Attenzione, spoiler!
Toh, guarda, c'è un Mando! L'allusione musicale alla fine dello scorso episodio non aveva lasciato dubbi che lo avremmo rivisto, ma non ci aspettavamo che il Capitolo 5 di The Book of Boba Fett fosse incentrato solo su di lui, né tanto meno che fosse un'eccezionale oretta di televisione, soprattutto ripensando ai passi falsi della nuova serie Disney+ in tema Star Wars.
Per inciso, è così che si dovrebbe dimostrare la fragilità di un protagonista di Star Wars. Lo si mette a confronto con una minaccia al meglio delle sue condizioni, e gli si fanno commettere errori grossolani che rivelano la sua umanità sotto l'armatura scintillante di Beskar. E il modo in cui Mando si ferisce alla gamba con la Spada Oscura nel prologo dell'episodio fa quasi tenerezza: in un attimo ci ricorda che l'avevamo lasciata nelle sue mani e che lui non è un Jedi addestrato nell'arte della spada laser.
A scanso di equivoci, no, non avete le traveggole e, no, non stiamo parlando della nuova stagione di The Mandalorian: questa è la recensione del Capitolo 5 di The Book of Boba Fett, anche se sembra tutt'altro.
Il ritorno del Mandaloriano
Superato il prologo nella macelleria dei Klatooiniani, il Capitolo 5 ci delizia con uno splendido tuffo nella dimensione più umana di Star Wars. Raramente ci è capitato di vedere i lati più quotidiani di questo universo - L'attacco dei cloni, con l'inseguimento nei cieli di Coruscant, è probabilmente il film della Saga che più ci è andato vicino - e The Book of Boba Fett spalanca una finestra su quella che sembra quasi la Cittadella di Mass Effect, con un pizzico di Ringworld niveniano, e il suo viavai di passanti e civili impegnati a farsi i fatti loro mentre Mando consegna la sua ultima taglia.
La sequenza è ricchissima di dettagli e comparse in costume, e sfrutta una computer grafica allo stato dell'arte per portarci al cospetto dell'Armaiola. Scopriamo così che lei, Mando e Paz Vizsla sono gli ultimi Mandaloriani rimasti dopo lo scontro con l'Impero. La prima metà di The Book of Boba Fett 1x05 è letteralmente quello che si definisce una "lore dump", cioè uno spiegone che fa più chiarezza sulla convoluta storia di Mandalore e della Spada Oscura, che finora abbiamo appreso a spizzichi e bocconi guardando i migliori episodi di Star Wars: The Clone Wars e Star Wars Rebels.
L'Armaiola racconta di come la Spada Oscura, costruita originariamente da un Jedi Mandaloriano di nome Tarre Vizsla, sia sostanzialmente legata a doppio filo con una profezia sul destino del pianeta Mandalore: il fatto che Din Djarin l'abbia ottenuta sconfiggendo Moff Gideon in combattimento ne sancisce il diretto a governare sui suoi compatrioti. Il problema è che Paz Vizsla non la pensa allo stesso modo.
La permanenza di Mando nel rifugio dei Mandaloriani superstiti è significativa non solo perché ci aggiorna sulle complicate condizioni della tribù, ma anche perché ci ricorda quanto complessa e intricata possa essere la mitologia di Star Wars dietro il grande schermo. A ogni modo, è un segmento girato divinamente dalla sempre più brava Bryce Dallas Howard che, dopo il suo timido esordio nel passabile Capitolo 4 di The Mandalorian, aveva poi messo mano al mito mandaloriano - portando in scena la versione live action di Bo-Katan Kryze, nientedimeno - nel terzo episodio della seconda stagione. La figlia di Ron Howard - il mitico Richie Cunningham in Happy Days, già talentuoso regista, tra le altre cose, di Solo: A Star Wars Story - ha fatto davvero passi da gigante, e grazie anche a un budget generoso, tratteggia questo episodio con una cura e un rigore fuori dal comune.
Dov'è finito Boba Fett?
