Con la recensione dell'ACER Predator Triton 300 SE abbiamo messo alla prova la combinazione tra l'Intel Core i7-11370H e la GeForce RTX 3060, una GPU pensata per il 1080p con ray tracing attivo in chiave mobile. Un'evoluzione doppia che ha permesso di ridurre le dimensioni dei laptop da gioco infilando un hardware di buon livello in un portatile da 14 pollici con pannello a 144 Hz e 16 GB di memoria a 3200 MHz.
Le specifiche hardware
Con un prezzo consigliato di 1499€ per l'Italia, il modello del Triton 300 SE arrivato in redazione si affida alla combinazione tra il Core i7-11370H, un processore da 4 core e 8 thread che non punta certo alle stelle, e la GeForce RTX 3060 Max-Q, una GPU mobile che garantisce buone prestazioni in 1080p e che grazie al DLSS riesce anche a cavarsela con il ray tracing. Certo, soffre un po' con i titoli più pesanti, ma dobbiamo considerare che parliamo di un dispositivo che grazie a diagonale da 14 pollici e cornici ridotte sfoggia dimensioni quasi da ultrabook. L'ampiezza dello schermo, sia chiaro, è un limite ma la compattezza si traduce in una facilità di trasporto elevata.
Lo schermo del Predator Triton 300 è un FullHD IPS da 144 Hz di refresh che consente di giocare tranquillamente a qualsiasi tipologia di gioco. La luminosità non è eccezionale, ma si aggira intorno ai 300 nit dichiarati e, grazie a un contrasto discreto, garantisce un'immagine piuttosto vivace. La copertura del colore, va detto, non è strepitosa, ma siamo vicini al 100% dello spazio sRGB per uno schermo pensato più che altro per il gaming in spazi ristretti e per il lavoro da ufficio in portabilità. A questo proposito è bene specificare che i test evidenziano un pizzico di ghosting, a guardar bene leggermente visibile anche in alcuni giochi, ma in genere l'esperienza è più che buona, sia per pulizia che fluidità effettiva. Risulta invece relativamente limitato l'angolo visuale, ma con un dispositivo di queste dimensioni si tratta di un problema di importanza relativa. E vale lo stesso per il sonoro, con supporto DTS:X, prevedibilmente poco potente e scarico nei bassi. Diversa invece la questione dello storage SSD NVMe PCIe 3.0 da 512 GB, ormai limitato anche se piuttosto veloce.
Anche in quanto a connettività i compromessi dipendono dalle dimensioni ridotte che comprendono la necessità di lasciare ampi spazi per l'esaustione dell'aria calda. Per questo ACER, ad esclusione del modulo Killer Wi-Fi 6 AX1650 ottimizzato per il gaming, si è limitata all'essenziale con una USB Type-A 3.2 Gen 2 per ogni lato, un'apprezzatissima Thunderbolt 4 USB-C utilizzabile anche come DisplayPort e un'uscita video HDMI 2.1, capace di arrivare al 4K a 120 frame per secondo. L'hardware del portatile non è pensato per giocare a questi livelli, ma gode comunque di una buona potenza che rende questa possibilità benvenuta, fosse anche solo per giochi molto leggeri. Non mancano infine il jack per le cuffie e ovviamente l'alimentazione, unica fonte di energia vista l'impossibilità di alimentare il portatile via USB-C. Ma il motivo dipende anche dall'overclock automatico, disponibile solo collegando l'alimentatore da 180W e raggiungendo il 40% di livello di carica della batteria.
D'altronde parliamo di un desktop replacement che si accontenta di una batteria da 60 Whr, non certo pensata per il gaming senza compromessi in mobilità. Riesce però a reggere per almeno una decina di ore nel caso di video in 1080p scaricati in precedenza, oltre a garantire circa 6 ore di operatività utilizzando applicazioni da ufficio assieme alla connettività di rete. Risulta quindi nella media, da questo punto di vista. Per dare il massimo pretende però una presa di corrente attiva e opzioni di overclock automatico, inclusa una modalità turbo selezionabile con un tasto, piazzato in alto a sinistra della tastiera, che aggiunge un tocco da gamer al tutto. L'opzione, comunque, è disponibile anche dal software che permette di gestire ventole, profili salvabili per ogni singolo gioco e illuminazione RGB.
Il design
Le dimensioni raggiunte dal piccolo laptop ACER sono rappresentano un traguardo notevole per un dispositivo che garantisce una potenza da desktop replacement, benché di fascia media, pur misurando 17,9 cm di altezza, 32,3 cm di larghezza e 22,8 cm di profondità. Il peso approssimativo non è trascurabile, visti gli 1,8 Kg circa, ma nemmeno alto considerando schermo ad alto refresh e materiali impiegati.
