La recensione di Splatoon 3 deve necessariamente avere due funzioni: spiegare il gioco a chi ancora non lo conosce e permette ai veterani di capire se vale la pena continuare a investire tempo e denaro su questo peculiare competitivo Nintendo. Anche questa volta la qualità è altissima, ma potrebbe non bastare più per chi ha già speso centinaia di ore con il precedente Splatoon 2; di riflesso, sono passati cinque anni dall'ultimo capitolo e nel frattempo sono stati venduti qualcosa come altri novanta milioni di Switch: Splatoon 3 è qui anche per loro.
Competitivo vero
Per chi non lo sapesse, Splatoon è un competitivo vero, dove ci si spara contro (o meglio, splatta), ma solo getti di colore. Mettere fuori gioco l'avversario è una strategia fondamentale, a differenza di altri prodotti simili, però, non è la più importante: i colori sono un'arma, ma servono soprattutto a dipingere le mappe della tonalità assegnata alla propria squadra. A vincere non sarà la squadra che avrà "splattato" più nemici, ma chi avrà dipinto del proprio colore un'area maggiore dell'avversario.
Naturalmente le squadre possono ricolorare le zone già conquistate dal nemico e diverse armi e abilità speciali renderanno le battaglie più varie e strategicamente interessanti. In ogni momento, sarà possibile trasformarsi in un piccolo calamaro che potrà muoversi molto più velocemente se indirizzato nelle parti splattate del colore della propria squadra, ricaricando contemporaneamente l'inchiostro che gli permetterà di continuare a colpire mappa e nemici.
Un concept interessante, originale e in grado di offrire ai più giovani una porta d'ingresso verso un genere che solitamente non è in grado di affrancarsi dalla violenza (anche solo verbale: non ti uccido ma, appunto, ti splatto) nel quale è nato e in cui ha successivamente prosperato.
In Splatoon tutto è vibrante, allegro, solare, luminoso, però in modo diverso dagli altri giochi Nintendo. Perché Splatoon è anche moderno, seducente, non deve rendere onore a nessun classico del passato e rappresenta al 100% la nuova generazione di figure chiave nell'organigramma del gigante giapponese dell'intrattenimento elettronico. Il padre del gioco è il quarantenne Shintaro Sato e alla stessa generazione appartiene Seita Inoue, in Splatoon 3 promosso da artista capo a director. Conduce l'orchestra il veterano Nisashi Nogami, perché un producer con dieci anni in più d'esperienza non fa mai male. Ecco spiegato perché Splatoon sembra così diverso dagli altri giochi Nintendo, pur rimanendo chiaramente un prodotto creato nelle sacre officine di Kyoto.
Non c'è due senza tre
Il primo Splatoon è stata una prova, di quelle ben riuscite visto che in Giappone si trasformò in un batter d'occhio in una nuova mania. Il primo Splatoon, però, ha avuto anche la sfortuna di debuttare su WiiU, console dalle vendite disastrose, rimanendo in occidente quel gioco di cui probabilmente avevi sentito parlare, ma che non avevi mai avuto il piacere di provare.
Come tanti giochi WiiU, anche Splatoon ha dovuto attendere l'arrivo su Switch per raggiungere le meritate vendite: uscito nel 2017, dopo cinque anni Splatoon 2 riesce a piazzare più di tredici milioni di copie in tutto il mondo. Questo terzo gioco serve per fornire alla serie nuovi margini di crescita, l'infrastruttura di Splatoon 2 era chiaramente arrivata al limite, e conquistare chi fino a oggi ne era miracolosamente rimasto fuori, anche solo per motivi semplicemente anagrafici.
Rivoluzione rimandata
Sicuramente Splatoon 3 non è stato concepito per rivoluzionare la serie e non è nemmeno detto che ce ne sia bisogno. In quanto a meccaniche fondamentali di gioco, questo terzo capitolo è praticamente identico al suo predecessore: le modalità sono concettualmente le stesse, il sistema di progressione non è cambiato di una virgola, la struttura dei campi di battaglia e dell'hub centrale si presta alle stesse esigenze. Se cercate delle novità concrete, le troverete tra l'equipaggiamento e in una rinnovata modalità storia che però riprende ed espande quel che venne aggiunto attraverso la Octo Expansion per Splatoon 2. Non è tanto, si poteva fare molto di più, ma non è questo il motivo per il quale questo terzo gioco appare leggermente fuori fuoco.
Un'accoglienza fredda
Se per i veterani l'elemento critico è la mancanza di novità rilevanti, per le nuove leve è la sorprendente assenza di un'introduzione degna di questo nome e in grado, come nei capitoli precedenti, di farti capire immediatamente che tipo di esperienza hai davanti e cosa sei tenuto a fare nelle prime ore in compagnia di Splatoon 3. Non è un grosso problema per i fan di lungo corso, che dovranno comunque riprendere l'orientamento, ma i nuovi arrivati rischiano di sentirsi terribilmente spaesati.
