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Microsoft e Activision: acquisizione approvata dalla Turchia in maniera incondizionata

L'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è stata approvata anche dalla Turchia in maniera incondizionata, in queste ore.

Microsoft e Activision: acquisizione approvata dalla Turchia in maniera incondizionata
NOTIZIA di Giorgio Melani   —   13/07/2023

Mentre continua la guerra tra Microsoft e FTC da una parte e Microsoft e CMA dall'altra, un altro paese intanto ha approvato l'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft senza condizioni, e si tratta della Turchia.

"Oggi, la Turchia ha approvato in maniera incondizionata la nostra fusione con Microsoft", si legge nel messaggio della vulcanica Lulu Cheng Meservey, CCO e EVP Corporate Affairs di Activision Blizzard, diventata ben nota anche al pubblico per la sua frequente attività su Twitter in questi mesi. "Adesso, ancora un altro paese ha raggiunto una decisione ponderata che protegge i consumatori e la competizione, invece che il dominio inamovibile di un leader di mercato".

Anche questo tweet da parte della Meservey è piuttosto polemico, ma il contenuto è interessante, perché aggiunge ancora un altro paese all'elenco di quelli che hanno approvato l'acquisizione. Tra questi spicca soprattutto l'Unione Europea, ma sono tanti i paesi che hanno dato il via libera all'operazione.

Acquisizione di Activision approvata in molti paesi, ma non tutti

Finora, abbiamo visto anche Sud Africa, Corea del Sud, Cina, Ucraina, Giappone, Cile, Brasile, Arabia Saudita e Serbia approvare l'acquisizione in maniera incondizionata, mentre gli ostacoli rimangono negli USA e nel Regno Unito.

Con la vittoria di Microsoft contro l'FTC, nel processo concluso proprio questa settimana, potrebbe essere stato fatto un passo decisivo, tanto che le parti potrebbero stare per annunciare l'acquisizione, visto che il titolo di Activision Blizzard pare venga rimosso all'inizio della settimana prossima dall'indice Nasdaq.

Tuttavia, l'antitrust americana è ricorsa in appello contro la decisione della giudice Corley, mentre la questione della CMA resta aperta, vista anche l'interpretazione sbagliata data ad alcune comunicazioni emerse di recente sull'antitrust britannica. Attendiamo dunque ulteriori sviluppi.