Tra l'altro ACER non ha trascurato l'estetica per questa edizione speciale tutta in alluminio. Va però detto che mentre chassis e coperchio sono effettivamente in metallo, la pancia è in plastica, ma la resa del materiale è tale da far sembrare il portatile un prodotto uniforme e omogeneo che non si perde in vezzi, escludendo il logo Predator sul coperchio, puntando su una certa solidità. La stessa che ritroviamo anche nel touchpad, tutto sommato ampio considerando le dimensioni limitate del Triton 300 SE, che è in vetro temperato, è bello fermo, ed è dotato di un ottimo feedback tattile quando premuto. Include inoltre un lettore di impronte digitali, utile per sveltire le procedure di sicurezza di Windows, oltre ovviamente alla webcam 720p, un sobrio forellino che non interferisce in alcun modo con il design.
Il look, all'interno, si affida in larga parte alla superficie traforata alla base dallo schermo, che fa da sfogo tanto per gli altoparlanti quanto per parte dell'aria calda, oltre che alla tastiera RGB inevitabilmente compatta e a basso profilo, ma comunque caratterizzata da tasti ben spaziati e piuttosto solidi. L'illuminazione di quest'ultima è limitata a sole tre zone, ma parliamo di un modello che punta più che altro sulla combinazione tra potenza e compattezza, risparmiando qualcosa sull'estetica e qualcosa anche sulle cornici interne. In ogni caso tra le aggressive grate posteriori, la resa dei materiali, le dimensioni e una certa eleganza, il Triton 300 SE si lascia guardare con piacere, sia come dispositivo da gaming che come laptop da smart working.
Le prestazioni
Abbiamo ovviamente messo alla prova l'ACER Predator Triton 300 SE in questa versione equipaggiata con un Core i7-11370H, un processore da 4 core e 8 thread con un TDP da 35W, e con una GeForce RTX 3060 Max-Q, come abbiamo detto pensata per il gaming in 1080p, raytracing incluso. Certo, è castrata rispetto alla versione desktop, deve fare i conti con i consumi di un laptop di piccole dimensioni ed è frenata da una CPU che, pur mantenendo stabilmente i 4300 MHz su tutti i core con un boost di 4800 MHz sul singolo, non è pensata per dare il massimo in gaming. Ma le GPU NVIDIA hanno dalla loro l'upscaling DLSS che nella versione 2.0 garantisce un boost prestazionale netto mantenendo una qualità visiva ottima. La configurazione può contare inoltre su 16 GB di memoria a 3200 MHz e su un'unità SSD Samsung NVMe PCIe da 512 GB che risulta limitata in quanto a spazio di archiviazione, ma garantisce ottime velocità di cui abbiamo avuto riscontro con CrystalDiskMark, rilevando 3456.41 MB/s in lettura sequenziale e 2994.24 MB/s in scrittura sequenziale.
Una volta messi nero su bianco vantaggi e compromessi della configurazione, siamo passati ai benchmark veri e propri che ci hanno messo di fronte a una configurazione frenata in forza dei consumi e delle dimensioni, ma comunque capace di garantire un'esperienza reattiva e piuttosto soddisfacente anche con diversi giochi. I test li abbiamo effettuati in modalità standard riscontrando in gioco 49 decibel di rumorosità media e 52 decibel di picco a fronte di temperature di 76 gradi circa per la CPU e 73 gradi per la GPU. Merito del rinnovato raffreddamento che a regime normale spinge le nuove ventole AeroBlade da 0.08 mm a 3500/4000 giri e non risulta troppo rumoroso. Nella modalità base non è però sufficiente per tenere del tutto a bada la temperatura della CPU in decoding, dove ha raggiunto 87 gradi, e negli stress test dove il processore ha sfiorato quota 93 gradi mentre la GPU ha superato i 90 gradi.
Di conseguenza abbiamo deciso di spingere la ventilazione, assieme alle prestazioni, con la modalità Turbo, arrivando a 5900 giri che ci hanno messo di fronte a un flusso d'aria importante, capace di mantenere il processore tra i 70 e i 75 gradi durante gli stress test. Abbastanza quindi da garantire la possibilità di usare il Triton 300 SE per sessioni di lavoro prolungate, a patto di sopportare una rumorosità capace di superare, seppur non di molto, la barriera offerta da un paio di cuffie da gaming. In ogni caso la modalità base consente di giocare adeguatamente con un gran numero di giochi, come evidenziato dai grafici. Certo, i numeri evidenziano anche i limiti imposti dai consumi e dalla CPU, ma con un pizzico di lavoro sulle impostazioni grafiche è possibile giocare con una buona fluidità e un'ottima qualità dell'immagine anche a titoli decisamente impegnativi.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.0
L'ACER Predator Triton 300 SE racchiude buone prestazioni in un piccolo guscio elegante, ma deve fare i conti con i limiti del formato ridotto, con uno schermo non proprio impeccabile e con un processore che impone qualche limite anche nel gaming. Risulta imperfetto, quindi, seppur interessante nella sua capacità di combinare gaming di buon livello, 144Hz, portabilità elevata e una marcia in più quando attaccato alla corrente, a patto di sopportare un sistema di raffreddamento che spingendo tutto al massimo esprime sia la sua efficacia, sia la sua capacità di diventare rumoroso.
PRO
- Elegante e piccolo
- Ray tracing in un formato ridotto
- Prezzo discreto in relazione all'offerta complessiva
CONTRO
- Frenato sia nella potenza che nella dotazione
- Solo 512GB di storage
- Connettività limitata