Una maggiore enfasi nell'introdurre l'utente al mondo di gioco lo avrebbe aiutato anche a farlo sentire più a suo agio, mentre nel caso di Splatoon 3 succede che ti ritrovi in men che non si dica al centro della seppur splendida Splatville, ma senza capirne il perché. L'unico elemento a richiamare immediatamente l'attenzione è questo strambo vecchietto che, dalle grate di un canale di scolo, si sbraccia per attirare la nostra attenzione...
Torna Agent 3!
Quella fessura altro non è che la via che ci porterà direttamente nella deliziosa modalità single player di Splatoon 3, sette abbondantissime ore di gioco, ma in grado di offrire dozzine di sfide diverse, oltre alla possibilità di provare quasi tutte le armi presenti e ben prima di sbloccarle in multiplayer. Il funzionamento è semplice: il mondo è suddiviso in diverse isole e ognuna sarà ricoperta da una melma in grado di ucciderci all'istante, ma che potremo dissolvere potenziando il nostro cannone con le uova di salmone. Per trovarle, dovremo accedere ai diversi livelli che verranno rivelati proprio allo scomparire della melma, così fino a quando non avremo ripulito buona parte, o interamente, l'isola. A quel punto passeremo alla successiva.
Poliedrico e avvincente
Il bello dei livelli è che a volte permettono di scegliersi l'arma, altre ne imporranno una, altre ancora ce la toglieranno del tutto obbligandoci ad affidarci al pescegalletto Salmonello, che potremo tirare in giro lasciandogli fare il lavoro sporco come distruggere casse, attaccare nemici e azionare meccanismi. A volte il single player di Splatoon avrà il respiro di un puzzle game, mentre in alcuni livelli vestirà i panni di un action a tutto tondo, di conseguenza difficilmente vi annoierete prima di arrivare al boss finale. Siamo però ancora distanti da quel che offrirebbe un titolo per giocatore singolo, anche della stessa Nintendo: questa modalità rimane una costola del multiplayer, ed è un po' peccato visto in che modo è cresciuta rispetto a Splatoon 2 e quanto potenziale non sfruttato resterebbe da valorizzare. Non sarebbe bello uno Splatoon in cui single player e multiplayer avessero finalmente la stessa dignità?
Benvenuto Splattanza
Sarebbe bello anche uno Splatoon pieno di minigiochi, visto che Splatville nasconde di tutto, da tavoli di air hockey a cabinati di ogni forma e colore, eppure l'unico modo per interagire direttamente con gli altri è scegliere una modalità competitiva, senza nessuna lobby in comune. In realtà, in Splatoon 3 è stato aggiunto un nuovo minigioco, e non è affatto male. Durante il gameplay potremo infatti collezionare delle carte da utilizzare per giocare a Splattanza. In questo gioco l'obiettivo è sempre lo stesso, colorare il campo di battaglia qui diviso in caselle; per farlo non dovremo però sparare nemmeno un colpo, ma giocare a turno le carte che avremo selezionato per il nostro mazzo da battaglia. Splattanza è un passatempo semplice, ma divertente, descrizione perfetta anche per lo stesso Splatoon, ma sarà anche abbastanza profondo da restare interessante per mesi se non addirittura anni? Non possiamo metterci la mano sul fuoco...
Tante piccole novità
Anche le altre modalità hanno ricevuto interessanti modifiche, o divertenti varianti sul tema. Gli Splatfest, giorni speciali nei quali gli utenti si divideranno in squadre legate a una contrapposizione di elementi, come per esempio maionese contro ketchup, ora potranno anche prevedere la presenza di una terza squadra. Questo piccolo cambiamento, porta a battaglie molto più caotiche che in passato, tre minuti di splattate selvagge che metteranno a dura prova riflessi e nervi di tutti i partecipanti.
In Splatoon 3 tornano anche le Salmon Run, ovvero la modalità cooperativa del gioco Nintendo che vede quattro diversi giocatori collaborare per sconfiggere ondate sempre più potenti di Salmonoids e boss, cercando contemporaneamente di collezionare quante più uova possibili. In Splatoon 3 i giocatori potranno finalmente passarsi le uova esattamente come un pallone da rugby, per metterle al sicuro nella cesta apposita in modo molto più veloce e strategicamente avvincente che in passato. Da notare che le Salmon Run saranno ora sempre disponibili, mentre in Splatoon 2 queste si attivavano solo in determinati momenti della settimana e della giornata.
Anarchia a colori
Paradossalmente, la modalità che è stata ritoccata di meno nelle meccaniche è proprio quella principale. La Mischia Mollusca verrà introdotta attraverso partite amichevoli fino al quinto livello, successivamente potremo testare le nostre abilità nelle classificate, in questo terzo Splatoon ribattezzate Partite Anarchiche, a loro volta suddivise in diversi regolamenti (la classica Zona Splat, Torre Mobile, Bazookarp e Vongo Gol) che andranno a cambiare timidamente l'andamento della partita... alla fine resterà sempre fondamentale inchiostrare il livello più dell'avversario.
