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The Wonderful 101: Remastered, la recensione della versione Switch

Dopo aver superato con successo la "prova Kickstarter", The Wonderful 101 è finalmente sfuggito alla prigione di WiiU per arrivare sulle altre piattaforme. Ecco la nostra recensione della versione Switch di questo splendido e sfortunato action di PlatinumGames

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   12/05/2020

Avere a che fare con la recensione di The Wonderful 101: Remastered anni dopo la sua comparsa su WiiU è un evento gioioso per chiunque ami gli action. Questa ambiziosa opera di Hideki Kamiya e dei PlatinumGames viene quasi all'unanimità osannata all'interno del genere, per via di una dose pressoché illimitata di personalità e del suo essere una sorta di splendida vetrina delle capacità del team di Osaka. Wonderful è, in poche parole, una cornucopia di sistemi, citazioni e trovate geniali, così ricca di pregi da potersela vedere con qualunque contendente a testa alta. Poterlo rigiocare su hardware nettamente più popolari con la consapevolezza di una sua possibile (e meritatissima) rinascita ci scalda il cuore, e riteniamo che esistano pochissimi videogame altrettanto degni di una seconda possibilità sul mercato.

Detto ciò, vogliamo essere completamente sinceri con voi: il Kickstarter dedicato alla versione Remaster del gioco è stato una discreta porcata. Kamiya in persona ha ammesso che il progetto non aveva bisogno dei finanziamenti extra per venir portato a termine, e che la piattaforma è stata utilizzata più per vagliare l'interesse sul gioco e riaccendere l'interesse del pubblico che per l'effettiva raccolta fondi. Poco male, dato che la buona riuscita della cosa alla fine ha portato alla promessa di contenuti aggiuntivi per il futuro, ma si tratta comunque di un uso non propriamente consono di Kickstarter, che potrebbe creare spiacevoli precedenti. Noi però oggi non siamo qui per valutare il comportamento del team, bensì il prodotto finale, dunque cercheremo di descrivere nel dettaglio le caratteristiche di questa peculiare "remaster" (e le virgolette sono d'obbligo), e per l'esattezza della versione Nintendo Switch. Wonderize review!

The Wonderful 101: Remastered, la recensione della versione Switch

un po' di storia: ultra sentai

The Wonderful 101 nasce come secondo titolo della "trilogia dei supereroi" di Hideki Kamiya, un trittico di giochi che per ora esiste parzialmente solo nella testa del leggendario director, dato che il terzo videogame del gruppo - recentemente svelato col nome di Project GG - non è ancora uscito, laddove il primo è il fantastico Viewtiful Joe. Si tratta a tutti gli effetti di opere ispirate all'universo supereroistico giapponese, con Joe marcatamente influenzato da Kamen Rider, il nuovo progetto in arrivo preso di peso da Ultraman, e The Wonderful 101 in larga parte basato sui Super Sentai.

Questi ultimi sono, per farla facile, gruppi di eroi impegnati a difendere la terra da un mortale nemico (di norma una classica invasione aliena), che hanno rappresentato lo stampo originale per serie occidentali famosissime quali i Power Rangers. Nel caso di The Wonderful 101, però, non ci sono origin story in cui i membri del team ottengono i propri poteri: si parte subito nel mezzo dell'azione, con una squadra già ben consolidata di cento eroi chiamata Wonderful 100, parte del gruppo Centinels di difesa terrestre.

