Nel numero 402 della rivista Edge è stata pubblicata una lunga intervista con alcuni esponenti di MachineGames, il team di sviluppo che si sta occupando di ultimare Indiana Jones e L'antico Cerchio. In particolare il director Jerk Gustafsson, ha avuto modo di spiegare la filosofia dietro alle principali scelte di design, prima fra tutte la prospettiva in prima persona, che mira a far sentire il giocatore Indiana Jones, invece di farlo semplicemente giocare con il personaggio.
Design mirato
Gustafsson ha spiegato che MachineGames era consapevole che molti si aspettavano la terza persona per un gioco di Indiana Jones, ma ha deciso di adottare la prima persona per seguire la visione generale del gioco: "Almeno per me, è importante che non vi limitiate a giocare con Indiana Jones, ma che vi sentiate Indiana Jones." La differenza è davvero netta, come ha continuato a spiegare: "Dovete mettere i piedi nelle scarpe del personaggio e vedere il mondo dai suoi occhi. Credo che sia la cosa più importante e il perché abbiamo scelto questo punto di vista."
La spiegazione arriva dopo che nell'intervista sono state illustrate molte delle altre scelte fatte in seguendo lo stesso principio e legandole proprio alla volontà di rappresentare al meglio il personaggio, che da quello che si può leggere è stato studiato in ogni dettaglio. Quindi non ci troviamo di fronte a un super eroe immortale, ma a un professore universitario con il pallino per l'archeologia che si trova a vivere situazioni pericolosissime e che preferisce usare il cervello invece che sparare. Ad esempio, il team di sviluppo ha raccontato che nel gioco ci sono moltissime pistole, ma visto che fanno molto rumore attirando i nemici, tanti giocatori preferiranno non usarle, puntando invece sull'ingegno per superare i diversi ostacoli.
Per il resto vi ricordiamo che Indiana Jones e l'antico Cerchio uscirà su PC e Xbox Series X e S il 9 dicembre 2024, mentre potremo giocarci su PlayStation 5 nella primavera del 2025.