Il Capitolo 5 di The Book of Boba Fett non è un episodio perfetto, ma quasi. La seconda metà fa un piccolo scivolone prolungando in modo eccessivo tutta la scena nel garage di Peli Motto, interpretata dalla sempre brava Amy Sedaris. La meccanica di Mos Eisley è un personaggio ricorrente in The Mandalorian e anche questa volta presta il suo strampalato aiuto al nostro Mando nella ricostruzione nientepopodimeno di un caccia N-1 nubiano che, per chi non se lo ricordasse, rimanda direttamente a Episodio 1: La minaccia fantasma. Giro giro tondo, è lo stesso modello che pilotò il piccolo Anakin Skywalker nel climax del film, e infatti l'episodio della serie TV cita indirettamente proprio quelle scene, nonché la passione di George Lucas per le corse. Ve la ricordate la gara di sgusci, sì?
Bisogna dire che la scena nel garage è un po' troppo lunghetta, sì, ma anche spassosa. Tralasciando il significativo dettaglio inedito che i Jawa sono pelosi sotto i cappucci - non abbiamo mai visto un Jawa senza, ma abbiamo dovuto scoprirlo da Peli Motto che ha avuto una relazione con uno di loro, alé - a un certo punto si incarta in un'esposizione di paroloni e supercazzole fanta-ingegneristiche che è difficile prendere sul serio. I dialoghi sembrano usciti da una gag di Amici miei, e probabilmente l'effetto comico è voluto, ma la Howard forse calca un po' troppo la mano.
In ogni caso, la scena nel garage è piena di fanservice e omaggia anche noi videogiocatori con un fantastico cameo: il droide BD, lo stesso modello che accompagna il protagonista del gioco Star Wars Jedi: Fallen Order che, come abbiamo scoperto pochi giorni fa, sta per avere ufficialmente un sequel.
Alla fine, tutto serve a riportare in scena la Nuova Repubblica - ancora una guest star di The Mandalorian, Paul Sun-Hyung Lee nei panni dell'astropilota Carson Teva - e far incontrare Mando e Fennec Shand in una chiosa appiccicata con lo scotch che ci ricorda, dopo cinquanta minuti di televisione, che stiamo guardando The Book of Boba Fett e non The Mandalorian. Perché, intendiamoci, questo tutto ci è sembrato tranne che un capitolo di The Book of Boba Fett. Tralasciando che l'omonimo protagonista neanche compare, è proprio la qualità generale che sembra appartenere a un'altra serie, e forse, ci viene da pensare maliziosamente, è proprio così. Considerando quanto è importante questo episodio per la storia del Mandaloriano più amato della fiction, è assurdo pensare che Disney+ l'abbia scientemente infilato in un'altra serie.
Tra i riferimenti a Grogu, alla mitologia mandaloriana, al Mitosauro e così via, abbiamo avuto l'impressione che Disney e Lucasfilm abbiano voluto collocare quello che a tutti gli effetti sembra il primo episodio della stagione 3 di The Mandalorian nel bel mezzo di The Book of Boba Fett per risollevare le sorti di una serie che finora ha avuto più bassi che alti. La prossima settimana difficilmente vedremo il tanto atteso rincontro tra Din e Grogu, che sarebbe più saggio rimandare a The Mandalorian 3, ma almeno avremo Mando a dar man forte a quel vecchiardo di Boba negli ultimi due episodi della stagione.
Conclusioni
Multiplayer.it
9.0
"Il ritorno del Madaloriano" è un'ora di grande TV e un'ora di grande Star Wars che consigliamo di vedere soprattutto a chi ha amato The Mandalorian semplicemente perché è un episodio di questa serie spacciato per il Capitolo 5 di The Book of Boba Fett. È assurdo, ma ogni elemento suggerisce questa ipotesi, soprattutto la scena finale con Fennec Shand che sembra quasi essere stata girata in un secondo momento solo per rinforzare la serie dell'ex cacciatore di taglie clonato. E purtroppo conferma il nostro più grande sospetto: a non funzionare, finora, è stato proprio Boba Fett. E anche Robert Rodriguez.
PRO
- È praticamente un nuovo episodio di The Mandalorian
- L'approfondimento sui Mandaloriani e la Spada Oscura
- La regia di Bryce Dallas Howard
CONTRO
- "Senta, è previsto che si veda Boba Fett nel suo The Book of Boba Fett?"
- La scena nel garage di Peli Motto è troppo lunga