57

Cuphead, la recensione per Nintendo Switch

Il verdetto definitivo sulla conversione: Cuphead arriva finalmente su Nintendo Switch, ecco la nostra recensione.

RECENSIONE di Simone Pettine   —   18/04/2019

Cuphead è un gioco cattivo. Attenzione però all'accezione dell'aggettivo: "cattivo" vuole indicare il livello di difficoltà generale dell'opera, il suo costringere il giocatore a provare, riprovare e ancora riprovare determinati livelli prima di riuscire a portarli finalmente a compimento. Ma Cuphead è "cattivo" anche perché spaccia come protagonisti i Fratelli Tazza, mentre in realtà tutta l'attenzione si focalizza molto presto sui quasi trenta boss presenti (19 dei quali principali, i restanti comparse secondarie). Capita quindi di ricordarsi in modo molto generico di aver giocato a Cuphead, mentre alcuni di questi birbanti sono rimasti ben impressi nella memoria: quante volte avete dovuto ripetere il livello di Panico Botanico prima di mettere al tappeto quella maledetta carota troppo cresciuta? E la strega disgraziata che poteva assumere forma e poteri dei principali segni zodiacali? Quando un videogioco riesce a lasciare sentimenti contrastanti ma particolarmente vivi nei giocatori, solitamente significa che è un gioco valido. Cuphead indubbiamente lo è, e si tratta di una delle produzioni più brillanti degli ultimi anni. E adesso che è finalmente disponibile anche su Nintendo Switch, console che continua a vendere milioni di unità, potranno rendersene conto tantissimi giocatori che se lo sono perso su PC e Xbox One. La lettura di questa recensione di Cuphead per Nintendo Switch vi convincerà.

Traduzione in lingua italiana: un ritorno in grande stile

Un anno e mezzo fa Simone Tagliaferri si occupò della recensione di Cuphead su PC, assegnandogli un voto davvero molto alto. Probabilmente la maggior parte dei giocatori che nel tempo hanno provato Cuphead, pur senza riuscire a completarlo, si troveranno d'accordo con quel voto che ci sentiamo di riproporre su Nintendo Switch. Le motivazioni sono le più diverse: una direzione artistica ispiratissima e visivamente, tecnicamente e graficamente validissima; un comparto audio memorabile, con melodie di accompagnamento nelle battaglie che entrano nella testa e non se ne vanno più, associando ad esse dei sentimenti ben precisi; carisma, in praticamente ogni aspetto; un gameplay valido, divertente, che a volte porta a livelli di difficoltà apparentemente proibitivi ma (con le dovute accortezze) sempre affrontabili. E aggiungiamo ancora che la conversione per Nintendo Switch è una delle migliori nella breve storia della più recente delle console Nintendo, peraltro arricchita da una traduzione in lingua italiana eccellente, calzante e altrettanto ispirata.

Cuphead Recensione 4

Spendiamo due parole proprio su queste novità legate alla conversione su Nintendo Switch: troppo spesso ci si lamenta che i più bei titoli che arrivano sul mercato non vengano tradotti in lingua italiana; quindi, una volta tanto che uno sviluppatore si prende la briga di adattarlo, bisogna esaminare con attenzione come è avvenuta l'operazione. La traduzione tra due lingue diverse non è mai semplice: poco importa che i dialoghi e le descrizioni siano tanti piuttosto che pochi; la corrispondenza tra due lingue, a tutti i livelli, non è mai perfettamente identica. Pensate per esempio al proverbio italiano "piove a catinelle": come si fa a renderlo in inglese, in modo tale che rappresenti esattamente lo stesso concetto? Non si può, a meno che non si decida di utilizzare qualcosa di molto simile (ma mai identico): "It's raining cats and dogs", cioè "piovono cani e gatti". Le catinelle si sono perse. Chi ha giocato Cuphead prima in lingua inglese e tornerà a farlo in lingua italiana noterà esattamente queste due cose: la prima è che non c'è una corrispondenza diretta nella traduzione. È normale, perché proprio come mostrato nell'esempio precedente alcune espressioni e giochi di parole inglesi non possono essere resi in lingua italiana nello stesso modo.

Cuphead Recensione 1

La seconda cosa che noterà, tuttavia, sarà quanto la traduzione riesca a rendere benissimo il senso della lingua originale. Botanic Panic è diventato, per esempio, Panico Botanico: un'ottima traduzione, in qualche modo è rimasto il bisticcio di parole originale. Il livello del genio, però, presentava un boss chiamato Djimmi The Great (Djimmi il Grande), dove Jinn voleva richiamare il termine orientale che indica la figura del genio, creatura nell'antichità considerata il più delle volte malevola. In lingua italiana il cattivone è diventato Eugenio il Genio: va bene, Eugenio è un nome proprio che non rende Jinn, ma almeno si è recuperato un po' dell'effetto fantasia iniziale con la terminazione identica tra i termini (EuGENIO il GENIO). Questa attenzione per la traduzione e la fedeltà all'opera e alla lingua originali sono elementi lodevoli, che vanno sottolineati e di cui il giocatore attento deve rendersi conto.

