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Diablo 4, la recensione dell'atteso gioco di ruolo action di Blizzard

Ora che abbiamo spolpato l'endgame, siamo veramente pronti a dire la nostra su Diablo 4 nella recensione dell'attesissimo gioco di ruolo di Blizzard.

Diablo 4, la recensione dell'atteso gioco di ruolo action di Blizzard
RECENSIONE di Christian Colli   —   15/06/2023

Diablo 4 meritava un esame approfondito: come abbiamo scritto nella nostra recensione preliminare della campagna, l'endgame di Diablo è condivisione e confronto e volevamo anche capire come Blizzard si sarebbe mossa qualche giorno dopo l'uscita, non appena il gioco fosse finito in mano ai giocatori più scaltri e navigati. Così, eccoci qui: abbiamo ricominciato il gioco da capo - stavolta nei panni di un Druido - e abbiamo spolpato l'endgame, cioè i contenuti che si spalancano dopo la fine della campagna e che rappresentano, in un certo senso, il cuore pulsante di Diablo 4.

Riconfermando il nostro giudizio assai positivo dell'ultima fatica Blizzard, in questa recensione di Diablo 4 parleremo soprattutto dell'endgame e del suo valore, ma prima vale la pena fare qualche precisazione.

Due parole sulla campagna di Diablo 4

Le battute finali della campagna sono davvero coinvolgenti
Le battute finali della campagna sono davvero coinvolgenti

Ricapitolando: la campagna di Diablo 4 ci è piaciuta, al netto di alcune manchevolezze. È un'avventura in sei atti, quindi anche piuttosto lunga, che ci porta ad esplorare Sanctuarium con un certo margine di libertà, proponendoci molteplici obiettivi che spesso possiamo perseguire nell'ordine che preferiamo. Racconta una storia cupa e sanguinosa, che ci vede seguire le orme di Lilith, la figlia di Mefisto che sta corrompendo gli abitanti di Sanctuarium, un mondo che ha creato insieme all'angelo Inarius. Pur non brillando per originalità, la trama di Diablo 4 cattura l'attenzione con una scrittura di buon livello, un doppiaggio eccellente in versione italiana e un cast interessante che include personaggi inediti e vecchie conoscenze che strizzano l'occhio ai fan della serie.

Abbiamo particolarmente apprezzato alcuni comprimari, in particolare gli Horadrim che rappresentano tre diverse generazioni di eroi: il vecchio Lorath, lo stoico Donan e la tenace Neyrelle. Le loro storie sono coinvolgenti e articolate e si intrecciano in maniera intelligente con la ricerca del giocatore. Gli altri comprimari, invece, sono molto più evanescenti, spesso circoscritti alle sottotrame dell'Atto di turno, e lo stesso si può dire per gli antagonisti, le cui motivazioni rimangono confuse e opache fino alla fine.

Come detto, Diablo 4 non ha un finale vero e proprio. La campagna attuale si chiude in modo soddisfacente, ma rimanda in maniera neppure troppo velata ai futuri aggiornamenti con cui Blizzard proseguirà la storia: restano in sospeso alcuni snodi narrativi, così come i destini di vari personaggi.

Nonostante questo, e un paio di atti centrali sottotono che fanno da riempitivo e allungano artificiosamente la narrativa, ci sentiamo di promuovere una campagna sicuramente meglio scritta e narrata di quella di Diablo III. I momenti di prolungata esposizione che ne rallentano il ritmo in alcuni frangenti dimostrano allo stesso tempo una dedizione importante alla costruzione del mondo e alla caratterizzazione dei personaggi, che era importante azzeccare nell'economia di un titolo che deve poter vivere anche soltanto di questo: benché l'endgame sia il cuore di Diablo 4, esiste una percentuale di giocatori che si fermerà alla campagna senza approfondire più di tanto i contenuti successivi.

In questo senso, la campagna di Diablo 4 funziona e i futuri aggiornamenti rappresentano un modo efficace per riportare a Sanctuarium i giocatori che se ne fossero allontanati temporaneamente.