The Wonderful 101: Remastered, la recensione della versione Switch

Il fatto che ci sia poco spazio per le premesse non deve però trarre in inganno, poiché l'invasione dei temibili alieni GEATHJERK è meno stereotipata di quanto si possa credere, e The Wonderful 101 risulta un titolo dalla narrativa sensibilmente più ricca di quanto ci si potrebbe aspettare. Va sottolineato, ad ogni modo, che non si tratta di un titolo dove la storia rappresenta un elemento fondamentale: i Platinum hanno evitato di prendersi troppo sul serio, creando una campagna demenziale per la maggior parte del tempo, e quasi alienante nella sua assurdità e nei suoi eccessi in alcuni momenti; ogni cosa è pensata per valorizzare la spettacolarità dell'azione e delle scene, e fortunatamente gli sviluppatori sono riusciti nel loro intento, creando un cocktail saporitissimo ed esilarante dall'inizio alla fine (in particolare il picco finale è qualcosa di folle), anche grazie alle personalità caricaturali dei tanti protagonisti coinvolti. L'elemento del gruppo correlato ai super sentai non va a influenzare però la sola trama: è il fulcro dell'esperienza, attorno a cui è costruito l'intero gameplay. E che gameplay signori e signore.

Gameplay: caos controllato

Non vi abbiamo scartavetrato le gonadi cantando le lodi di questo lavoro di PlatinumGames in apertura di articolo per un vezzo: pad alla mano (o, in questo caso, joycon alla mano), The Wonderful 101: Remastered è uno dei videogiochi più strabilianti in circolazione. Il sistema che muove il tutto è una mescolanza di meccaniche prese in parte dagli action tecnici più noti del team nipponico, ma la colonna portante è la possibilità di eseguire azioni complesse tracciando dei segni con l'analogico destro (o con il touch screen di Switch), da cui partono e si sviluppano la maggior parte delle manovre utilizzabili.

La prima, e forse più significativa, è la semplice capacità di cambiare arma, poiché nel gioco si sbloccano ben sette strumenti in combattimento avanzando nella campagna - pugno, spada, pistola, frusta, artigli, martello e bomba - a cui se ne aggiungono altri speciali legati a personaggi sbloccabili e segreti. All'apparenza può sembrare una semplice versione più complicata dello switch delle armi di svariati altri action, eppure la possibilità di "disegnare" è direttamente correlata al numero di personaggi utilizzati in quel momento, al consumo di batterie speciali per l'uso delle manovre, alla possibilità di eseguire azioni alternative - tra cui il sollevare e lanciare oggetti e nemici - all'elaborato sistema di combo del gioco, e alla costante necessità di usare lo strumento giusto al momento giusto.

The Wonderful 101: Remastered, la recensione della versione Switch

In The Wonderful 101, infatti, passare da un'arma all'altra diventa a un certo punto una sorta di seconda natura, come se si eseguissero delle movenze da picchiaduro collegate ad ogni simbolo utilizzato. Inizialmente la giocabilità non appare molto intuitiva; le cose migliorando quando si comprende come sia possibile inserire input complessi prima dell'attivazione di ogni strumento per attivare mosse speciali al momento della comparsa, aumentare il moltiplicatore del danno creando armi più grosse con più membri del gruppo coinvolti nella trasformazione, e persino far partire delle combinazioni multiple attivando segni perché siano i propri compagni a usare le armi, mentre si utilizza separatamente quella principale.

È un'idea notevole, che permette - una volta sbloccate buona parte delle manovre disponibili - di sbizzarrirsi in virtuosismi di rara bellezza, senza contare che il tutto diventa ancora più impegnativo alla massima difficoltà sbloccabile, nella quale lo scorrere del tempo non rallenta più automaticamente mentre si tracciano i segni (e a quel punto la possibilità di disegnare più velocemente con abilità extra e la pressione di uno dei trigger diventa fondamentale). L'unico problema? Non sempre il gioco è perfettamente preciso nella lettura delle volontà del giocatore, anche se questo esegue movenze molto chiare. Vi capiterà infatti spesso durate le prime ore di sfoderare la frusta durante il tracciamento di un simbolo non perfetto perché il titolo lo ha letto come uno scarabocchio, ed evitare quasi totalmente errori simili richiede davvero parecchia pratica. Inoltre, per una questione di velocità e precisione, vi sconsigliamo caldamente l'utilizzo dei comandi touch. L'analogico è molto più affidabile.

