Alistair Hope di The Creative Assembly ha svelato a OXM il processo lungo e difficoltoso che ha portato il team fino al punto in cui si trova adesso con Alien: Isolation, ovvero con lo sviluppo ben avviato e un prodotto dall'ottimo potenziale per le mani.
Non è stato tutto rose e fiori, a quanto pare: "Avevo quest'idea di cosa dovevamo cercare di raggiungere - far tornare Alien alla sua atmosfera originale, riportarlo alle origini, tirarne fuori tutte le cose buone, ma sembrava anche che ci fossimo infilati in un percorso veramente troppo difficile", ha ammesso Hope nell'intervista. "Ci sono stati dei momenti in cui abbiamo pensato che fosse tutto veramente impossibile, e ci domandavamo perché lo stavamo facendo", ha riferito Hope, "ma ero convinto che fossimo sulla strada giusta e che l'avremmo visto una volta che tutto fosse stato rimesso insieme".
Si è trattato effettivamente di un progetto piuttosto atipico rispetto al know-how di The Creative Assembly, certamente più portato agli strategici che ai survival horror in prima persona. A questo va inoltre aggiunta la scarsa dimestichezza con le console e la difficoltà di maneggiare un brand così importante ma anche molto rischioso da trattare. "Allora siamo arrivati a un giorno in cui ci siamo detti di mettere tutto insieme e provarlo. Dunque abbiamo inserito le luci, modellato l'ambientazione, gli effetti in modo da creare l'atmosfera" per costruirne il prototipo, ha raccontato Hope. "Ci abbiamo giocato di nuovo il giorno dopo, con tutti i responsabili nella stanza. E mentre ci stavamo giocando, l'alieno a un certo punto ha preso il giocatore e tutti quelli nella stanza sono sobbalzati. Ed è stato quello il momento in cui ci siamo resi conto che ci eravamo arrivati, avevamo raggiunto l'obiettivo".
Fonte: TotalXbox