Dopo tanta attesa, Kingdom Come: Deliverance è finalmente giunto tra noi la scorsa settimana. Qui su Multiplayer.it lo abbiamo accolto come meritava, pubblicando in primo luogo la recensione della versione PC, dove abbiamo avuto modo di apprezzarne pregi e difetti. All'articolo di valutazione ha poi fatto seguito uno speciale dedicato all'ambientazione di Kingdom Come: Deliverance, per analizzare la sua collocazione storica che insieme ad alcune scelte di design non ha mancato di sollevare qualche polemica negli ultimi giorni. A proposito del progetto finanziato con oltre un milione di sterline (moltiplicatosi nel corso dei mesi) su Kickstarter c'è quindi ancora tanto da dire, senza dimenticare il mondo delle console. Oltre che su PC, Kingdom Come: Deliverance è infatti arrivato anche su PlayStation 4 e Xbox One, spingendoci dunque a dare un'occhiata a come esso si comporta quando tra le mani abbiamo un controller invece dell'accoppiata mouse e tastiera. Per tornare nuovamente nel Medioevo abbiamo fatto ricorso alla console a marchio Sony: ecco dunque la nostra recensione di Kingdom Come: Deliverance per PlayStation 4.
Vita nel Medioevo
Alla trama di Kingdom Come: Deliverance abbiamo già dedicato tutto lo spazio che essa merita nella recensione della versione PC, raggiungibile al link riportato nell'introduzione. In virtù di ciò, in questo nuovo articolo dedicato alla versione PlayStation 4 del gioco ci limiteremo solo a fare una breve rinfrescata su alcuni elementi, rimandandovi a quanto pubblicato in precedenza per approfondire questo e altri aspetti che non trovano modifiche nel passaggio da PC a console.
L'anno è il 1403 mentre il luogo è il Regno di Boemia, dove ci troviamo a vestire i panni di Henry, figlio di un semplice fabbro che finirà ben presto coinvolto nel bel mezzo della lotta per il trono: Sigismondo d'Ungheria ha infatti invaso le terre passate dal defunto Carlo IV a Venceslao IV, soprannominato Pigro e non proprio visto di buon occhio. Kingdom Come: Deliverance fa del realismo il proprio aspetto principale, a partire dall'ambientazione: nonostante possa a una prima occhiata assomigliare a Skyrim o a The Witcher, la fatica di Warhorse Studios non porta con sé draghi o esseri mutanti, limitandosi a raccontare una storia collocata in un preciso scenario dell'Europa che fu. Per una scelta ben precisa legata allo stesso contesto, il giocatore parte nei panni di un personaggio già completamente definito nell'aspetto fisico, avendo comunque la possibilità di influenzare la sua crescita sotto vari aspetti, destinati a definire il suo modo di approcciarsi alle altre persone e alle immancabili quest. I fattori di cui tenere conto mentre si gioca a Kingdom Come: Deliverance sono davvero tanti, e vanno così a definire una serie di strade alternative che permettono al giocatore di proseguire seguendo percorsi diversi. Non dimenticate mai di rimanere sazi e riposati, per evitare brutte sorprese: dopotutto, realismo vuol dire anche mangiare per sostenere i propri sforzi e restare ben svegli, fattore importante in un'epoca pericolosa come il Medioevo.
La mia spada è il controller
Le meccaniche di gioco di Kingdom Come: Deliverance presentano luci e ombre, con queste ultime legate in prevalenza ai bug attualmente presenti nel codice. Il livello di realismo voluto dagli sviluppatori mette dei paletti ben precisi, che vanno però a pagare la loro ambizione nel momento in cui ci si ritrova ad avere a che fare con alcune dinamiche di gioco. Il meccanismo di scassinamento delle serrature è di sicuro quello più complicato, e a esso così come rilevato nella recensione della versione PC non si sfugge neanche con un DualShock in mano.
Se la vostra intenzione è quella di diventare dei ladri provetti in Kingdom Come: Deliverance, sappiate che dovrete armarvi di santa pazienza, o quantomeno aspettare la patch già promessa da Warhorse Studios per risolvere i problemi che affliggono queste dinamiche. Per fortuna, esistono vie alternative per ottenere quanto necessario per andare avanti: a conti fatti l'arte oratoria è di sicuro quella che al momento garantisce la migliore resa, in quanto purtroppo anche il combattimento presenta diversi limiti. In primis tra questi troviamo una gestione del tasto R2 non proprio ottimale, che porta Henry a sferrare colpi in ritardo, o peggio ancora a non muoversi proprio. Un aspetto da rivedere con una certa urgenza, visto che in fasi dove difesa e attacco si alternano perdere il tempo giusto rischia seriamente di punire il giocatore. Anche perché il livello di sfida presentato dalle fasi di lotta di Kingdom Come: Deliverance è comunque elevato, come realismo vuole: nel caso in cui vi ritroviate di fronte a più nemici senza avere alleati dalla vostra parte, scappate a gambe levate. La fisicità degli scontri è migliorabile, mentre in termini positivi c'è da dire che l'uso del controller e delle sue levette analogiche migliora la gestione delle direzioni di partenza dei fendenti, da molti ritenuta troppo sensibile quando si usa il mouse. Kingdom Come: Deliverance usa infatti un sistema di combattimento simile a quello di For Honor, all'interno del quale bisogna scegliere una posizione di partenza per sferrare il colpo da una direzione ben precisa.
