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Eppur si muove

Siamo finalmente giunti all'embrione di quello che sarà il vero Star Citizen

PROVATO di Mattia Armani   —   03/12/2015

La versione PTU della Alpha 2.0 di Star Citizen è un nugolo di bug e glitch e proprio per questo non è ancora disponibile per tutti, ma rappresenta comunque un momento importante nello sviluppo dell'ambizioso titolo di Chris Roberts. Del dettaglio degli ambienti, delle animazioni, del modulo social, delle astronavi e dei terminali abbiamo già parlato in abbondanza e nessuno di questi elementi, pur evidenziando l'impegno artistico e tecnologico di RSI, è stato in grado di allontanare il timore di trovarci di fronte a un progetto troppo grosso per essere portato a termine. Il compito di tranquillizzarci tocca alla Alpha 2.0 che finalmente permette a un gran numero di finanziatori di mettere piede in un vero universo che pur essendo ancora piccolo e limitato è infine capace darci un assaggio vero e proprio dell'esperienza base di Star Citizen. Nella nuova versione della Alpha troviamo finalmente combinati una vera e propria stazione spaziale, il salto quantico, avamposti da esplorare, dieci missioni, dinamiche multi-equipaggio, attività extraveicolari e diversi pianeti intorno a uno dei quali gravita la stazione Cellin che consente di assaggiare anche la componente sparatutto in prima persona.

Eppur si muove

Purtroppo tra server instabili, glitch e crash a profusione l'esperienza non è delle migliori, i server sono spesso pieni, c'è un limite di navi pilotabili per ogni istanza e l'universo ha ancora dei limiti ma con un volume pari a quello della Terra, quella vera, lo spazio di gioco restituisce finalmente proporzioni degne dell'universo di Star Citizen. La stazione di Port Olisar è immensa con la nostra stanza, un piccolo loculo con un giaciglio che appare quanto di più scomodo immaginabile, che è una goccia in un mare di ambienti che vanno dai fumosi condotti inferiori fino a stanze splendenti dove terminal avveniristici ci aiutano nella ricerca di informazioni e missioni. Smarriti e timorosi di perdere la connessione ci siamo rivolti a un giocatore più navigato per poi dirigerci verso l'ultimo ostacolo frapposto tra noi e lo sconfinato universo. Per raggiungere le piattaforme di decollo esterne senza esplodere in una nuvola di sangue è infatti necessario passare per una camera di decompressione che, per fortuna, svolge il suo compito piuttosto rapidamente. Sopravvissuti al processo eccoci infine arrivati sul trampolino di lancio pronti per balzare su una massiccia Constellation e tuffarci nell'immensità cosmica. Una volta in volo, con i comandi nelle mani del proprietario della nave, abbiamo dato un'occhiata al pannello degli scudi, provato la torretta e ci siamo aggirati carichi di emozioni per il vascello quando finalmente è arrivato un attacco ed ecco che l'ennesimo crash ha messo fine all'esperienza. Per fortuna in una partita successiva siamo riusciti a restare attivi per qualche tempo e dopo un giro lungo l'esterno della stazione spaziale siamo riusciti a sparare qualche colpo in una missione di ricerca affrontata a bordo della fedele Hornet ma anche in questo caso il divertimento, flagellato da continui singhiozzi, si è interrotto prematuramente a causa di una disconnessone. La partita successiva l'abbiamo invece affrontata con un bel messaggio d'errore in mezzo allo schermo a testimonianza indelebile dello stato acerbo della build.

Vi raccontiamo il nostro primo, difficile incontro con la versione embrionale di Star Citizen

Un'esperienza a singhiozzo

Da questa alpha, in sostanza, abbiamo potuto solo saggiare alcune novità, incluso il diario richiamabile con F9 che ha mandato in crash il titolo per ben due volte su tre, ed è un vero peccato anche se quello che ci viene offerto è solo un antipasto del mostruoso universo promesso da Chris Roberts. Manca infatti tutta l'infrastruttura commerciale così come mancano ancora pezzi dell'interfaccia e a questo dobbiamo aggiungere che le possibilità di interazione con i sistemi delle navi multi-equipaggio sono limitate, i server sono spesso pieni e mancano ancora diverse navi all'appello. Ma con dieci missioni, possibilità di richiedere aiuto agli altri giocatori, vascelli multi-equipaggio e venti tipi di incontri casuali la base del complesso sandbox online RSI è finalmente presente e la possibilità di salire a bordo delle navi altrui è davvero emozionante.

