In caso non ve ne foste accorti, nell'ombroso sottobosco dell'industria videoludica c'è qualcosa che si sta muovendo silenziosamente: si tratta degli RTS, un genere di videogiochi che certamente non figureranno mai in vetta alle classifiche di vendita software, ma che nel corso dell'ultimo quinquennio hanno iniziato a tentare di colmare il grande vuoto lasciato dalla lenta sparizione di un colosso come Starcraft 2. L'epicentro di quell'antico terremoto, d'altra parte, risiede ancora a cavallo fra gli anni 90' e i 2000, teatro di una straordinaria età dell'oro capace di far germogliare le ispirazioni più folli e disparate, distanti dall'idea della banale simulazione storica e volenterose di spingere l'acceleratore sul fronte della creatività.
Age of Mythology era proprio questo, l'incarnazione della volontà di Ensemble Studios di imboccare una deviazione rispetto alla pur celebre formula di Age of Empires per confrontarsi con una struttura fuori dagli schemi: l'obiettivo finì per stringersi attorno al mondo dei miti e delle leggende e l'opera che scaturì da tale matrimonio lasciò un'impronta profondissima nel cuore degli appassionati.
È per questa ragione che oggi, grazie a una collaborazione fra World's Edge, Forgotten Empires e altri studi di sviluppo, quell'ispirazione sta per sorgere a nuova vita: la recensione di Age of Mythology: Retold racconta un'opera imperdibile per gli appassionati, molto diversa da una classica versione rimasterizzata.
Un RTS mitologico
Era il 2002 quando Ensemble Studios decide di prendersi una pausa dal contesto storico di Age of Empires per abbracciare una variante meno stretta dalle catene della storia, finendo per approdare sulle sponde dell'epica e dell'antica mitologia. Fu allora che nacque la formula di Age of Mythology, un RTS che condivideva la medesima struttura fondamentale della serie principale ma aggiungeva alla ricetta profondi sistemi basati sulle divinità e su dozzine di meccaniche celesti legate alla risorsa inedita del Favore, pronta ad affiancare il Cibo, l'Oro e il Legname per aprire spiragli sovrannaturali.
Da un'intuizione tanto piccola prese forma un tessuto del gameplay completamente stravolto, capace di legare alle civiltà disponibili, ovvero Greci, Egizi e Nordici - poi affiancati da Atlantidei e Cinesi attraverso i contenuti scaricabili - i rispettivi pantheon di divinità e una conseguente varietà straordinaria in termini di meccaniche, di edifici, ma soprattutto di abilità speciali, unità eroiche e varianti mitologiche. Votandosi a Zeus si guadagnava per esempio la possibilità di folgorare unità nemiche grazie alle saette, abbracciando Thoth si otteneva l'accesso alle potentissime Fenici, Freyja apriva alla produzione di Valchirie e via dicendo.
Tale grado di profondità si estendeva alle decine di divinità maggiori e minori alla base del sistema di sviluppo, ciascuna dotata di potenziamenti attivi e passivi in grado di mutare costantemente le strategie e il ritmo delle partite, che restavano sì molto vicine ai tradizionali dogmi di Age of Empires, ma risultavano immensamente più folli nell'esecuzione pratica. A cosa serve trincerarsi dietro file di mura di pietra quando il favore di Artemide consente di scatenare un terremoto capace di decimare gli edifici? È sicuro ammassare un enorme esercito quando Thoth potrebbe lanciare in qualsiasi momento una pioggia di meteoriti nel cuore delle guarnigioni?
Age of Mythology era proprio questo, un dirompente calderone di meccaniche che riuscirono a mutare l'approccio alle campagne e soprattutto alle dinamiche multigiocatore. Come largamente prevedibile, la ricetta finì per incontrare parecchi impedimenti sul fronte del bilanciamento e non solo in ragione della presenza delle divinità, ma perché le differenze tra diverse civiltà non erano mai state così tanto marcate, essendo ciascuna dotata di caratteristiche uniche più vicine allo stile di Starcraft. Ed è proprio in tale contesto che si sono concentrati gli sforzi degli sviluppatori di Retold, che si apprestano a lanciare una versione rinnovata in tutte le sue componenti.