Un'arma per ogni situazione

Per la cronaca, se già quanto descritto poco fa vi sembra complicato tenetevi forte, perché abbiamo appena raschiato la superficie del combat system di questo assurdo videogame. Ricordate quando abbiamo parlato della necessità di cambiare armi spesso? Bene, perché non stavamo scherzando: durante l'avventura The Wonderful 101 mette il giocatore di fronte a una pletora di nemici estremamente differenziati e facilmente riconoscibili, dotati di caratteristiche che li rendono molto difficili da arginare se non si sfruttano le loro debolezze. Grosse tartarughe corazzate vanno devastate col martello prima di poter essere attaccate a dovere, i laser di certi mech alieni vanno rimandati indietro con la lama della spada, le mosse infuocate assorbite con il pugno, le corazze appuntite eliminate con la frusta, e così via, con tanto di avversari con cui è addirittura obbligatorio utilizzare oculatamente le manovre difensive come la schivata o la "parata budino", per ottenere qualche secondo di stordimento e la possibilità di lanciare in aria per una combo. Nel sistema è addirittura contenuto un attacco di gruppo, che porta alcuni dei Wonderful a scalare gli avversari e a stordirli dopo un po', e permette di attivare una sorta di automira in un gioco dove la visuale dall'alto renderebbe il targeting classico dei nemici abbastanza ridondante.

The Wonderful 101: Remastered, la recensione della versione Switch

Questo elemento puzzle proprio della maggior parte delle battaglie dona una eterogeneità impressionante al gameplay, ulteriormente rinvigorito dalla complessità delle meccaniche generali. La magagna principale sta, come abbiamo già accennato, nella scarsissima accessibilità del gioco, che non solo non si preoccupa di spiegare granché bene le sue meccaniche più avanzate con dei tutorial decenti, ma costringe a stare costantemente attenti a un notevole numero di fattori, dai compagni che possono venir storditi e lanciati per la mappa anche quando il leader non subisce danni (e vanno recuperati o non si ha materia prima per le trasformazioni), al consumo e recupero di batteria per le mosse e i segni, fino alla necessità di contrastare gli avversari in modo furbo per aggirare le loro difese. Aggiungete a tutto questo una aggressività non indifferente dell'intelligenza artificiale nemica anche a difficoltà normal, e una visuale dall'alto spesso un po' troppo ravvicinata, e otterrete un gioco davvero caotico a tratti, che potrebbe spaventare i più.

Insomma, The Wonderful 101 è una creatura mostruosamente di nicchia ed elitaria per natura, ma vi consigliamo comunque di non cedere, apprendere pian piano il sistema e non curarvi eccessivamente del punteggio di fine missione durante le prime ore (sì, le valutazioni tornano come in buona parte dei titoli Platinum): pian piano imparerete a gestire i combattimenti, ed esistono pochi action là fuori capaci di far sentire il giocatore una divinità al livello di questo quando se ne padroneggiano i sistemi.

The Wonderful 101: Remastered, la recensione della versione Switch

La qualità su Switch

Il lavoro di PlatinumGames non brilla solo durante le battaglie classiche, ma anche negli intermezzi, specialmente numerosi durante le stratosferiche fasi contro i boss. "Varietà" è la parola d'ordine per questo gioco, ed è stato fatto di tutto per sommergere il giocatore con situazioni sempre diverse, che vanno da semplici QTE a tempo a fasi platform, passando per momenti che avvicinano il gioco a uno sparatutto a scorrimento, e curiosi enigmi di facile risoluzione. I mutamenti sono costanti e non c'è un livello uguale all'altro durante la campagna, con alcune fasi che spezzano il ritmo in modo davvero intelligente, e indizi sparsi che indicano più o meno sempre con chiarezza cosa fare per avanzare.

In questa versione, peraltro, sono stati riproposti persino i momenti a doppio schermo che facevano uso del paddone di WiiU, con una scontata ma funzionale sovrapposizione dello schermo secondario all'azione. Paradossalmente, certe fasi sono persino fruibili meglio così, anche grazie alla possibilità di allargare a piacere la seconda visuale o di giocare con lo schermo diviso, tuttavia questo è pressoché l'unico vero elogio fattibile all'operazione di remaster perché... questa nuova versione di The Wonderful 101 è a tutti gli effetti un port diretto, con cambiamenti marginalissimi.

