Ben prima che i lavori su Ghostrunner 2 fossero finiti, One More Level aveva già deciso quale sarebbe stato il prossimo gioco da mettere in cantiere. Lo studio polacco è composto da un nutrito numero di appassionati dei giochi di FromSoftware e l'idea di fare qualcosa su quella falsariga aveva messo tutti d'accordo. Non che la cosa debba sorprendere. Il successo di giochi come Dark Souls, Bloodborne e Sekiro ha influenzato tantissimi sviluppatori e ingolosito molti editori, che negli ultimi anni hanno provato a seguirne la scia portando quasi a una saturazione del genere soulslike.
Quello che rende Valor Mortis diverso è soprattutto l'uso della telecamera in prima persona, una prospettiva che One More Level sembra aver padroneggiato coi due Ghostrunner, sfruttandola per esperienze fluide, intense e sfidanti. Dopo aver passato un'ora giocando Valor Mortis alla Gamescom, questo FPS (First Person Soulslike) in uscita l'anno prossimo su PC e console è già salito altissimo nella lista dei titoli che non vediamo l'ora di giocare da cima a fondo.
Liberté, Égalité, Brutalité
Se c'è una cosa che non è mancata al genere dei soulslike è la varietà di ambientazioni: dallo steampunk ispirato alla Belle Époque di Lies of P, passando per le atmosfere mediterranee di Enotria o per la Cina dark fantasy di Wuchang o addirittura le colorate profondità marine di Another Crab's Treasure. Anche Valor Mortis cerca delle ispirazioni differenti, mettendoci nei panni di William, un soldato dell'esercito napoleonico nel XIX Secolo; solo che in questa versione alternativa della Rivoluzione Francese qualcosa dev'essere andato terribilmente storto, perché un'oscura sostanza chiamata Nephtoglobina ha iniziato a risvegliare i morti e trasformarli in ghoul.
Il gioco inizia proprio così, con il protagonista che si rialza in mezzo a montagne di cadaveri, cavalli decapitati e i resti di una devastante battaglia. Evidentemente raccomandato, lui sembra essere l'unico che non solo non si è trasformato in un mostro, ma ha anche guadagnato dei super poteri che gli permettono di vedere gli echi di altre persone poco prima della loro morte e di ascoltare la voce di Napoleone in persona che gli parla. Quello, oppure è solo diventato pazzo. Ad ogni modo, non c'è tempo per farsi domande, perché William viene attaccato quasi subito da un soldato-mutante che, a giudicare dalla divisa, un tempo doveva essere un suo compagno d'armi. È tempo di tirare fuori la sciabola.
Il sistema di combattimento
One More Level non nasconde certo le sue ispirazioni ai giochi FromSoftware. Alla base, Valor Mortis è una commistione di tantissime meccaniche introdotte o definite con Dark Souls, Bloodborne e Sekiro, tanto nell'esplorazione che in combattimento. Al posto dei falò ci sono delle lanterne, dove riposarsi o potenziare le proprie abilità; quando si viene uccisi si perdono le anime raccolte, ma si possono poi recuperare tornando nello stesso punto incolumi.
Si ha la possibilità di attaccare con la spada e caricare un fendente pesante, ci sono colpi che vanno schivati a tutti i costi e, come in Sekiro, c'è un indicatore della postura che può destabilizzare i nemici sotto pressione o può lasciare inerme il giocatore. Nel sistema di parate è stata infilata paro paro la meccanica "rally" di Bloodborne: la salute che si perde quando si para la si può recuperare se si colpiscono i nemici entro pochi secondi. Bloccare con tempismo perfetto permette anche di non subire danno e ridurre la postura dell'avversario, quindi i più smargiassi possono anche provare a finire il gioco focalizzandosi soltanto sulle parry.
FromSoftware non è però l'unica fonte di ispirazione per il sistema di combattimento di Valor Mortis. Se nella mano destra William impugna la spada, la sinistra la usa per sparare con la pistola: i proiettili sono molto limitati ma è utile per rallentare per qualche istante un nemico, colpirne uno più distante o, soprattutto, mirare ai punti deboli degli avversari per causare più danno.