Due parole sul bilanciamento

Il Druido può combattere con la magia ma può anche tramutarsi in un orso o in un lupo mannaro
Il Druido può combattere con la magia ma può anche tramutarsi in un orso o in un lupo mannaro

Ci teniamo a precisare che la nostra valutazione finale di Diablo 4 non tiene conto del bilanciamento o, per meglio dire, della sua mancanza. Bilanciare titoli come Diablo 4 è difficilissimo, un'impresa pressoché titanica che richiede frequenti e molteplici aggiornamenti: non a caso, già pochi giorni dopo il lancio Blizzard ha provveduto a pubblicare un giro di miglioramenti e riduzioni che hanno rovesciato l'efficacia di alcune classi. In un certo senso, questo squilibrio temporaneo fa parte del gioco: l'esistenza di classi più o meno avvantaggiate rispetto alle altre porta i giocatori a creare nuovi personaggi e a provare diverse configurazioni, alimentando costantemente il ricambio di giocatori e un crescente interesse nei confronti dei contenuti che si appoggiano alle raffinatezze del gameplay.

Al momento, Diablo 4 è perfettamente giocabile con ogni classe. Avremmo sicuramente preferito un equilibrio maggiore tra le possibili build di ogni classe, ma non sembra che ci siano classi più disfunzionali di altri, quantomeno non ai livelli medio/bassi dei contenuti finali. È chiaro che se ci fosse stato uno squilibrio tale da rendere il titolo ingiocabile con questa o quella classe saremmo stati più severi: è anche per questo che abbiamo scelto di giocare col Druido, una delle classi più criticate nei weekend di beta - sebbene fosse impossibile sbloccare persino i suoi Spiriti della natura - ma con la quale non abbiamo avuto nessun problema a completare la campagna e a tuffarci nell'endgame, da soli e in compagnia.

I boss mondiali sono eventi a tempo
I boss mondiali sono eventi a tempo

Il problema del bilanciamento influenza, semmai, la questione del reset delle abilità. Abbiamo sollevato il problema nella nostra recensione iniziale, prevedendo che avrebbe avuto un impatto maggiore nell'endgame. In questo caso ci sono due considerazioni da fare. In primo luogo, il denaro richiesto per resettare completamente le abilità non si è rivelato poi così esorbitante come sembrava: al termine del gioco si accumula parecchio oro e il reset non svuota così tanto il portafoglio, anche perché questa funzionalità non è stata pensata per essere usata di continuo.

In secondo luogo, Blizzard vuole che i giocatori investano il loro tempo sulle build più importanti e significative, ma gli eventuali aggiornamenti che indeboliscono alcune abilità - e quindi alcune build - possono obbligare i giocatori a resettare una o più abilità, nel tentativo di trovare una nuova configurazione soddisfacente. Non potendo prevedere la frequenza e l'incisività di questi aggiornamenti, è difficile considerare l'inevitabile problema del bilanciamento qualcosa che possa sminuire l'esperienza, anche perché non abbiamo sentito il peso di questi squilibri. Per il momento, insomma, ha poco senso esprimere un giudizio definitivo sulla faccenda, ma certo non si può dire che a Irvine non si siano mossi con celerità.

L'endgame: cos'è e come funziona

La schermata delle Eccellenze di Diablo 4
La schermata delle Eccellenze di Diablo 4

Chiusa la campagna, il giocatore può continuare a esplorare Sanctuarium e perseguire le attività presenti fin dall'inizio: le missioni secondarie, le spedizioni e le cantine, gli eventi pubblici, la ricerca delle effigi di Lilith e così via. Completando la prima spedizione principale, tuttavia, si sblocca un altro livello di difficoltà del mondo - che potenzia i nemici ma migliora anche i bottini - e si apre un ventaglio di attività che permette di continuare a crescere il personaggio specialmente dopo il livello 50, quando diventa disponibile la scacchiera delle Eccellenze: in questa schermata si possono definire meglio le build, scegliendo vari bonus e i Glifi che conferiscono nuove caratteristiche e variabili alle combinazioni di abilità. I Glifi si potenziano completando con successo le Spedizioni da Incubo: quest'ultime si svolgono nelle Spedizioni che già conosciamo, ma che dopo aver utilizzato l'apposito Sigillo dell'incubo diventano più difficile con l'aggiunta di vari modificatori.

