Il team di Overwatch 2 di Blizzard si è sindacalizzato. Il nuovo sindacato, chiamato Overwatch Gamemakers Guild, comprende quasi 200 sviluppatori, tra cui artisti, tester QA, sceneggiatori e programmatori. Si tratta del secondo sindacato formatosi all'interno dell'azienda dallo scorso luglio, arrivato dopo il team di World of Warcraft. La Communications Workers of America (CWA) ha annunciato la nascita del sindacato in un comunicato stampa condiviso con la testata Kotaku, dove viene detto che la "maggioranza assoluta dei lavoratori" ha sostenuto l'iniziativa.
La maggioranza assoluta
"Gli sviluppatori dietro la famosa saga Overwatch di Activision Blizzard si sono uniti alla Communications Workers of America (CWA), diventando l'ultimo gruppo di lavoratori dell'industria videoludica appartenenti a studi di proprietà di Microsoft a costituire un sindacato generale", ha scritto la CWA. "Un arbitro neutrale ha confermato oggi che una schiacciante maggioranza dei lavoratori ha firmato una scheda di autorizzazione sindacale o ha espresso la volontà di essere rappresentata tramite un portale online."
Attualmente il numero di lavoratori sindacalizzati dentro Microsoft ha superato quota 2.000. Vedremo come andranno le contrattazioni della compagnia con la Overwatch Gamemakers Guild, dopo le passate accuse di averle deliberatamente rallentate.
Secondo Simon Hedrick, test analyst presso Blizzard, i licenziamenti avvenuti all'inizio del 2024 sono stati il fattore principale che ha spinto il team a sindacalizzarsi. Hedrick ha detto a Kotaku: "Fino a quel momento ero davvero felice di ciò che facevo". Hedrick si riferisce ovviamente ai licenziamenti di massa operati da Microsoft lo scorso gennaio, in cui il colosso tecnologico ha tagliato oltre 1.900 posti nella sua divisione videogiochi, incluso il presidente di Blizzard, Mike Ybarra. "Le persone sparivano da un giorno all'altro e noi non potevamo farci nulla".
Altri motivi che hanno spinto il team di Overwatch 2 a sindacalizzarsi sono le disparità salariali, le restrizioni sul lavoro da remoto e il desiderio di ottenere tutele specifiche, come la protezione dal crunch e le buone uscite garantite.
Anche Sadie Boyd, UI Artist di Blizzard, ha commentato la decisione di sindacalizzarsi, dichiarando a Kotaku: "Non siamo solo un numero in un foglio Excel. Vogliamo creare giochi, ma non possiamo farlo senza un minimo di sicurezza."