Trofei PlayStation 4
La versione PlayStation 4 di Kingdom Come: Deliverance conta un totale di cinquanta trofei. All'immancabile riconoscimento finale di tipo Platino se ne accompagnano altri due d'Oro, undici d'Argento e trentasei di Bronzo. Nel caso in cui vogliate provare a ottenerli tutti, sappiate che non sarà per niente una passeggiata di salute, e che questo richiederà più di un'incursione nella storia di Henry. Molti Trofei sono legati ad aspetti della personalità del protagonista, come la sua dipendenza dall'alcool o l'eccessiva propensione ad abbuffarsi di cibo, mentre non mancano obiettivi dedicati ai risultati ottenuti in combattimento. Anche conquistare l'amore di alcune fanciulle porterà i suoi bonus, così come viceversa rimanere illibati fino alla fine dell'avventura.
Sete di patch
Se in termini narrativi e di dinamiche di gioco tra PC e console cambia poco, com'è ovvio che sia è dal punto di vista tecnico che si notano le maggiori differenze. Ancora prima che Kingdom Come: Deliverance entri nel vivo, ci si rende conto che le limitazioni dell'hardware della console rispetto a quello di un buon PC hanno un loro peso: l'avvio del gioco richiede infatti più di un minuto. Meglio rassegnarsi sin da subito ai caricamenti, visto che l'indicatore collocato nella parte in basso a destra dello schermo finisce per farci compagnia spesso e volentieri, arrivando a interrompere il gioco anche per diversi secondi. Speriamo seriamente che Warhorse Studios prenda di petto la situazione, snellendo queste fasi di caricamento che allo spezzano troppo il ritmo del gioco. Messe da parte le clessidre, su PlayStation 4 Pro Kingdom Come: Deliverance appare più che degno soprattutto se guardato dalla distanza, con scorci di vita medievale nel villaggio accompagnati da bei paesaggi dipinti da effetti luce ben realizzati. Scendendo nel dettaglio si iniziano tuttavia a notare i primi difetti, capeggiati da una quota di fotogrammi al secondo che da un massimo di trenta finisce per calare anche in fasi non particolarmente concitate. Sin dalle prime scorribande in giro per Skalitz, si notano inoltre problemi di caricamento delle texture che portano a effetti di pop-in, oltre a qualche glitch per fortuna innocuo nel 99,9% dei casi. Per il resto valgono le considerazioni fatte analizzando la versione PC: non trovandoci di fronte a una produzione del calibro di The Witcher 3, non deve apparire poi così strano se alcuni modelli dei personaggi secondari non sono al livello di quelli primari, o se nei dialoghi la sincronia del labiale finisce per seguire delle regole tutte sue. Per quanto riguarda il sonoro, invece, vale quanto detto nella recensione della versione PC.
Conclusioni
Su PlayStation 4 Kingdom Come: Deliverance presenta più o meno gli stessi pregi e difetti della versione PC, risultando rispetto a quest'ultima decisamente più limitato sotto il profilo tecnico. Le incertezze del gioco anche sul modello Pro della console ci portano a pensare che i limiti presenti possano essere superati con un lavoro aggiuntivo di ottimizzazione, fermo restando che l'hardware a disposizione non potrà comunque mai essere paragonato a quello di un PC di ultima generazione, con tutte le valutazioni che ne possono seguire su quale sia la migliore piattaforma su cui giocare un titolo del genere. Il consiglio che vi diamo è quello di aspettare almeno l'arrivo della patch 1.3 per cominciare a giocare su PlayStation 4, in modo da avere a disposizione un titolo rifinito quantomeno nei suoi aspetti principali.
PRO
- Si respira aria di Medioevo
- Grande libertà d'azione
- Per i combattimenti è preferibile il controller
CONTRO
- Necessita di ottimizzazione in vari aspetti
- Troppi caricamenti
- Numero di frame al secondo un po' ballerino