Eppur si muove

Purtroppo non siamo riusciti a verificare a pieno le modifiche al sistema di controllo, anche se risulta evidente la minor precisione delle armi presumibilmente implementata per bilanciare il puntamento chirurgico promesso dal mouse. Comunque le novità, che speriamo di poter verificare con più calma nelle prossime settimane, sono decisamente interessanti anche solo su carta. Per cominciare quello che è un vero e proprio ABS spaziale è stato sviluppato per mantenere quanto più naturale possibile il movimento di una nave. Inoltre i sistemi hanno un margine di errore e c'è sempre una turbolenza di fondo che risulta appena percettibile in condizioni ottimali per crescere in caso di danni, surriscaldamento e interferenze d'altro genere. Infine ci sono ben tre modalità di manovra ognuna delle quali differente dalle altre. La modalità di precisione ci costringe a procedere a velocità ridotta ma restituisce un controllo pressoché assoluto della nave. Quella di combattimento spaziale consente di andare più veloci, ma la velocità massima dipende da un insieme di fattori che includono carico, moduli e armi. Infine c'è la velocità di crociera che può superare di cinque volte quella di combattimento, ma in questo caso la manovrabilità è controllata in parte dai sistemi per evitare derive incontrollabili. Comunque in questo frangente i dettagli, con il titolo ancora in alto mare, sono la questione meno rilevante. Al momento quello che quello che conta è la possibilità di uscire da una stazione spaziale e vagare per i dock mentre svariati giocatori balzano a bordo delle navi, testano i motori e partono per l'oscurità attraversando gli anelli ruotanti di un'enorme stazione spaziale. Certo, ci aspettavamo qualche rifinitura in più all'alba del 2016 ma siamo ancora di fronte a una versione di prova e la lentezza del processo di sviluppo è, al pari dei dubbi sul suo futuro, inevitabile con un progetto di questa portata.

Eppur si muove

La sola componente spaziale, che si integra con quella social e quella sparatutto, include innumerevoli variabili tra caccia, corvette, astronavi da corsa, mezzi con cockpit corazzato, vascelli delicati ma velocissimi, meccanismi idraulici simulati nel dettaglio, sistemi in quantità e danni simulati nel dettaglio sono l'articolata e complessa ossatura di un titolo che si basa su un lavoro artistico e tecnologico massiccio. Star Citizen tiene conto di turbolenze, derive, interferenze e danni inserendo tutto questo in un universo che permette di andarsene a piedi nello spazio, di svolazzare in assenza di gravità, di andare a zonzo per un'astronave impegnata in un combattimento e di avere persino una vita sociale in avamposti e stazioni spaziali. Tanto per intenderci dalla stazione di test della componente sparatutto i giocatori possono vedere le navi che passano all'esterno e i piloti possono vedere i giocatori che si muovono all'interno della stazione. Un lavoro enorme che rende complesso ogni passo in avanti e ce ne sono ancora parecchi da fare tra avamposti costruibili dai giocatori, economia e netcode che si trova a gestire una mole di dati impressionante. Inoltre c'è ancora da pensare all'ottimizzazione di un motore che, viste le dimensioni del titolo RSI, deve misurarsi con una dura prova. Infine c'è la componente sparatutto che deve crescere e non può certo limitarsi a essere un mero contorno ma deve essere un ingranaggio perfettamente incastrato nella massiccia macchina di Star Citizen. Il lavoro da fare, insomma, è ancora immenso, senza contare l'ambiziosa campagna Squadron 42, e persino le animazioni dei personaggi devono essere ancora riviste. La Alpha 2.0 è solo l'inizio e deve uscire dalla versione di prova. Ma il solo fatto che Star Citizen stia prendendo finalmente forma è una risposta importante ai dubbi, alle voci sui problemi di sviluppo e alle presunte indiscrezioni sull'inesistenza di un gioco vero e proprio. La modalità sandbox è finalmente disponibile e fonde diversi sistemi in una Alpha 2.0 che con una vagonata di rifiniture potrebbe consentire a Star Citizen di tranquillizzare gli scettici e attirare ancora più giocatori.

CERTEZZE

  • Nuovi progressi e un'esperienza più concreta
  • Tantissimi contenuti promessi...

DUBBI

  • ... ma la qualità del quadro nel suo insieme è tutta da verificare