Le novità di Retold
Age of Mythology: Retold è una nuova versione dell'originale costruita sulla base del motore Bang Engine già utilizzato per dar vita ad Age of Empires III: Definitive Edition: in quanto tale, è passata attraverso un rifacimento pressoché completo delle unità, delle animazioni e degli artwork, prima di accogliere anche una riscrittura in chiave sinfonica della colonna sonora; se da una parte quest'ultima aggiunta non risulta poi così impattante perché le musiche erano già di per sé eccellenti, sul fronte dell'estetica gli sviluppatori sono riusciti nell'intento di mantenere l'equilibrio fra tradizione e innovazione, regalando nuovo spolvero e un dinamismo inedito alle unità e agli effetti visivi, pur lasciando pressoché intatta la classica direzione artistica.
Il pacchetto confezionato da World's Edge include tutti i contenuti presenti nell'edizione base con l'aggiunta della prima espansione The Titans, per l'appunto quella che introduce i Titani e la civiltà Atlantidea, scegliendo invece di escludere il secondo DLC Tale of the Dragon e la relativa popolazione Cinese. Ciò significa che fin dal giorno uno si potranno mettere le mani su Greci, Egizi, Nordici e Atlantidei, così come sulle tre storiche campagne Caduta del Tridente, La Nuova Atlantide e Il Dono Aureo, rimandando invece a data da destinarsi l'esordio della storia e del pantheon cinese in ragione delle pesanti modifiche che toccheranno tale civiltà.
Accanto all'offerta base sono state integrate diverse funzionalità del tutto originali, a partire da una meccanica di prioritizzazione degli abitanti attraverso la quale è possibile dirottare automaticamente i lavoratori verso le risorse desiderate, alla quale si affiancano una modalità di esplorazione automatica e un comando di movimento e attacco - il cosiddetto Attack Move - che risolve la maggior parte dei vecchi problemi di targeting. Chiudono il cerchio tonnellate di ulteriori innesti, davvero troppi per elencarli tutti: basti pensare che ci sono un nuovo menù dedicato alle opzioni per l'accessibilità, un inedito apparato di notifiche audio, ma soprattutto una meccanica di code di produzione e di ricerca totalmente rinnovata.
Tutto ciò detto, la parte più corposa del lavoro di restauro non si può notare a occhio nudo, perché gli autori sono intervenuti profondamente sull'intero tessuto meccanico rivolgendo particolare attenzione ai moderni dettami del bilanciamento. Alla prova dei fatti sono pochissimi gli elementi legati al gameplay che non siano stati modificati, riveduti o corretti, a partire dai poteri e dalle caratteristiche delle divinità, passando per il funzionamento specifico di ciascuna civiltà, per arrivare a elementi di microgestione come i costi delle unità, i danni che infliggono e il momento della partita in cui sono disponibili.
Una valanga di modifiche
La lista completa dei cambiamenti di Age of Mythology Retold è un papiro talmente immenso da costringerci ad analizzare esclusivamente le modifiche più impattanti. In primo luogo, i poteri degli dei non sono più dei consumabili a utilizzo singolo, ma possono essere attivati più volte in cambio di un costo incrementale in termini di risorse: in questo modo, per esempio, la prima saetta di Zeus è sempre disponibile in forma gratuita, dopodiché è necessario pagare un prezzo in Favore sempre più elevato per poterla riutilizzare; questo si applica, ovviamente, anche a poteri che generano creature come il drago Nidhogg di Hel, aprendo a strategie del tutto inedite durante le battaglie.
A tal proposito, tutte quante le unità sono andate incontro a bilanciamenti relativi ai danni inflitti, alla velocità di movimento e alla precisione dalla distanza, inoltre le varianti mitiche ed eroiche dotate di abilità speciali - come lo sguardo pietrificante delle Gorgoni o il balzo di Bellerofonte - possono attivarle su ordine del giocatore anziché in maniera automatica, un po' come accadeva dalle parti di Warcraft III. Tra i cambiamenti apportati alle versioni mitiche, il più impattante risiede senza dubbio nello scaling che le caratterizza: progredendo attraverso le ere, queste ottengono un potenziamento progressivo delle statistiche volto a renderle rilevanti per l'intera durata della partita e non solo nella loro epoca di riferimento.