The Wonderful 101: Remastered, la recensione della versione Switch

Il lavoro di Kamiya e compagnia ha infatti gli stessi problemi dell'originale legati al delirio di certe situazioni, alla gestione non perfetta della telecamera e ai tutorial non cristallini, ma sono sbavature secondarie se si considerano tutti gli elementi positivi della produzione. Chiamare questa nuova versione "Remaster" è però piuttosto disonesto, perché su Switch le prestazioni sono estremamente simili all'originale per WiiU, e sono state applicate solo una manciata di modifiche ai valori dei potenziamenti da acquistare a fine missione (qualche abilità precedentemente disponibile va ora comprata, mentre sono stati ridotti enormemente i costi delle due principali tecniche difensive).

Nel complesso è stato fatto un lavoro decente: il gioco viaggia attorno ai 60 FPS abbastanza stabili - con qualche calo trascurabile in situazioni davvero molto concitate - a 1080p, e il suo look cartoonesco è invecchiato alla grande; peccato che non sembrino esserci ritocchi tecnici di alcun tipo, e la versione Switch appaia identica a quella da cui tutto è nato. Dunque è il caso di ribadirlo: siamo davanti a un port, non a una versione migliorata dell'originale, tanto che alcuni dei bug sono rimasti anche qui (noi non abbiamo trovato nulla di devastante, anche se ci sono stati un paio di momenti in cui dei bachi ci hanno costretto a ricaricare l'ultimo checkpoint, così come accadeva su WiiU). Certo, va precisato che la build da noi testata è quella arrivata ai backer con alcuni giorni di anticipo, e che vi saranno sicuramente delle patch correttive future oltre a quella che aggiungerà i contenuti extra. Pure dimenticandosi dei bug, comunque, rimane evidente come il lavoro fatto non sia particolarmente titanico, e non possiamo trascurare questa cosa in sede di recensione.

Forse è il caso di fare qualche precisazione finale prima di chiudere: mentre le copie per Switch sono stabili e piuttosto valide tecnicamente, pare che su PC il gioco non sia ottimizzato alla perfezione, e più di un utente si è lamentato di problemi di frameskip (curiosamente risolvibili con app esterne), e di poca considerazione per le configurazioni più potenti (con il titolo che per alcuni utenti risulta quasi ingiocabile in 4K). Non abbiamo avuto modo di testare il port PC purtroppo e non possiamo confermare, ma viste le testimonianze forse è meglio aspettare qualche correzione prima di buttarsi a capofitto su quella versione.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Multiplayer.it
8.2
Lettori (23)
8.0
Il tuo voto

Se amate gli action complessi The Wonderful 101: Remastered va giocato a tutti i costi. Questa creatura di PlatinumGames è un piccolo capolavoro del genere action, caos creativo nella sua forma più pura, che una volta imbrigliato offre un'esperienza paragonabile a ben poche cose nel suo ecosistema. E sì, è un titolo brutalmente stratificato, a tratti confusionario e difficile da approcciare, eppure i suoi sistemi sono così brillanti e ricchi di qualità, e la sua campagna è così esplosiva ed esagerata da rendere un peccato mortale ignorarlo anche ora che è sfuggito alle desertificate lande del WiiU. Se non lo premiamo con un voto sensibilmente più alto di quello che vedete, è solo perché Platinum ha fatto davvero il minimo indispensabile per far arrivare il gioco su Switch, e questa Remastered è a tutti gli effetti poco più di un port diretto (con la promessa di contenuti futuri). Voi fregatevene, e prendetelo comunque.

PRO

  • Sistema di combattimento straordinariamente elaborato e originale
  • Boss assolutamente spettacolari, e campagna incredibilmente variegata
  • Longevità più che degna, e rigiocabilità estrema
  • Graficamente è invecchiato benone

CONTRO

  • A tratti resta estremamente caotico e difficile da gestire
  • Questa remastered è poco più di un port, quasi identica alla versione originale