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Acquisizione Activision Blizzard: non sarebbe il caso che l'opposizione diventasse meno sguaiata?

Cerchiamo di capire perché fare un certo tipo di opposizione all'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Sony si sta rivelando controproducente.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   07/10/2022

Ieri l'organo antitrust brasiliano si è espresso favorevolmente riguardo all'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft per circa 70 miliardi di dollari. Il suo è un parere non vincolante (gli unici vincolanti sono quelli di USA, Regno Unito e Unione Europea), ma ha comunque un suo peso, perché naturalmente gli altri organi che esercitano le stesse funzioni sono interessati a conoscere il punto di vista dei loro colleghi. Non che debbano necessariamente esprimersi allo stesso modo, ma sicuramente possono tenere in considerazione i vari avalli (o bocciature) internazionali, prima di esprimere il loro o di fare richieste.

Procedimenti del genere hanno delle ritualità che vengono sempre rispettate, prima fra tutte l'audizione dei concorrenti che in qualche modo sono coinvolti nel giro d'affari influenzato dal potenziale raggiungimento dell'accordo. Ad esempio oggi è giunta notizia che l'antitrust europeo ha chiesto di ascoltare il parere di alcuni sviluppatori prima di decidere. Giusto così: prima di decidere è corretto e sacrosanto ascoltare più voci possibili.

Chi dà per scontate certe acquisizioni sbaglia, perché si tratta di procedimenti lunghi e complessi. Se così non fosse Microsoft non sarebbe stata costretta a produrre migliaia di pagine di documenti per ogni ente, fornendo risposte e materiali integrativi lì dove richiesto. Non avrebbe nemmeno istituito un team dedicato all'occorrenza, pagando milioni di dollari di avvocati e specialisti, ma gli sarebbe bastato assoldare alcuni commentatori da social e avrebbero avuto la situazione in pugno. Stiamo effettivamente parlando di qualcosa di estremamente complesso, che non può essere ridotto a un mero "sanno quello che fanno" (certo che lo sanno, ma non significa niente) e il cui risultato non può essere dato per scontato, perché scontato non è.

Jim Ryan ha il diritto di provare a tutelare gli interessi di Sony in ogni possibile modo
Jim Ryan ha il diritto di provare a tutelare gli interessi di Sony in ogni possibile modo

Giusto anche che chi si sente minacciato dall'acquisizione sollevi tutti i dubbi del caso perché è nel suo diritto e nel suo interesse. In fondo, se c'è bisogno dell'approvazione degli organi antitrust, è proprio per tutelare tutti i concorrenti, intesi nell'accezione più ampia di mercato di riferimento delle compagnie coinvolte. Un monopolio sarebbe deleterio per tutti, anche per gli stessi consumatori.

Detto questo, vedere il presidente di una compagnia prestigiosa e potente come Sony fare opposizione sguaiata non è un bello spettacolo. Prima ci sono state le uscite contro Microsoft, lanciate nella mischia a mezzo stampa, quindi i vari viaggi presso i vari organi antitrust, casualmente resi noti a tutti, pareri espressi compresi. Non che Jim Ryan (di lui stiamo parlando, ovviamente) debba essere compiacente. Anzi, come già detto è in suo pieno diritto provare a fare di tutto (entro i limiti di legge, ovviamente) per far saltare l'acquisizione. Potrebbe però adottare una strategia che non avveleni ancora di più l'ambiente, creando delle contrapposizioni pubbliche, quindi finendo per coinvolgere i videogiocatori stessi in quello che è soltanto un contrasto tra multinazionali miliardarie che hanno come obiettivo i ricavi e la felicità degli azionisti, non certo quella del pubblico. Inoltre in questo modo sta dando un'idea un po' alterata dei rapporti di forza del mercato videoludico.

PlayStation è la prima piattaforma del mercato console tradizionale, è giusto ribadirlo, ed è davanti a Microsoft e Nintendo di diverse lunghezze (leggasi miliardi di dollari) in fatto di ricavi annui. Attualmente PS5 è la console di nuova generazione più venduta e desiderata, capace di andare esaurita ogni volta che appare in qualche negozio. Il marchio è forte, la base dei fan è fedele e appassionata, gli investimenti della compagnia si stanno moltiplicando in diverse direzioni e, successo dopo successo (pensate allo sbarco su PC) il futuro appare sempre più roseo, quindi perché arrivare a paventare con tale forza il pericolo di un monopolio post acquisizione al punto da aver indispettito l'antitrust brasiliana? Che sia andata così lo si capisce dalle motivazioni dell'approvazione stessa, che non citano mai Sony, ma fanno evidentemente riferimento diretto a essa: "l'obiettivo principale dell'attività del CADE è la difesa della concorrenza come mezzo per promuovere il benessere dei consumatori brasiliani, e non la difesa di interessi particolari di concorrenti specifici."

Paradossalmente, così facendo, si rischia di ottenere l'effetto contrario a quello desiderato. La prima della classe che urla al monopolio contro la terza...

Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.