I Sigilli dell'Incubo sbloccano Spedizioni sempre più difficili o complesse, scagliando sul giocatore orde di nemici, soprattutto di rango élite, che possono far cadere i bottini con una frequenza maggiore. Lo scopo dell'endgame, in fondo, è solo quello: potenziare il proprio personaggio ricorrendo a bottini sempre migliori. La grande varietà di parametri associati casualmente ai bottini induce a una ricerca continua degli oggetti migliori o delle percentuali più alte, e le nuove funzionalità di Diablo 4, che includono la possibilità di estrarre e imprimere i poteri leggendari sugli oggetti comuni fin dall'inizio, offrono al giocatore un'enorme libertà di scelta.

Nell'endgame la mappa di Sanctuarium si riempie di obiettivi
Nell'endgame la mappa di Sanctuarium si riempie di obiettivi

Alle Spedizioni da Incubo si aggiungono altri contenuti concepiti solo per l'endgame. Sbloccato l'Albero dei Sussurri, la mappa di Sanctuarium si riempie di obiettivi che ricompensano in Tetri Favori e ogni dieci favori accumulati si può scegliere un forziere pieno di bottini casuali. I Campi dell'odio e le Maree infernali sono, invece, eventi a tempo in cui i nemici lasciano cadere delle valute con cui è possibile aprire forzieri speciali: i Campi dell'Odio sono, tuttavia, le uniche zone di Sanctuarium in cui i giocatori possono sottrarsi a vicenda la valuta raccolta, mentre le Maree infernali compaiono casualmente in luoghi diversi della mappa e ci fanno combattere orde su orde di nemici. Infine, i boss mondiali compaiono in specifiche zone di Sanctuarium a intervalli di tempo e sono i contenuti più difficili, poiché servono più giocatori per sconfiggerli, ma potenzialmente anche i più remunerativi.

La varietà di contenuti, insomma, non manca, e raggiunto un certo livello e superata la seconda Spedizione principale, si sblocca un ulteriore livello del mondo in cui si trovano i bottini migliori in assoluto. Il progressivo disvelamento di contenuti e livelli di difficoltà aiuta a trattenere l'interesse del giocatore, che si sente stimolato a ripetere le attività summenzionate in cerca di migliorie per l'equipaggiamento, mentre allo stesso tempo accumula i punti esperienza per sbloccare nuove eccellenze nella scacchiera: non sono soluzioni particolarmente innovative e originali, ma funzionano e impegnano il giocatore senza annoiarlo.

Pro e contro dell'endgame

Vi consigliamo di completare la campagna per sbloccare la cavalcatura
Vi consigliamo di completare la campagna per sbloccare la cavalcatura

In buona sostanza, l'endgame di Diablo 4 offre una pletora di obiettivi in cui in un modo o nell'altro si guadagnano punti esperienza o bottini, e una volta raggiunto il massimo livello non resta che continuare a cercare l'equipaggiamento perfetto o crescere un nuovo personaggio. Il sistema dei Tetri favori garantisce una buona varietà di situazioni, scenari e sfide ad ogni partita, ma è chiaro che i giocatori più navigati cercheranno nelle Spedizioni da Incubo i record da battere in solitudine o con gli amici. Abbiamo molto apprezzato la varietà contenutistica dell'endgame, un po' meno i contenuti a tempo, come i boss mondiali e le Maree infernali, che finiscono per essere preclusi a chi non riesce a collegarsi proprio in quei frangenti della giornata.

È chiaro che a un certo punto subentra un senso di ripetitività, che è comunque naturale in questo genere di giochi, ma che dipende anche dal giocatore e dal suo livello di tolleranza e di interesse nei confronti di questo tipo di titoli. In altre parole, il fan di Diablo che cerca di massimizzare continuamente le sue performance troverà in Diablo 4 un gigantesco parco giochi in cui spendere centinaia di ore: se il sistema di abilità è già soddisfacente di suo - al netto di un'interfaccia che, lo ribadiamo, troviamo scomoda e poco intuitiva nell'assegnazione e nel ripristino dei nodi - quello delle Eccellenze stratifica ulteriormente l'esperienza, concedendo ancora più strumenti di controllo.