Limature simili sono avvenute sul fronte degli edifici, molti sono stati aggiustati e ne sono stati addirittura integrati di nuovi, ma il cambiamento di maggiore peso risiede senz'altro nel funzionamento della Meraviglia: in passato la costruzione e la protezione di questo edificio costituiva una vera e propria condizione di vittoria in multigiocatore, mentre adesso apre alla possibilità di avviare una speciale "Era della Meraviglia" durante la quale si sbloccano potenziamenti a dir poco devastanti, come per esempio una riduzione del 50% del costo e del 90% del tempo di recupero di tutti i poteri divini.
Ovviamente anche le meccaniche basilari delle singole civiltà sono state parzialmente riviste, l'intero albero di produzione navale è stato rielaborato, inoltre si potrebbero trascorrere ore solo ad analizzare i singoli aggiustamenti a statistiche e percentuali, che non hanno risparmiato davvero nessun elemento. Restano da menzionare solo gli innesti al multigiocatore che, oltre ad aver accolto oltre dieci nuove mappe dedicate, è stato arricchito con un sistema di generazione procedurale che dà vita a scontri pressoché simmetrici in termini di risorse.
Prostagma? Esto!
La cosa più importante è che, a prescindere dalla quantità di modifiche, Age of Mythology è rimasto uno strategico in tempo reale longevo, divertente e immediato: la splendida campagna Caduta del Tridente ha conservato tutto il suo fascino, ma in totale sono presenti più di 40 scenari per il giocatore singolo che, oltre a funzionare come un grande tutorial integrato, riescono a raccontare storie interessanti e offrire situazioni di gameplay originali anche a chi non è interessato ad affrontare altri appassionati. In questo caso l'unica pecca, se così si può definire, sta nella scelta di ridoppiare i personaggi in italiano, che farà storcere il naso a chi si aspettava di incontrare nuovamente Riccardo Rovatti nel ruolo di Arkantos.
Il cuore pulsante dell'operazione risiede, tuttavia, nell'elemento multigiocatore: quasi tutte le modifiche sono state pensate per appianare le differenze tra le civiltà e offrire un'esperienza più che mai bilanciata, adatta a sostenere nel lungo periodo una rinnovata scena competitiva. Insomma, già adesso Age of Mythology: Retold si presenta come una vera e propria versione 2.0 dell'originale, ma a fare la differenza si spera che siano i contenuti successivi al lancio, fra il ritorno della civiltà cinese, modalità inedite come la misteriosa Arena degli Dei e, chissà, magari qualche pantheon mai visto prima.
Conclusioni
Age of Mythology; Retold non è affatto una semplice versione rimasterizzata: certo, sin dal primo sguardo si presenta in forma smagliante grazie alla moderna architettura del Bang Engine, al rifacimento delle animazioni, nonché all'implementazione della colonna sonora orchestrale, ma è nello strato del gameplay che si nascondono le novità di maggiore impatto. Ogni singolo elemento dell'opera, a partire dalle divinità, passando per le civiltà disponibili per arrivare infine alle singole unità, è stato evoluto e modificato in funzione del bilanciamento e dei ritmi delle partite contemporanei, ma sono state integrate anche diverse novità assolute nell'ambito della qualità della vita. Se da una parte ci si imbatte ancora in qualche problema nei percorsi seguiti dalle unità e un lavoro tanto invasivo può indubbiamente generare bug inaspettati, dall'altra si tratta senza ombra di dubbio del miglior modo possibile per godere di uno fra gli RTS più divertenti mai realizzati.
PRO
- Tanti ottimi contenuti per il giocatore singolo
- Gameplay ribilanciato praticamente da zero
- Nuove funzionalità per accessibilità e qualità della vita
- Ha conservato la sua profondità ed è ancora divertentissimo
CONTRO
- Ci sono ancora problemi con pathing e collisioni
- Alcune nuove funzionalità possono generare bug
- Il nuovo dio Freyr al momento è esclusivo per le edizioni premium