La pressione su Apple torna a crescere sul fronte europeo. Un gruppo composto da sviluppatori di applicazioni e organizzazioni a tutela dei consumatori ha chiesto formalmente alle autorità dell'Unione Europea di intervenire per garantire il rispetto delle norme previste dal Digital Markets Act. Al centro della contestazione c'è il sistema di commissioni applicato dall'azienda, ritenuto non conforme allo spirito e alla lettera della legge.
L'iniziativa arriva dopo una recente decisione di un tribunale statunitense che limita la possibilità per Apple di imporre commissioni sui pagamenti esterni al proprio ecosistema. Secondo i firmatari dell'appello, questa situazione avrebbe creato uno squilibrio tra sviluppatori europei e statunitensi, con i primi soggetti a condizioni economiche più gravose.
Condizioni più vantaggiose negli Stati Uniti?
Il Digital Markets Act, entrato in vigore nel 2023, impone alle grandi piattaforme digitali classificate come gatekeeper l'obbligo di consentire transazioni in-app al di fuori dei propri sistemi senza costi aggiuntivi. Apple rientra tra i soggetti regolati e, secondo la Commissione, non avrebbe inizialmente rispettato questi requisiti. All'inizio del 2025 Bruxelles ha inflitto ad Apple una multa da 500 milioni di euro, contestando pratiche che avrebbero ostacolato gli sviluppatori nel comunicare agli utenti l'esistenza di metodi di pagamento alternativi.
A seguito della decisione, l'azienda ha modificato le condizioni dell'App Store, introducendo commissioni comprese tra il 13% per le realtà più piccole e il 20% per gli acquisti effettuati all'interno dello store. Parallelamente sono state previste tariffe aggiuntive, variabili tra il 5% e il 15%, per le transazioni effettuate tramite sistemi di pagamento esterni. Secondo la Coalition for Apps Fairness, che riunisce circa venti soggetti tra cui Deezer e Proton, queste misure continuerebbero a violare il DMA, poiché il concetto di gratuità previsto dalla norma verrebbe svuotato di significato.
La coalizione sostiene che, dopo la sentenza statunitense, gli sviluppatori americani beneficino di condizioni più favorevoli, mentre quelli europei sarebbero costretti ad assorbire i costi o a trasferirli sui consumatori. Una dinamica che, secondo i promotori dell'iniziativa, finirebbe per danneggiare l'intero ecosistema delle app nel mercato unico. La richiesta rivolta alle istituzioni europee è quindi quella di applicare il DMA in modo rigoroso, chiarendo che "gratuito" deve significare realmente privo di costi. Non viene esclusa, in caso di stallo, l'ipotesi di un rinvio alla Corte di giustizia dell'Unione Europea.