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Avatar: Frontiers of Pandora, la recensione dell'ambizioso gioco basato sui film di James Cameron

La recensione di Avatar: Frontiers of Pandora, il videogioco basato sulla saga di James Cameron e tra i più importanti progetti di sempre per Ubisoft.

Avatar: Frontiers of Pandora, la recensione dell'ambizioso gioco basato sui film di James Cameron
RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   06/12/2023

La definizione di gioco su licenza canonico può lasciare un po' perplessi ed è del tutto normale, se consideriamo che si tratta di un avvenimento piuttosto raro. Ciò tuttavia restituisce un'idea piuttosto precisa del grado di ambizione che caratterizza la nuova produzione targata Ubisoft, frutto di un importante accordo sottoscritto con Disney.

La proprietà intellettuale di Avatar, il film con i maggiori incassi al botteghino nella storia del cinema, rivive nel titolo sviluppato da Massive Entertainment e non è un semplice modo di dire: la storia che viene narrata nel gioco fa ufficialmente parte dell'universo della saga diretta da James Cameron, pur coinvolgendo una regione di Pandora che nelle pellicole non è (ancora?) stata mostrata.

Qual è dunque il risultato di questa insolita operazione? Ve lo riveliamo nella recensione di Avatar: Frontiers of Pandora.

Storia: figlio di due mondi

So'lek si rivolge a noi mentre il mondo brucia, metaforicamente, in Avatar: Frontiers of Pandora
So'lek si rivolge a noi mentre il mondo brucia, metaforicamente, in Avatar: Frontiers of Pandora

La storia di Avatar: Frontiers of Pandora si svolge come detto all'interno di una regione inedita di Pandora, quella della frontiera occidentale: un ampio territorio diviso in tre zone, ognuna controllata da una differente tribù. Protagonista dell'avventura è un orfano Na'vi che è stato allevato e addestrato all'interno di una struttura RDA, parte di un programma che la corporazione militare ha messo in piedi per formare soldati imbattibili.

Quando però scoppia la guerra, l'insediamento viene coinvolto negli scontri e lo spietato direttore John Mercer ordina l'eliminazione del progetto e dei suoi giovani componenti, che si salvano da un'esecuzione sommaria solo grazie all'intervento della loro tutrice umana. Quest'ultima decide di nascondere i ragazzi all'interno di capsule criogeniche, con l'intenzione di risvegliarli non appena possibile.

Passano ben quindici anni, il nostro personaggio si desta finalmente dal suo sonno e scopre che la struttura in cui si trova è ormai abbandonata, ma le truppe RDA non hanno mai smesso di cercare lui e i suoi compagni, che fuggono grazie all'aiuto di un guerriero di nome So'lek. Condotti all'interno di una delle basi della Resistenza, questi esuli decidono di unirsi alla lotta per la liberazione di Pandora dalle truppe militari provenienti dalla Terra.

I presupposti narrativi di Avatar: Frontiers of Pandora sono senz'altro interessanti: una volta determinato il nostro protagonista tramite un semplice editor che ci permetterà di sceglierne anche il sesso oltre all'aspetto, ci troveremo di fatto a controllare un Na'vi educato dagli esseri umani, che non conosce le proprie origini né tantomeno i costumi delle tribù che abitano la frontiera occidentale, e che per questo lo guardano con sospetto.

Riunione operativa con foto segnaletica in Avatar: Frontiers of Pandora
Riunione operativa con foto segnaletica in Avatar: Frontiers of Pandora

Si tratta per certi versi di una rivisitazione della storia di Jake Sully, il protagonista cinematografico, che funziona molto bene quando si tratta di spingerci a conoscere le meraviglie di questo mondo alieno, il rapporto simbiotico che i Na'vi hanno con la natura che li circonda e il potente messaggio ambientalista che si distingue chiaramente in sottofondo; ma che traballa a dir poco sul piano della costruzione della storia, delle motivazioni della lotta e dei cattivi, assenti per quasi tutta la campagna.

