Il Wall Street Journal riporta una notizia sensazionale che riguarda Electronic Arts, compagnia che starebbe valutando la possibilità di diventare un'azienda privata attraverso un enorme buyout da 50 miliardi di dollari.
Si tratterebbe, in effetti, del più grande "leveraged buyout" nella storia, ovvero un buyout guidato da fondi esterni, che in questo caso verrebbero in gran parte dal fondo Silver Lake e del fondo d'investimento pubblico dell'Arabia Saudita, ormai una presenza alquanto comune nell'industria videoludica data la costante espansione effettuata in questi anni, come abbiamo visto con Ubisoft, Nintendo e altre compagnie.
La questione va ancora considerata una voce di corridoio, ma la fonte è indubbiamente attendibile su queste questioni, ma resta da capire se la possibilità di un buyout di tali dimensioni sia effettivamente fattibile.
Una manovra da record per riconquistare la libertà
La procedura di buyout consentirebbe a EA di ri-acquisire le azioni poste sul mercato in modo da riprendere totalmente il controllo dell'azienda, che a quel punto cambierebbe il proprio modello di proprietà e controllo, diventando un'azienda privata.
In questo caso, l'azione sarebbe guidata da fondi provenienti da entità terze, che dunque presterebbero il denaro per effettuare il leveraged buyout, con l'incognita di capire quanto controllo manterrebbero sulla compagnia fino alla conclusione definitiva dell'operazione.
Al momento, Electronic Arts ha un valore di mercato di 43 miliardi di dollari ma, all'interno delle discussioni sul prezzo a cui sarebbe possibile effettuare la manovra, si parla di una valutazione di circa 50 miliardi di dollari.
Si tratterebbe di un'operazione senza precedenti, considerando che qualcosa di simile si era visto solo nel 2007 con il buyout della compagnia texana TXU per 32 miliardi da parte di un fondo privato.
Non è chiaro ancora cosa spingerebbe EA a effettuare un'operazione del genere, anche se generalmente viene effettuata per slegarsi dagli azionisti e riacquisire la libertà di agire in maniera più indipendente, cosa che in un mercato sempre più complicato come quello videoludico potrebbe risultare fondamentale.