanno deciso di supportare il device. Abbiamo provato alcuni dei titoli più caldi di questi ultimi mesi, e quelle che seguono sono le nostre impressioni.

3D Vision e Tobii non possono coesitere: i raggi infrarossi dell'uno entrano in conflitto con quelli emessi dall'altro
3D Vision e Tobii non possono coesitere: i raggi infrarossi dell'uno entrano in conflitto con quelli emessi dall'altro

Tom Clancy's The Division

Per le sue caratteristiche The Division si configura come uno dei giochi in cui, apparentemente, non si potrebbe fare a meno di un oculometro. Il pesante rinculo delle armi e la velocità richiesta per passare da una copertura all'altra fanno sì che l'utilizzo del 4C sia molto proficuo, anche se serve un po' di pratica per far lavorare con la giusta amalgama il nuovo sistema di input con l'accoppiata mouse/tastiera (o eventualmente joypad per chi preferisce un approccio più vicino al mondo console). Bisogna dire che Massive lascia al giocatore ampia libertà per determinare quando debba entrare in funzione l'eye-tracking: lo si può attivare sia in fase di movimento (cosa che sconsigliamo), sia limitarlo al combattimento. In questo caso il dispositivo di Tobii ci permette di individuare i ripari senza spostare la visuale con il mouse e, soprattutto, consente di mantenere più a fuoco il nemico su cui si sta sparando. Non si rivela molto rapido in caso di cambio target, ma nel complesso si comporta bene e, in definitiva, fa sentire in positivo la propria presenza.

Final Fantasy XV

Il GdR di Square-Enix, altro grande publisher a sostenere con convinzione il dispositivo di Tobii, presenta uno dei supporti più completi al 4C, poiché oltre al tracciamento pupillare sfrutta anche quello dell'intera testa. Grazie all'head tracking si può ruotare la visuale semplicemente spostando il capo a destra o a sinistra; la vista invece è utilizzata invece per la mira automatica, il lancio degli incantesimi e l'individuazione degli hotspot dove spostarsi col proprio personaggio. Questi ultimi due aspetti non ci hanno convinto del tutto, in particolare nelle furiose sessioni di combattimento può essere difficile mantenere i nervi saldi continuando a guardare il nemico che si intende colpire mentre intorno altri si avvicinano per attaccare.

Tobii 4C, la recensione

Kingdom Come: Deliverance

L'ultimo titolo di Daniel Vavra, Kingdom Come: Deliverance, non si fa mancare il supporto al 4C; fino a qualche tempo fa era possibile comprarli in bundle con un bel risparmio rispetto ai prodotti presi singolarmente, ma sfortunatamente la promozione è terminata. Molto utile l'interfaccia utente dinamica, che fa scomparire la bussola in alto quando non si posa la vista su quella zona dello schermo; meno efficace quel che a Stoccolma definiscono "interact at gaze", ossia la selezione degli oggetti allo sguardo: senza ombra di dubbio l'utilizzo del mouse risulta molto più rapido ed immediato. Non male invece il target at gaze; i ritmi non propriamente frenetici dei combattimenti, uniti alla visuale in prima persona, si prestano bene alla tecnologia di Tobii, ma bisogna fare l'abitudine al fatto di mantenere la vista sull'obbiettivo che si sta attaccando senza cadere nella tentazione di vedere cosa facciano quelli che gli stanno attorno.

Tobii 4C, la recensione

Assassin's Creed: Origins

Torniamo in casa Ubisoft con LA serie per eccellenza: Assassin's Creed: Origins ha riportato ai massimi livelli i seguaci del credo degli assassini, ma solo chi ha attaccato al proprio monitor un 4C può puntare al rango di gran maestro. Il motore grafico AnvilNext, nella sua seconda release, è stato sviluppato tenendo in mente questo device, forte dell'esperienza maturata dalla società francese sia con Rogue (patchato) che con Syndicate, entrambi in grado di sfruttare l'oculometro ma in modo più grezzo. Con Origins abbiamo il supporto all'head tracking (molto utile nelle fasi esplorative). E che dire poi dell'occhio dell'aquila? Il suo concetto con il 4C assume tutta un'altra dimensione: basta guardare i nemici per evidenziarli sulla mappa, proprio come farebbe un vero assassino. Inoltre mantenendo lo sguardo su un nemico la camera effettuerà automaticamente uno zoom in modo da favorire l'uso dell'arco. Per le sessioni di combattimento più concitate Ubisoft ha poi pensato di permettere un lock dell'avversario dopo averlo inquadrato con gli occhi: in questo caso la visuale rimarrà bloccata su quel nemico. Una vera chicca quando si passa accanto ad un paesano: basta fissarlo per fare in modo che Bayek sia a sua volta guardato. Quello che lascia davvero a bocca aperta è il sistema di illuminazione dinamica: puntando lo sguardo verso il sole, o più in generale verso altre forme di illuminazione, la luminosità dello schermo si riduce autonomamente per non affaticare la vista. Infine, quando ci si allontana dal monitor, il gioco passa alla schermata dell'inventario mandando il tasto ESC direttamente nel museo delle antichità. Bisogna ammettere che è proprio un altro modo di giocare!

Tobii 4C, la recensione

Conclusioni

Digital Delivery Sito Ufficiale
Prezzo 159 € / 149 $

Come si capisce in questo crescendo di entusiasmo, l'efficacia dell'oculometro Tobii 4C dipende moltissimo da come viene implementato all'interno di un videogame. Quando gli sviluppatori partono da un foglio bianco e sanno di avere a disposizione un hardware tanto potente possono davvero regalare grosse soddisfazioni ai giocatori; è questo il caso dei titoli più recenti che fanno rivalutare la bontà di questa soluzione che, sino a qualche mese fa, sembrava un vezzo per inguaribili nerd. Intendiamoci: si tratta sicuramente di una tecnologia destinata agli "early adopter", ma il livello di immersione ripaga ampiamente la pazienza necessaria per acquisire dimestichezza col dispositivo, che consigliamo a tutti coloro che vogliono avere un assaggio di "futuro".

PRO

  • Un prodotto avveniristico
  • Se ben implementato regala soddisfazioni...

CONTRO

  • ...ma richiede un minimo sforzo da parte degli sviluppatori