Avatar: Frontiers of Pandora non è doppiato in italiano e questo alla lunga ci è pesato, anche e soprattutto ai fini della godibilità del racconto, caratterizzato dalla presenza di numerosissimi dialoghi in inglese che, pur sottotitolati, risultano pieni di nomi che difficilmente riuscirete a ricordare: un cast sconfinato di personaggi pittoreschi, ma non propriamente distinguibili.

Struttura: un open world che stenta a decollare

I personaggi che incontreremo in Avatar: Frontiers of Pandora potranno affidarci delle missioni
I personaggi che incontreremo in Avatar: Frontiers of Pandora potranno affidarci delle missioni

Pur collocate all'interno della cronologia ufficiale della saga di Avatar, le vicende narrate nel gioco Ubisoft sono fondamentalmente inedite e i reali collegamenti con i film si riducono al contesto. Nonostante ciò, lo sviluppo della storia rispetta determinati canoni e ci tiene a presentare sullo schermo con i giusti tempi situazioni ormai iconiche, come ad esempio la cerimonia d'iniziazione in cui un Na'vi viene scelto da un Ikran e i due stabiliscono un rapporto che durerà per tutta la vita.

Il problema è che fino a quel momento, che si verifica più o meno a un terzo della campagna, dovremo esplorare il mondo di Pandora a piedi, coprendo anche lunghi tratti nel tentativo di completare le missioni che di volta in volta ci verranno assegnate dai vertici della Resistenza o dai membri delle tribù con cui ci troveremo a confrontarci, e che dovremo convincere delle nostre intenzioni.

Il volo è un elemento fondamentale in Avatar: Frontiers of Pandora
Il volo è un elemento fondamentale in Avatar: Frontiers of Pandora

Volare darà insomma una svolta alla struttura di Frontiers of Pandora, consentendo finalmente all'open world messo a punto da Massive Entertainment di aprirsi e spiegare metaforicamente le sue ali, lasciandoci assaporare la notevole verticalità degli scenari (avete presente le isole galleggianti nel cielo?) ed entrare nel classico loop che consiste nella liberazione degli avamposti e nella distruzione delle piattaforme volanti che inquinano l'aria.

Come da tradizione, avremo la possibilità di concentrarci sugli incarichi principali della storia oppure dedicarci alle tante missioni secondarie accessibili dopo aver parlato con questo o con quel personaggio, pur dovendo fare i conti con un sistema di progressione che non ci vedrà crescere abbastanza in fretta da poterci lanciare agevolmente nelle missioni più avanzate senza preoccuparci del livello suggerito.

Avatar: Frontiers of Pandora vanta alcuni scorci molto suggestivi
Avatar: Frontiers of Pandora vanta alcuni scorci molto suggestivi

Dunque quanto dura Avatar: Frontiers of Pandora? Difficilmente arriverete ai titoli di coda in meno di venti ore, pur correndo e ignorando tutto ciò che c'è di facoltativo nella campagna: contenuti che andranno ad arricchire, probabilmente anche a raddoppiare, la durata di un'esperienza che si presta a differenti approcci, come ormai da tradizione per gli open world di Ubisoft.

Il gioco consente infatti di optare per una modalità priva di indicatori, in cui bisogna cioè individuare i luoghi da raggiungere di volta in volta sulla base di una serie di indizi, godendosi così l'esplorazione e la scoperta dello scenario, oppure servirsi dei soliti aiuti che forniscono sempre la direzione giusta verso cui muoversi per fare più in fretta.

Gameplay: Far Cry con la pelle blu

L'arco è la prima arma con cui avremo a che fare in Avatar: Frontiers of Pandora
L'arco è la prima arma con cui avremo a che fare in Avatar: Frontiers of Pandora

Che la base di partenza di Avatar: Frontiers of Pandora sul fronte del gameplay sia la serie di Far Cry è evidente, sebbene gli sviluppatori abbiano provato in questo caso a enfatizzare maggiormente elementi come esplorazione, raccolta e crafting per confermare il ruolo centrale dell'ambientazione di Pandora all'interno dell'avventura.

