Lo scontro tra Apple e l'Unione Europea si è riacceso dopo la pubblicazione di una lettera inviata dalla società di Cupertino alla Commissione europea, in cui accusa Bruxelles di compromettere la sicurezza dei propri dispositivi. Al centro della disputa ci sono le norme del Digital Markets Act (DMA), la legge europea pensata per limitare il potere dei giganti del digitale e aprire il mercato a una maggiore concorrenza.
Secondo Apple, però, le nuove regole imposte dall'UE obbligano l'azienda a modificare in profondità il funzionamento dell'App Store, permettendo l'accesso di sviluppatori esterni e l'uso di piattaforme di pagamento alternative. Una scelta che, a detta del colosso statunitense, metterebbe in pericolo la privacy e la sicurezza degli utenti.
La lettera di Apple all'UE
La lettera, ottenuta da CBS News, è firmata da Kyle Andeer, vicepresidente di Apple per le questioni regolatorie, e indirizzata alla Commissione europea. Nel testo, l'azienda sostiene che "i rischi per gli utenti dei nostri dispositivi aumenteranno inevitabilmente" a causa delle modifiche imposte dal Digital Markets Act. Apple accusa inoltre l'UE di perseguire un'"agenda di enforcement" mirata a "indebolire la sicurezza e la privacy di iOS e iPadOS".
Non è la prima volta che un colosso tecnologico americano critica la rigidità delle leggi digitali europee e in agosto il presidente degli USA, Donald Trump, era arrivato a minacciare dazi contro i Paesi che adottassero regole considerate discriminatorie verso le aziende statunitensi. Negli ultimi anni, Bruxelles ha approvato due provvedimenti chiave per la regolamentazione del web. Il Digital Services Act (DSA) impone obblighi di trasparenza e controlli sui contenuti illegali o dannosi, mentre il Digital Markets Act mira a impedire che le grandi piattaforme online abusino della loro posizione dominante. Le sanzioni per chi non rispetta tali leggi possono arrivare fino al 10% del fatturato globale annuo.
Ad aprile, Apple è stata multata per 500 milioni di euro proprio per violazioni legate al DMA: la Commissione ha accusato l'azienda di ostacolare gli sviluppatori che tentano di indirizzare gli utenti verso metodi di pagamento esterni all'App Store. Cupertino ha impugnato la decisione, ma da allora ha intensificato le critiche verso le regole europee, sostenendo che esse abbiano favorito l'aumento di truffe online, contenuti inappropriati e violazioni della privacy.
Nel documento più recente, Apple risponde anche a un'ulteriore richiesta dell'UE, inviata a ottobre, in cui la Commissione chiedeva chiarimenti sulle misure adottate per garantire la sicurezza dei minori, come previsto dal Digital Services Act. L'azienda replica che le stesse normative europee la costringono a permettere agli sviluppatori di inserire link diretti verso siti o app esterne "senza reali strumenti di controllo". Questa apertura, afferma Apple, "espone gli utenti a frodi e truffe su piattaforme di terzi che non possiamo monitorare o gestire, anche quando le app vengono distribuite tramite l'App Store".
Cupertino sostiene di aver più volte avvertito la Commissione dei rischi di un'applicazione troppo rigida del DMA, definendo l'approccio europeo "avventato e pericoloso". Secondo l'azienda, la priorità dell'UE nel garantire la concorrenza starebbe sacrificando la protezione dei consumatori, minando uno degli aspetti su cui Apple fonda la propria reputazione: la sicurezza del suo ecosistema chiuso.
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