Mappe e modalità si alterneranno ogni ora in modo che diversi momenti della giornata offrano agli utenti esperienze diverse, esattamente come accade nel precedente Splatoon.
A rendere la Mischia Mollusca più fresca ci penseranno le nuove abilità speciali attivabili premendo l'analogico destro, e le nuove combinazioni di power-up che potremo assemblare personalizzando il nostro personaggio. Ogni scarpa, arma, accessorio e vestito, porterà in dote dei potenziamenti diversi: già questi da collezionare giocando sono già una miriade, e altrettanti ne arriveranno sotto forma di download. Tra tante nuove diavolerie più o meno utili, spiccano il motosqualo e il molluscatto: il primo ci permetterà di lanciarci a tutta birra verso un nemico colorando il tragitto ed esplodendo giunto a destinazione, mentre il secondo è un potere che consente fulminei spostamenti per il campo di battaglia trasformando le proprie braccia in tentacoli allungabili.
Tergilame e Calamarchi
Ci sono anche diverse armi nuove di zecca in Splatoon 3. Durante la nostra prova siamo però riusciti a provare in modo consistente soltanto due di queste: la tergilama, pensata per i giocatori che prediligono il corpo a corpo e la velocità sopra tutto il resto, e lo straordinario calamarco. Il calamarco, come si evince dal nome, è un arco molto speciale in grado di sparare tre diversi colpi contemporaneamente; la cosa più interessante è che l'ampiezza dei tre proiettili di colore cala nel tempo, ma aumenta la loro forza. Se si spara immediatamente, si hanno tre colpi ben distinti e ben distanziati tra loro, se aspetterete a far partire il colpo i tre proiettili si avvicineranno colpendo lo stesso bersaglio all'unisono. Non finisce qui: il calamarco può sparare i tre colpi orizzontalmente e, se lascerete il grilletto saltando, verticalmente. Il calamarco è senza dubbio una delle aggiunte migliori: è versatile ma bisogna imparare a utilizzarlo, ma predilige le medie distanze. I colpi speciali sono molto più vari che in precedenza e possono fornire aiuto sia in attacco che in difesa, al giocatore che li usa e in alcuni casi anche a tutta la squadra nei paraggi; hanno anche effetti più concreti sul campo da gioco, il che li rende molto più appariscenti e divertenti da usare e subire.
Sessantaeffepiesse
Graficamente Splatoon 3 è molto, molto simile a Splatoon 2. Ci sono migliori effetti di sfocatura e le animazioni dei personaggi sono decisamente più fluide che in precedenza. I 60fps sono garantiti durante i match, ma qualche calo si è intravisto nell'hub centrale: la bellissima Splatville paga lo scotto di caricare sulla piccola console Nintendo un bel po' di dettagli.
Le musiche sono come sempre superlative, in piena continuità con quanto ascoltato nei due giochi precedenti. Altre interessanti novità di Splatoon 3 riguardano soprattutto la cosiddetta "quality of life", ovvero quell'insieme di funzioni che rendono l'uso del gioco più immediato e per certi versi divertente. Due esempi su tutti: in alcune modalità ora sarà possibile restare con un gruppo di giocatori anche dopo la fine di un match, ed è finalmente possibile salvare e selezionare diversi kit d'equipaggiamento in modo da selezionarli secondo necessità prima di ogni battaglia. Inoltre, sarà possibile trasferire il proprio salvataggio di Splatoon 2 in Splatoon 3 in pochi comodi passaggi, in modo da non ripartire da zero.
Conclusioni
Splatoon 3 è un gioco dall'indubbio fascino che dopo cinque anni prova a tornare alla ribalta con tante buone migliorie, ma senza quel salto di qualità e di contenuti che gli avrebbe permesso di lasciare nuovamente il segno. Un prodotto che sceglie di costruire il futuro della serie in piena continuità con il suo predecessore e con pochi timidi passi in avanti. Se vi siete divertiti con i precedenti è impossibile che non vi divertiate con questo, i nuovi arrivati non troveranno un benvenuto all'altezza, ma come gli altri prima di loro un'esperienza poliedrica, veloce, adatta sia a interi pomeriggi davanti alla televisione che a due match da tre minuti ciascuno sdraiati nel parco e collegati via telefono. Senza violenza gratuita e senza messaggi intimidatori... non è affatto poco.
PRO
- Coloratissimo e dallo stile inconfondibile
- 12 mappe pronte all'uso
- La modalità single player!
CONTRO
- Essenzialmente lo stesso gioco di cinque anni fa
- Splatville è grande e dettagliata, ma non c'è molto da fare
- Introduzione poco interessante per i nuovi giocatori