Il nostro personaggio (e la sua cavalcatura alata) ha bisogno di nutrirsi e questa pur accennata meccanica survival si concretizza nella necessità di girare all'interno dello scenario, individuare frutti e piante utili, raccoglierli tramite un semplice minigioco direzionale e cacciare animali di tanto in tanto, per poi utilizzare il primo forno utile e combinare gli ingredienti così da creare pietanze in grado non solo di ripristinare la nostra barra dell'energia, ma anche di fornirci bonus temporanei.

La visione speciale permette di percepire i nemici anche dietro i muri in Avatar: Frontiers of Pandora
La visione speciale permette di percepire i nemici anche dietro i muri in Avatar: Frontiers of Pandora

Sia chiaro: non si tratta di elementi inediti all'interno dei giochi Ubisoft, ma qui sono stati resi praticamente obbligatori e non li si può dunque ignorare. Così come non si può ignorare il crafting per la produzione di protezioni più resistenti da indossare e nuove e più potenti armi da impugnare, o le stesse frecce per l'arco: tutti aspetti che, insieme alle abilità sbloccabili, concorrono a far salire il nostro livello.

A proposito di armi, nel corso della campagna di Frontiers of Pandora avremo modo di utilizzare sia strumenti Na'vi che fucili RDA, nella fattispecie tre tipologie di arco, lance in grado di penetrare il metallo, fionde con cui lanciare potenti esplosivi, granate stordenti, mitragliatrici leggere, fucili a pompa e occasionalmente lanciarazzi: una discreta selezione, fatta di strumenti piuttosto diversi.

La preparazione del cibo in Avatar: Frontiers of Pandora
La preparazione del cibo in Avatar: Frontiers of Pandora

La loro efficacia dipende dal contesto e dall'avversario, ma in tal senso i numeri del titolo Ubisoft non concedono moltissimo: ci troveremo a combattere contro militari a piedi (terribilmente insidiosi, anche perché alti la metà di noi e muniti di fucili che possono ammazzarci in pochi secondi) o a bordo di esoscheletri più o meno corazzati, veicoli volanti e stop. Dopodiché c'è chiaramente l'ampia fauna che presidia le varie zone della mappa, composta anche da feroci predatori.

Il sistema di combattimento è discretamente solido ma già visto, sulla carta i possibili approcci sono molteplici (stealth, hacking, distruzione dei punti deboli), ma alcune storture del bilanciamento (vedi ad esempio l'impossibilità di procurarsi determinato equipaggiamento per via di un crafting ostico da realizzare) finiscono per limitare questo aspetto dell'esperienza, trasformando talvolta determinati momenti in frustranti sequenze nelle quali si procede a tentativi.

Potremo anche andare a 'cavallo' in Avatar: Frontiers of Pandora
Potremo anche andare a "cavallo" in Avatar: Frontiers of Pandora

L'esplorazione, come detto, paga dazio rispetto ad alcune esigenze di progressione narrativa: correre fra le pianure di Pandora per coprire ampie distanze non è molto divertente né le sezioni di arrampicata sulle rocce esprimono concetti brillanti, anzi finiscono un po' per porsi come l'emblema di ciò che solitamente non funziona nel platforming in prima persona, sempre molto approssimativo.

Sbloccare l'uso dell'Ikran consente al gioco di mettere in campo un paio di concetti molto spettacolari, vedi ad esempio i tuffi nel vuoto con recupero al volo e, sebbene viaggiare sul dorso di questa sorta di enorme uccello si riveli una soluzione meno rapida di quanto sperassimo nei tragitti più ampi, non c'è dubbio che l'esperienza guadagni parecchio quando finalmente si comincia a volare.

Anche in cooperativa

Avatar: Frontiers of Pandora include una modalità multiplayer cooperativa online che consente di affrontare la campagna insieme a un amico, a prescindere dalla piattaforma visto il supporto per il cross-play. Anche questo aspetto del gioco riprende insomma quanto visto in Far Cry, con una progressione che viene condivisa fra i due utenti: non bisognerà rigiocare le missioni già completate in co-op.

