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SEGA avrebbe usato la polizia per recuperare devkit Nintendo smaltiti per errore

Stando a quanto riportato da un venditore, SEGA avrebbe usato la polizia per recuperare una serie di kit di sviluppo Nintendo che aveva smaltito per errore.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   08/09/2025
Il logo SEGA

SEGA avrebbe usato la polizia per recuperare devkit Nintendo smaltiti per errore: lo sostiene il venditore che si era aggiudicato un lotto di prodotti, partecipando a un'asta indetta dal Video Game Preservation Museum e ritrovandosi poi arrestato e accusato di ricettazione.

La vicenda risale allo scorso luglio: la persona in questione, che conduce da anni un'attività di rivendita online di materiale elettronico proveniente da sgomberi, ha acquistato per circa 10.000 sterline un lotto di oggetti provenienti dal trasloco della sede SEGA di Brentford, comprendente non solo mobili ma anche numerosi kit di sviluppo Nintendo e cartucce di prova.

Il venditore sostiene di aver agito in buona fede, come in molte altre operazioni simili condotte in passato, e di aver verificato la legittimità della rivendita. Nonostante ciò, il 14 luglio la sua abitazione è stata perquisita: dieci agenti lo hanno arrestato con l'accusa di riciclaggio e hanno sequestrato console e cartucce. Durante l'interrogatorio, l'uomo ha ribadito di aver acquistato il materiale regolarmente.

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La vicenda si è fatta ancora più intricata quando è emerso che, già un mese prima del blitz, un investigatore privato legato a SEGA si era finto acquirente per ottenere informazioni. Il mandato di perquisizione, inoltre, presentava diverse anomalie: privo di numero di caso, incompleto e addirittura con il nome di SEGA e di un'agenzia privata indicati tra i soggetti autorizzati a eseguire il sequestro.

Il tentativo disperato di rimediare a un errore clamoroso?

Alcuni mesi fa SEGA ha svelato per errore le vendite di Like a Dragon, Sonic Frontiers, Persona 3 Reload e molti altri giochi, ma quanto riportato dalla fonte disegna il quadro di una faccenda decisamente più grave, una svista a cui l'azienda sembrerebbe aver provato a rimediare in maniera... poco convenzionale.

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Il sospetto del venditore, infatti, è che SEGA, dopo aver smaltito per errore materiale sensibile, abbia sfruttato l'intervento delle autorità per recuperarlo in maniera forzata, cercando al contempo di evitare uno scandalo mediatico.

A supporto di tale convinzione c'è il fatto che la polizia ha lasciato sul posto cavi e accessori, portando via soltanto i kit di sviluppo, e che a distanza di mesi né SEGA né le forze dell'ordine abbiano fornito spiegazioni concrete.