Circa due anni fa, è stata introdotta una nuova fascia di abbonamento su Disney+, quella con pubblicità. Sostanzialmente è possibile fruire di tutti i contenuti a un prezzo più economico, guardando degli spot di compagnie internazionali quali Dentsu, Havas, Horizon, IPG, Omnicom Group, Publicis, RPA, Stagwell e WPP, che di loro rappresentano oltre una dozzina di categorie, tra cui retail, abbigliamento, automobili, servizi finanziari, ristoranti, tecnologia, telecomunicazioni, CPG e viaggi.
Naturalmente ci sono anche degli svantaggi, essendo il livello più economico. Quindi non è possibile accedere ad alcune funzionalità, come quella di download, lo SharePlay, Dolby Atmos e ad alcune playlist curate da Disney+. Recentemente però, la fascia più economica è stata oggetto di offerte e promozioni varie, mentre le altre hanno subito degli aumenti di prezzo. Disney ha svelato per sbaglio il perché.
Una parola di troppo
Durante un recente rapporto finanziario, il CEO di Disney, Bob Iger, ha svelato agli azionisti che la fascia con pubblicità comprende il 37% degli abbonati a Disney+ in USA, e il 30% a livello globale, dando conto delle mosse della compagnia.
Più precisamente, Iger ha detto: "Non si tratta solo di aumentare i prezzi. Si tratta di spostare i consumatori verso il lato della piattaforma di streaming supportato dagli inserzionisti. Al momento, negli Stati Uniti, circa il 60% di tutti i nuovi abbonati acquista i nostri servizi di streaming con pubblicità, detti anche AVOD. In questo momento, penso che il 37% degli abbonati totali negli Stati Uniti siano AVOD - 37% negli Stati Uniti e 30% a livello globale. Quindi, il prezzo che abbiamo recentemente stabilito, che è un aumento, è stato effettivamente progettato per spostare più persone verso l'AVOD, perché sappiamo che l'ARPU [ricavo medio per utente] e l'interesse degli inserzionisti nello streaming sono cresciuti."
Quindi Disney non ha aumentato i prezzi di Disney+ per coprire i costi crescenti, ma per spingere più persone a scegliere l'abbonamento con pubblicità per far felici gli inserzionisti. In effetti si tratta di un'informazione interessante, che probabilmente non mancherà di generare polemiche e dibattiti. Lo è al punto che Iger, tornato in sé, si è reso conto che non avrebbe dovuto svelare certi dati, tanto da affermare: "Non so se dovevo rivelare i numeri degli AVOD."
Troppo tardi. Immaginiamo che gli abbonati delle altre fasce che hanno subito i recenti aumenti di prezzo non saranno per niente felici di apprendere questa notizia. Comunque sia, le parole di Iger svelano come mai Disney sta concentrando le sue offerte proprio sulla fascia di abbonamento con pubblicità, comprese quelle dell'imminente Black Friday.