Realizzazione tecnica: spettacolare ma non troppo

La vista fuori dall'albero casa riempie gli occhi in Avatar: Frontiers of Pandora
La vista fuori dall'albero casa riempie gli occhi in Avatar: Frontiers of Pandora

Ci sono sicuramente scorci e sequenze in Avatar: Frontiers of Pandora che riusciranno a emozionarvi e a comunicare la cura e l'impegno che il team di sviluppo ha profuso per ricreare la frontiera occidentale di Pandora nel gioco. Alcuni scenari riempiono gli occhi con una quantità di oggetti incredibile, e la maggior parte di essi si muove in qualche modo, che si tratti di piante o animali.

Le sequenze di intermezzo rappresentano ovviamente la parte visivamente più convincente del pacchetto, quella che utilizza geometrie ed effetti potenziati rispetto a ciò che si vede durante la partita, quest'ultima tendente al piatto in alcuni momenti della giornata nonché vittima di evidenti problemi di streaming degli asset durante le fasi di volo.

I Na'vi sono realizzati molto bene in Avatar: Frontiers of Pandora
I Na'vi sono realizzati molto bene in Avatar: Frontiers of Pandora

Le tre regioni che compongono lo scenario dell'avventura sono piuttosto diverse e la prima, la Foresta dei Kinglor, si pone sfortunatamente come la meno suggestiva per design e colori: non il miglior biglietto da visita durante le ore iniziali di una campagna che, come detto, stenta a ingranare. Alcune scene tuttavia restano notevoli e la bellezza di determinati scorci è indubbia.

I Na'vi sono molto ben realizzati e gli sviluppatori hanno fatto un gran bel lavoro nel cercare di caratterizzarli grazie a tutta una serie di dettagli e ovviamente all'abbigliamento, anche se distinguerli e ricordarne i nomi è un altro paio di maniche. Il comparto audio vede la presenza di dialoghi ben interpretati in inglese e di una colonna sonora piacevole e coinvolgente.

Una delle meraviglie della fauna di Avatar: Frontiers of Pandora
Una delle meraviglie della fauna di Avatar: Frontiers of Pandora

Abbiamo giocato Frontiers of Pandora su PC riscontrando il peso di alcune delle funzionalità più avanzate del motore Snowdrop, che con il preset Ultra integra una forma di ray tracing (non regolabile dalle opzioni) applicata a illuminazione e riflessi. Ciò si traduce in 42 fps di media a 1440p su di una RTX 4070, con l'obbligo di attivare il DLSS su "qualità" per raggiungere 60 fotogrammi quasi perfettamente stabili.

È vero, il gioco supporta la Frame Generation della FSR 3 e può dunque spingere artificiosamente la fluidità dell'esperienza oltre determinati valori, anche più di 60 fps a 2160p con preset Ultra, a patto però di disporre di un monitor compatibile con la tecnologia VRR o di mettere mano ad alcune regolazioni per evitare il notevole tearing che immancabilmente caratterizza questa soluzione.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 13500
  • Scheda video: NVIDIA RTX 4070
  • Memoria: 32 GB di RAM
  • Storage: SSD SATA
  • Sistema operativo: Windows 11

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i7 8700K, AMD Ryzen 5 3600
  • Scheda video: NVIDIA GTX 1080, AMD RX 5700, Intel ARC A750
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Storage: 90 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10, Windows 11

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i5 11600K, AMD Ryzen 5 5600X
  • Scheda video: NVIDIA RTX 3060 Ti, AMD RX 6700 XT
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Storage: 90 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10, Windows 11

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery uPlay, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 79,99 € / 69,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (76)
7.5
Il tuo voto

Avatar: Frontiers of Pandora ha il grande merito di catapultarci nel mondo creato da James Cameron, raccontandoci una storia canonica che si svolge in una zona inedita di Pandora ma che possiamo percepire come autentica grazie alla cura e all'attenzione che Massive Entertainment ha profuso nella sua realizzazione. Si tratta però dell'unico aspetto davvero eccellente all'interno di una produzione che prometteva meraviglie (quadrupla A?) e che invece dimostra ben presto di non avere grandissime idee.

PRO

  • Mondo di gioco notevole
  • Piuttosto corposo
  • Alcune sequenze di grande impatto

CONTRO

  • L'open world stenta a ingranare
  • Gameplay meno brillante di quanto sperassimo
  • Peccato per l'assenza di doppiaggio in italiano