Un ex-dipendente di Valve ha raccontato, a commento di un articolo di The Week intitolato "How capitalism killed one of the best video game studios", come lo studio di Half-Life abbia completamente perso interesse nello sviluppo di videogiochi per colpa dei soldi fatti con le microtransazioni.
Per l'ex-dipendente, che ha ben circostanziato il suo racconto, il successo è stato un cattivo maestro per Valve: scoperto di poter fare molti soldi con le sole microtransazioni cosmetiche, Newell e soci avrebbero di fatto perso qualsiasi interesse nello sviluppo di titoli single player, dedicandosi completamente alla nuova visione. Sostanzialmente Valve ha creato un sistema per cui non solo riesce a guadagnare molti più soldi dalla vendita di oggetti rispetto alla vendita dei giochi, ma in cui la produzione degli stessi è affidata quasi completamente alla comunità, che di fatto lavora inconsapevolmente per Valve.
Quando riotnrrd, questo il nickname dell'ex-dipendente, era in Valve, prima dell'inizio dello sviluppo di Artifact, non c'erano nuovi giochi in produzione. Un piccolo gruppo stava lavorando a Left 4 Dead 3, che però fu subito cancellato, mentre ben due persone facevano esperimenti relativi ad Half-Life 3, che non hanno portato da nessuna parte. Insomma, l'attenzione di quasi tutti era rivolta agli oggetti cosmetici di DoTA 2, CS:GO e Team Fortress 2. Un impiegato anziano gli disse anche che Valve non avrebbe più fatto giochi single player, perché non valgono lo sforzo. Portal 2 ad esempio ha prodotto solo 200 milioni di dollari di profitti, contro i 100 milioni di dollari l'anno che si riescono a fare vendendo skin, magliettine e cappellini. Insomma, da un certo punto di vista sono i videogiocatori stessi ad aver ammazzato Valve, accettando questo sistema e foraggiandolo acriticamente.
La chiosa di riotnrrd è deprimente: "Entrai in Valve felice di lavorare per il miglior studio di sviluppo del mondo, ma ne andai in preda alla depressione dopo aver scoperto che ormai si limita solo a raccogliere i proventi di Steam e a vendere decorazioni per vecchi giochi".