Prestazioni su Nintendo Switch

Veniamo al nodo spinoso della questione: come se la cava Cuphead su Nintendo Switch, dal punto di vista delle prestazioni? La risposta è: benissimo. Il titolo di Studio MDHR raggiunge i 1080p e i 60 FPS in modalità TV (o docked), senza abbandonarli praticamente mai; saranno capitati due rallentamenti su ore ed ore di gioco. In modalità portatile il comparto grafico deve cedere qualcosa alla risoluzione: si passa a 720p, ma sempre accompagnati da 60 FPS. Una fluidità obbligatoria per non perdere nulla della vivacità delle situazioni, della velocità incalzante sia negli scontri contro i pericolosi boss che nei più sporadici (ma altrettanto letali) livelli run & gun. Non manca nulla, ovviamente, neanche dal punto di vista dei contenuti: niente è stato tagliato per necessità di capienza su Nintendo Switch; semplicemente Cuphead sembra davvero essere nato per la console Nintendo, fin dall'inizio.

Cuphead Recensione 3

D'altra parte alcuni dettagli mostrano invece che così non è, soprattutto quando si gioca in modalità tabletop o portatile. Innanzitutto i Joy-Con, periferiche quanto più lontane possibile dai controller necessari per un gioco simile, semplicemente perché scomodi. Ci si abitua a tutto logicamente, ma se avete a disposizione un Pro Controller vi consigliamo caldamente di optare per quello sin dall'inizio, e fidatevi: la differenza è la stessa che intercorre tra il giorno e la notte. Inoltre lo schermo più piccolo in modalità portatile non aiuta ad orientarsi bene nei livelli di gioco, soprattutto in quelli run & gun: tutto è così forsennato e rapido che il non distinguere bene un elemento dall'altro può portare alla morte immediata. Non è un problema del gioco in sé, ma una conseguenza della schermata ridotta e condensata in modalità portatile. Probabilmente, anche in questo secondo caso, è possibile abituarsi: tuttavia se avete un bel televisore a portata di mano (e il Pro Controller, non dimenticate il Pro Controller) giocate con quello.

Cuphead Recensione 5

Per quanto riguarda il gameplay, come potrete facilmente immaginare Cuphead non è un gioco che invecchia facilmente: ad un anno e mezzo di distanza non solo il suo carisma è rimasto inalterato, ma la sua fama è persino cresciuta. Gli appassionati che ne hanno individuato immediatamente il potenziale continuano a lodarlo; tutta l'altra folla di curiosi che si è accumulata e ne ha chiesto a gran voce la conversione sulle altre console mancanti adesso è stata (parzialmente) accontentata. Non abbiamo alcun dubbio che prima o poi MDHR presenterà al mondo Cuphead 2, ma ci vorrà sicuramente ancora un bel po' di tempo: primo, perché per il sequel di un titolo del genere servono cura e tempo per raccogliere le idee; secondo, perché è in arrivo un corposo DLC che tra le altre cose introdurrà un nuovo personaggio giocabile, questa volta femminile. Sì, il DLC arriverà anche su Nintendo Switch. In tutto questo, e ricordando l'importante e accurato lavoro di conversione, sottolineare che il prezzo di lancio è rimasto lo stesso di un anno e mezzo fa ci sembra quasi derisorio. Comprate Cuphead e giocateci.

Conclusioni

Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
9.2
Lettori (63)
8.8
Il tuo voto

Cuphead è uno dei titoli più divertenti, particolari e carismatici degli ultimi tempi: ad un anno e mezzo di distanza dalla sua prima pubblicazione su PC ed Xbox One resta un acquisto imprescindibile per quasi tutte le tipologie di videogiocatori. Più che un gioco in sé è quasi un'esperienza, che almeno una volta nella vita va vissuta con scrupolo religioso. Nintendo Switch accoglie la produzione di Studio MDHR in modo naturale, come se tutto fosse stato meticolosamente predisposto dal destino: la conversione è eccellente, il comparto tecnico brillante, la traduzione in lingua italiana a tratti esaltante. Tutto questo costa appena 19,90 euro, in un mondo, quello videoludico, che ci ha insegnato come molto meno venga proposto a cifre a volte triplicate. Cuphead e Mugman aspettano il vostro aiuto, per affrontare il demonio ancora una volta. Buona fortuna.

PRO

  • Conversione tecnicamente eccellente
  • Traduzione italiana da 10 e Lode
  • Divertente come sempre

CONTRO

  • I Joy-Con non sono il controller ideale
  • In alcuni livelli uno schermo piccolo crea difficoltà