Da un po' di tempo a questa parte pare che le grandi compagnie videoludiche abbiano una sola parola d'ordine: usare l'intelligenza artificiale. Non tutti però pensano che sia poi così utile e che sia già in grado di ottenere risultati particolarmente interessanti.
Una delle persone che lo pensa è Dan Houser (ex Rockstar Games ed ex sceneggiatore di GTA), che è stato intervistato da Sunday Brunch e ha discusso del proprio romanzo, A Better Paradise: Volume One - An Aftermath che sarà legato al primo videogioco della sua compagnia, e della tecnologia IA usata in ambito videoludico.
Le parole di Houser sulla IA
Houser ha prima di tutto ammesso che il suo prossimo videogioco potrebbe includere qualche elemento realizzato con l'IA, ma ha anche messo in guardia tutti sul fatto che la tecnologia alla base delle IA generative non è ancora in grado di fare tutto che viene promesso.
Successivamente, ad Houser è stato chiesto qual è il suo pensiero riguardo al futuro del gaming ora che l'IA è una parte del processo di sviluppo. Dal suo punto di vista, le cose potrebbero evolversi "in modo molto interessante" oppure spingere le persone a focalizzarsi ancora di più sulla produzione di denaro facile. Spiega che come in ogni forma d'arte commerciale c'è sempre il rischio di "venire distratti dai soldi".
Quando poi gli è stato domandato se a vincere sarà la spinta verso il denaro o la spinta verso la creatività, Houser ha affermato che entrambi questi desideri saranno soddisfatti: "ho già visto degli spazi nell'industria videoludica nei quali entrambi i lati vincono". Certamente molti videogiochi considerati da moltissimi come opere d'arte sono anche grandi successi commerciali, quindi Houser non ha torto. Quali sono secondo voi le opere che riescono a essere creative e innovative e che hanno anche venduto molte copie?
Segnaliamo infine che Houser ha anche raccontato che GTA 3 fu un enorme successo, ma all'inizio non interessava a nessuno e Rockstar stava finendo i soldi.