La recensione di Yakuza 4 è particolarmente interessante per il valore storico che questo episodio ha avuto all'esordio, nel 2010 e un anno dopo qui da noi. Parliamo infatti del primo capitolo della serie SEGA dotato di una struttura e di una direzione assimilabile alle ultime uscite, caratterizzato dunque da un feeling e da soluzioni vicine a quelle a cui siamo ormai da tempo abituati, che per forza di cose risultano invecchiate meglio rispetto al "vetusto" Yakuza 3.
I motivi dietro questa sostanziale differenza stanno nella genesi del progetto, il primo sviluppato effettivamente per PlayStation 3, laddove l'episodio precedente era probabilmente nato come produzione cross-gen e si portava dietro tutti i limiti, soprattutto tecnici, derivanti da questa impostazione. Si tratta inoltre del primo Yakuza in cui si controllano diversi personaggi, ben quattro, lasciando per assurdo il protagonista storico, Kazuma Kiryu, in un ruolo un po' di secondo piano rispetto al carisma e alle peculiarità delle new entry.
Storia, ambientazione e personaggi
Seconda delle tre remaster incluse in The Yakuza Remaster Collection, la raccolta disponibile esclusivamente in formato digitale su PlayStation Store,Yakuza 4 vanta una campagna composta da un totale di sedici capitoli, a cui si aggiunge una parte "corale" alla fine.
Come detto, il gioco ci alterna al comando di quattro differenti figure, ognuna dotata di un interessante background e di un ruolo preciso all'interno di una vicenda che, come nella migliore tradizione della serie, si sviluppa e cresce alla stregua di un appassionante romanzo in stile hard boiled.
La vicenda inizia con Shun Akiyama, un uomo dalle origini davvero particolari, imprenditore di successo che si muove fra le strade di Kamurocho gestendo vari locali e cercando, a suo modo, di aiutare le persone che ne hanno bisogno attraverso la sua società finanziaria.
Un giorno Shun entra in contatto con una donna tanto affascinante quanto misteriosa, che ha bisogno di un prestito esorbitante ma non può fornire alcuna garanzia né spiegazioni precise sul motivo per cui necessita di tale somma. La faccenda assume ben presto connotati inquietanti, coinvolgendo gli altri protagonisti in un preciso ordine.
Si parte da Taiga Saejima, amico fraterno di Goro Majima, e si prosegue con il poliziotto Masayoshi Tanimura, il cui aspetto e voce sono cambiati rispetto all'originale per motivi molto simili a quelli che hanno determinato la sostituzione di uno dei personaggi di Judgment: l'attore si è ritirato dopo una storia di droga.
Queste figure si muovono all'interno di una vicenda che si rivela ben presto molto impegnativa, e che richiede alla fine l'intervento di Kazuma Kiryu, in un crescendo che i fan del franchise non potranno che trovare esaltante; anche stavolta raccontato con i giusti tempi e con una straordinaria capacità di motivare il giocatore, spronandolo ad affrontare nemici sempre più subdoli e pericolosi.
L'ambientazione in questo caso si limita all'ormai ben noto quartiere fittizio di Kamurocho, che tuttavia appare decisamente rivoluzionato rispetto alla pochezza visiva e interattiva del già citato Yakuza 3.
Le strade sono infatti discretamente popolate, non ci sono problemi con la distanza visiva e ciò riesce a rendere molto meglio le atmosfere tipiche di Yakuza, che con questo quarto episodio non raggiunge però quella pienezza e quel dettaglio in grado di offrirci un vero e proprio tour interattivo delle zone più controverse di Tokyo. Sono state comunque introdotte aree inedite che curiosamente non hanno trovato posto nei capitoli successivi, vedi ad esempio la stazione della metro con la sua galleria commerciale.
Trofei PlayStation 4
I 48 Trofei di Yakuza 4 si ottengono completando i vari capitoli della campagna, ma anche dedicandosi alle ricche attività collaterali che da sempre caratterizzano il franchise, fra missioni secondarie e collezionabili.
Struttura, gameplay e realizzazione tecnica
L'introduzione dei quattro protagonisti in Yakuza 4 apre ovviamente a un'esperienza più variegata, non solo dal punto di vista narrativo ma anche da quello del gameplay.
Ogni personaggio ha infatti un rapporto differente con Kamurocho e con le sue attività, ad esempio Shun Akiyama gestisce un hostess club e gli capita dunque di recarsi in questi luoghi per gestire le ragazze che ci lavorano, assumerne di nuove, migliorarne l'aspetto e le capacità, e così via. Allo stesso modo, nella parte con Taiga Saejima ci troveremo a dover allenare dei combattenti che si trovano a partecipare a un torneo, mentre nei panni di Masayoshi Tanimura avremo occasione di riportare l'ordine per le strade del quartiere.
Anche il sistema di combattimento cambia di conseguenza, riflettendo lo stile di ogni personaggio e proponendo una differente progressione attraverso lo sblocco di nuove mosse, taunt, combo e dolorosissime finisher attivabili quando la barra della furia è piena. Tuttavia questo aspetto dell'esperienza manca ancora di rifinitura rispetto agli ultimi capitoli, e così succede che l'azione diventi piuttosto ripetitiva, appesantita dall'obbligo di effettuare sempre le stesse manovre per far fuori nemici che proprio non ne vogliono sapere di restare a terra.
Allo stesso modo, le subquest non vantano la complessità e la follia che è possibile riscontrare nella serie successivamente, proponendo incarichi abbastanza brevi e basilari, sebbene numerosi.
Sul piano tecnico, come accennato in precedenza, i passi in avanti rispetto a Yakuza 3 sono evidenti e sostanziali: Kamurocho si presenta in questo episodio in discreta forma, le atmosfere ci sono tutte, la gente per strada non manca (sebbene, in termini di popolosità e complessità, non ci sia confronto con gli ultimi episodi) ed è stato fatto un buon lavoro anche sul fronte dei modelli poligonali, più vari e meglio realizzati.
Le cutscene vantano un'ottima qualità, nei limiti di ciò a cui può ambire una remaster, ma per il resto manca ancora quella cura maniacale che è possibile apprezzare in Yakuza 0, Yakuza Kiwami, Yakuza Kiwami 2 e ovviamente Yakuza 6: The Song of Life. Non è chiaro a quale risoluzione giri il gioco su PS4 Pro, ma il frame rate rimane ancorato ai 60 fps e ciò contribuisce senz'altro ad aumentare la godibilità dell'esperienza, di concerto con un accompagnamento sonoro di qualità.
Conclusioni
Yakuza 4 può essere considerato il primo episodio "moderno" della serie, che prende le distanze dalle origini del franchise su PlayStation 2 e si mette alle spalle le pesanti limitazioni tecniche che caratterizzavano anche il terzo capitolo, probabilmente nato come un progetto cross-gen. L'ambientazione è solo quella di Kamurocho, ma la presenza di quattro differenti personaggi mantiene alto il coinvolgimento e introduce un pizzico di varietà nell'ambito di una storia interessante e molto ben narrata, come da tradizione per il franchise. Spiace ovviamente che SEGA e il Ryu Ga Gotoku Studio non abbiano voluto proseguire con i remake in stile Kiwami, ma Yakuza 4 è effettivamente invecchiato bene e non dovreste dunque lasciarvelo sfuggire.
PRO
- Quattro ottimi personaggi, bella storia
- Gameplay abbastanza vario e interessante
- Tecnicamente è invecchiato bene...
CONTRO
- ...ma non mancano alcune incertezze
- Combattimenti un po' ripetitivi
- Prezzo e impostazione della Collection discutibili