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Naughty Dog, sviluppatore racconta come è stato cacciato dopo diciotto anni nella compagnia

Uno sviluppatore veterano di Naughty Dog ha raccontato come è stato cacciato malamente dopo diciotto anni di lavoro nella compagnia.

Naughty Dog, sviluppatore racconta come è stato cacciato dopo diciotto anni nella compagnia
NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   01/03/2024

Santiago Gutierrez ha lavorato come grafico dentro Naughty Dog per diciotto anni, prima di essere licenziato senza alcun preavviso nella recente ristrutturazione della compagnia voluta da Sony. Dopo due giorni di elaborazione di quanto successo, ha raccontato su LinkedIn come ha vissuto la cosa e, soprattutto, come è stato trattato malamente, nonostante i molti sacrifici fatti.

"Dopo due giorni ho trovato la forza di scrivere qualche parola. Fidatevi di me, ho provato almeno cento volte... non è facile, quando guardi i tuoi figli e pensi: ho sbagliato qualcosa?" Così ha esordito Gutierrez, che poi ha raccontato di aver iniziato la sua avventura in Naughty Dog circa diciotto anni fa, cui aveva praticamente dedicato la sua vita, tra colleghi, amici, chiacchierate e lunghissime ore di lavoro "per alzare l'asticella con ogni gioco che facevamo, superando innumerevoli difficoltà e contando i trionfi". Tutto questo è andato in pezzi dalla mattina alla sera: "lasciando un vuoto che nessuna email di addio può riempire... sì, il mio cuore è in frantumi."

Una storia drammatica

I giochi li fanno delle persone
I giochi li fanno delle persone

Il racconto di Gutierrez prosegue descrivendo i suoi sentimenti ora che Naughty Dog non è più il suo posto di lavoro: "La tristezza degli ultimi due giorni dal mio licenziamento non è la perdita del lavoro, ma più quella di uno scopo, una comunità, una squadra che amavo dal profondo del mio cuore."

La storia qui si fa ancora più amara, perché Gutierrez racconta che non gli è stato permesso nemmeno di salutare di persona: "dopo 18 anni, che male avrei potuto fare?"

Il post originale
Il post originale

Insomma, non solo è stato licenziato, ma gli sono state completamente chiuse le porte della compagnia, un trattamento abbastanza normale in casi del genere, ma che dovrebbe far riflettere su cosa sia davvero un dipendente per una multinazionale (una mera risorsa da sfruttare finché considerata utile, ma sacrificabile in ogni momento).

Ora Gutierrez, come tanti suoi colleghi, è in cerca di un nuovo lavoro, in un mercato sempre più affollato di talenti che non trovano dove collocarsi.