Sempre con la mano mancina, si possono poi usare le Trasmutazioni, abilità speciali che consumano mana e ricordano i Plasmidi di Bioshock: la prima Trasmutazione che si ottiene permette di lanciare un getto infuocato dalla mano, decisamente utile per attaccare più nemici contemporaneamente. È un sistema di combattimento versatile, che se da un lato incoraggia uno stile di gioco aggressivo, dall'altro richiede di stare sempre all'erta, gestire le distanze con attenzione e controllare bene gli spazi. E questo proprio per via della telecamera in prima persona.
Soulslike con una nuova prospettiva
Se anche una serie storica come Resident Evil ha deciso di introdurre la visuale in prima persona, il motivo è chiaro. A prescindere dalle preferenze che uno può avere, è innegabile che giocare con una visuale in soggettiva sia subito più coinvolgente. Il motivo più scontato è che si vive l'avventura attraverso lo stesso punto di vista del protagonista: non è più William, soldato della Grande Armata di Bonaparte, ma sei tu che, sciabola e pistola alla mano, fai saltare teste a fucilieri zombi e cerchi di sopravvivere all'agguato di volteggiatori abominevoli.
Un altro motivo è il fatto di avere un campo visivo molto più ristretto e focalizzato unicamente su quello che hai davanti, spingendoti a fare molta più attenzione a quello che vedi ma anche a quello che non vedi. Un soldato morto potrebbe decidere di alzarsi alle tue spalle, altri potrebbero sbucare dal boschetto al tuo fianco, e così ti giri, procedi con cautela, e soprattutto tendi le orecchie per fare attenzione a qualsiasi rumore alle tue spalle. Ringhi e gemiti sulla distanza, lo schiocco di un ramo o lo scalpiccio di foglie nella foresta, sono tutti indizi che possono suggerire la posizione di un nemico vicino.
L'esplorazione si fa così più intima, ma anche il combattimento diventa più viscerale: agganciare la telecamera su un nemico aiuta a concentrarsi su di lui e girargli attorno, ma basta distrarsi un attimo e ci si ritrova circondati. La battaglia col boss alla fine della demo è stata un perfetto esempio. Gli si gira attorno per cercare di sparare ai suoi punti deboli, si cerca di gestire le distanze per evitare i suoi assalti frontali e le spazzate ad area, e mentre lo si tiene a bada con parate, schivate e parry bisogna anche badare ai suoi scagnozzi che ogni tanto vengono evocati.
Il ritmo dell'azione è senza dubbio più lento rispetto a quello di Ghostrunner, ma il tocco dello stesso sviluppatore si vede: che si affronti un nemico apparentemente insignificante, un branco di ghoul inferociti o un gigantesco boss mutante, ogni singolo scontro diventa una danza sul filo del rasoio, la tensione si mantiene sempre alta, come pure la soddisfazione quando si sopravvive a un avversario tostissimo. È puro soulslike, ma con una prospettiva diversa.
Valor Mortis riesce a mantenere una personalità distintiva e fresca nonostante attinga chiaramente (e dichiaratamente) ai soulslike più famosi e influenti. Il sistema di combattimento funziona alla grande, l'ambientazione è terrificante e ricca di fascino, ma la demo provata alla Gamescom non ha mostrato nulla di quello che sarà la mappa di gioco, e non è chiaro quanto sarà vario e articolato lo scenario. Nonostante manchi ancora un anno all'uscita del gioco, tuttavia, il gioco di One More Level si è presentato già parecchio maturo, lasciando ben sperare per quello che è un gioco che merita attenzione sia dai veterani del genere, sia (e forse soprattutto) da chi cominciava a stancarsi dell'ennesimo soulslike.
CERTEZZE
- La visuale in prima persona rende tutto più intenso e viscerale
- Combattimenti violenti e coinvolgenti
- L'ambientazione è intrigante, i nemici fanno spavento
DUBBI
- Il level design è tutto ancora da valutare
- Non è chiaro quanto sarà ricco in termini di contenuti