I Sigilli dell'Incubo modificano le Spedizioni in Spedizioni da Incubo
I Sigilli dell'Incubo modificano le Spedizioni in Spedizioni da Incubo

L'endgame di Diablo 4 è molto più articolato di quello di Diablo III, ma anche meno dritto, e in questo senso la struttura open world di questa iterazione di Sanctuarium ha finito col starci un po' stretta. In Diablo III era possibile lanciare la partita, aprire un Varco e completarlo nel giro di pochissimi minuti: questo tipo di approccio favoriva anche e soprattutto i giocatori che avevano poco tempo a disposizione e che potevano incastrare una partitina veloce tra un impegno e l'altro. In Diablo 4, la vastità del mondo di gioco e la complessità delle dinamiche endgame tolgono all'esperienza la sua immediatezza. Per raggiungere una Spedizione da Incubo, per dire, bisogna prima cercare il Sigillo giusto nell'inventario, quindi trovare l'ingresso sulla mappa, teletrasportarsi al Crocevia più vicino - sempre che si sia sbloccato - e quindi partire a piedi o al galoppo in direzione della spedizione.

Lo stesso vale per qualunque altro contenuto: la grandezza del mondo di gioco, per quanto vario e scenograficamente curato, rema contro l'immediatezza del gameplay. Diablo 4 è un titolo cui bisogna dedicare tempo e considerazione: dalla navigazione del mondo alla scelta dei contenuti endgame da affrontare, passando per l'assegnazione dei punti abilità o delle eccellenze. Ogni scelta ha un peso importante e va ponderata con un minimo di lungimiranza, onde evitare grossolani errori e inutili perdite di tempo e di oro.

L'Albero dei Sussurri ci ricompenserà ogni 10 Tetri favori
L'Albero dei Sussurri ci ricompenserà ogni 10 Tetri favori

Questo tipo di approccio, tuttavia, modernizza Diablo 4 in maniera significativa, specialmente nell'ottica della sua nuova natura live service. Il titolo Blizzard è fatto per durare, e parecchio, ma anche per essere sbocconcellato e ripreso in momenti diversi, per esempio all'uscita delle stagioni o delle espansioni. Già in questo suo stato embrionale, tuttavia, Diablo 4 propone una quantità e varietà di contenuti e soluzioni impressionante, e nessuno di essi rimanda alle famigerate microtransazioni: nonostante i prezzi sconfortanti, il negozio vende solo discutibili contenuti cosmetici che riteniamo abbiano un appeal quasi inesistente.

Resta da vedere come Blizzard rafforzerà il gioco nei mesi a venire. Le stagioni dovrebbero offrire sfide e contenuti aggiuntivi che metteranno i giocatori alla prova, garantendo al tempo stesso una pluralità di ricompense per chi avrà la forza di cominciare o ricominciare l'avventura col Pass battaglia di turno. Per il momento, non possiamo che promuovere l'ultima fatica Blizzard, che tutti temevano fosse figlia di uno sviluppo frettoloso, del marketing più becero e dello sguardo freddo e calcolatore di Activision. Invece, in Diablo 4 abbiamo ritrovato lo spirito più genuino e passionale di uno sviluppatore che ha firmato capolavori su capolavori: se i ragazzi di Irvine riusciranno a mantenere questo slancio lo scopriremo col tempo.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Battle.net
Prezzo 69,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (153)
8.3
Il tuo voto

Dopo aver giocato seriamente l'endgame, possiamo finalmente confermare la bontà di Diablo 4 che, tra campagna e contenuti extra, divorerà una quantità ridicola di tempo libero a chiunque voglia dedicarsi anima e corpo alla crescita di un personaggio e alla ricerca dei migliori bottini di Sanctuarium. Seppur passabile di accorgimenti che possano limarne le spigolosità, Diablo 4 si presenta già nei suoi primi giorni come un titolo di altissima qualità: se i ragazzi di Irvine riusciranno a sostenerlo nei mesi a venire, come promesso in più occasioni, Diablo 4 potrebbe diventare la punta di diamante della serie.

PRO

  • Endgame stratificato e ricco di contenuti
  • Un livello di personalizzazione robusto e soddisfacente

CONTRO

  • La struttura open world toglie immediatezza al gameplay
  • A un certo punto subentra un inevitabile senso di ripetitività