Chris Roberts ha paragonato Star Citizen al programma Apollo, scatenando però l'ironia della rete. Alcuni hanno fatto subito notare che c'è voluto meno per arrivare sulla Luna che per sviluppare il suo gioco. Non è proprio vero, ma la battuta funziona.
L'ardito paragone di Roberts è arrivato nell'ultima Letter from the Chairman in cui ha provato a far capire la vera portata del progetto, superiore a qualsiasi cosa mai fatta nel mondo dei videogiochi, probabilmente per giustificare l'ennesimo ritardo di Squadron 42 e di alcune funzioni promesse:
"Abbiamo scelto di realizzare un gioco della complessità e con le ambizioni di Star Citizen non perché fosse semplice, ma perché sapevamo che era difficile. Stiamo realizzando un gioco che io come voi abbiamo sognato da quando abbiamo iniziato con i videogiochi, un titolo che non avrei mai immaginato fosse possibile per problemi economici e tecnici."
Le parole di Roberts riprendono quelle del discorso "Moonshot" di John F. Kennedy, che sostanzialmente ricalca per tutta la missiva (e che si perdono un bel po' nella traduzione).
Roberts ha poi ribadito che Star Citizen consente di fare tutto e di andare dove si vuole, condividendo l'esperienza con gli amici, quindi ha citato direttamente il discorso di Kennedy: "Come l'uomo nel discorso Moonshot di Kennedy, abbiamo già fatto molto nella nostra corsa allo spazio." Roberts ha poi descritto per l'ennesima volta tutte le caratteristiche fondamentali di Star Citizen, ricordando anche i 640 sviluppatori che stanno lavorando al gioco, divisi in cinque studi.
La portata di Star Citizen è effettivamente grandissima. Certo, a questo punto anche i ritardi sono smisurati e giusto la pazienza e la fiducia dei giocatori PC in Roberts e i suoi hanno permesso al progetto di non morire.