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Grand Theft Auto V: le dimensioni di un successo senza precedenti

Grand Theft Auto V è il re dei prodotti d'intrattenimento

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   18/04/2018

Ultimamente si parla di Grand Theft Auto V soltanto per due motivi: gli aggiornamenti di Grand Theft Auto Online, che continuano a uscire copiosi, e i dati di vendita sempre più impressionanti. È di pochi giorni fa la notizia che il titolo di Rockstar è diventato il prodotto d'intrattenimento più proficuo di sempre, superando i 90 milioni di copie vendute, con i ricavi che hanno sforato i 6 miliardi di dollari complessivi (sommando anche le microtransazioni). Insomma, stiamo parlando di un fenomeno senza precedenti che è riuscito ad andare oltre a molte delle convenzioni commerciali del mondo dei videogiochi in termini di impatto e permanenza sul mercato.

Grand Theft Auto V: le dimensioni di un successo senza precedenti

Per dire, blockbuster cinematografici come Star Wars, Avatar o Via Col Vento, non si avvicinano minimamente a queste cifre. Gli stessi capitoli precedenti della serie GTA, pur avendo avuto delle vendite strepitose, sono lontanissimi da GTA V, che ha fatto segnare un picco probabilmente inatteso da Take Two stessa. Ma vediamoli questi numeri: Grand Theft Auto III (2001) vendette 17,5 milioni di copie, Vice City (2002) 20 milioni, GTA: San Andreas (2004) arrivò a 27,5 milioni mentre GTA IV (2008) scese a 25 milioni. Sono cifre strepitose che farebbero la gioia di qualsiasi sviluppatore, ma con i 90 milioni di unità di GTA V siamo su un altro livello, qualcosa che non avrebbe senso mettere in nessun documento di programmazione economica e che obbliga a cambiare in corso d'opera qualsiasi piano si sia fatto prima del lancio. Sempre per amore di confronto, la serie Call of Duty, una di quelle che muove decine di milioni di copie a ogni uscita, guarda l'ultimo Grand Theft Auto da distanze siderali, dato che i suoi due capitoli più venduti, Black Ops e Modern Warfare 3, viaggiano rispettivamente sui 24,2 e 26,5 milioni di copie. Anche altre serie multimilionarie come quelle Pokémon e Mario non hanno capitoli che riescano ad avvicinarsi a GTA V, nonostante ogni lancio sia un vero e proprio evento. Del resto quale altro gioco può vantarsi di aver fatto crescere del 998% il valore del suo publisher? Di fronte a risultati simili, i 256 milioni di dollari spesi per produrlo appaiono davvero un'inezia.

Grand Theft Auto Online e i servizi ai criminali

A febbraio 2018, quando hanno iniziato a circolare i dati riepilogativi del 2017, il risultato di Grand Theft Auto V ha stupito davvero tutti. Come ha fatto a vendere ben quindici milioni di copie? E, dato ancora più straordinario, com'è riuscito a essere il prodotto videoludico più remunerativo dell'anno? Stiamo parlando di un gioco uscito originariamente su Xbox 360 e PlayStation 3 a fine 2013, quindi portato su PlayStation 4 e Xbox One a fine 2014 e, infine, su PC nei primi mesi del 2015. Ovviamente la risposta è Grand Theft Auto Online e le particolari dinamiche con cui viene utilizzato dalle masse dei giocatori, che lo sfruttano come una specie di Second Life con criminali in cui ci si può sparare addosso.

Grand Theft Auto V: le dimensioni di un successo senza precedenti

Tante delle dinamiche sociali che si sono instaurate nel gioco sono infatti molto simili, con i giocatori che si danno appuntamento in luoghi specifici, parlano tra loro tramite chat vocale, bighellonano per le mappe, qualcuno compra oggetti da sfoggiare e, solo marginalmente, i gruppi svolgono le diverse attività introdotte di aggiornamento in aggiornamento da Rockstar, considerate più dei passatempi che il fulcro del gioco vero e proprio. Insomma, Grand Theft Auto Online è sempre più simile a una Barbie Crea la Moda del malaffare che a una versione online Grand Theft Auto V. Se vogliamo è il modello perfetto dei giochi come servizi: base di partenza solida, supporto e aggiornamenti continui e tante microtransazioni legate più all'esibizionismo che alla competizione, quindi totalmente inclusive per ogni tipo di persona. Se aggiungiamo al tutto l'aura trasgressiva che la serie di Rockstar si porta ancora dietro, nonostante ormai sia più conformista di una puntata del Grande Fratello, inizierete a capire il perché di certi risultati. Certo non pretendiamo di saper scrivere una formula che li spieghi completamente e che sia replicabile, perché altrimenti saremmo ricchi...

Il futuro della serie Grand Theft Auto

Con Grand Theft Auto V la serie è già cambiata enormemente, anche solo a livello concettuale, passando dall'essere il baluardo del videogioco narrativo che fa suoi alcuni modelli cinematografici traducendoli in forme videoludiche nel modo più sontuoso possibile, a diventare il portabandiera della nuova economia basata sui servizi e le microtransazioni. Il quinto capitolo stesso ha subito questa mutazione sulla sua pelle, perdendo con il tempo i programmati DLC single player per trasformarsi in un gioco praticamente solo online, con una ricca campagna di contorno, di cui oltretutto non parla più nessuno.

Grand Theft Auto V: le dimensioni di un successo senza precedenti

Se proviamo a immaginare Grand Theft Auto VI, che probabilmente uscirà con tutta calma sulla prossima generazione di macchine da gioco, dopo che Rockstar avrà valutato i risultati di Red Dead Redemption 2 e solo quando Grand Theft Auto V inizierà a calare, vediamo un quadro più o meno simile, fatto di una campagna single player comunque ricca (perché sempre di un gioco Rockstar stiamo parlando e non può permettersi di perdere il suo blasone), che accompagnerà un corposo aggiornamento di Grand Theft Auto Online, magari gratuito per i possessori di Grand Theft Auto V (così da non dissipare la comunità). La sostanza è che Grand Theft Auto Online avrà sempre più risorse, questa volta pianificate sin dal lancio, mentre il resto sarà meramente accessorio. Se l'intuito non ci inganna, di fronte a un nuovo successo, le uscite dei vari capitoli della serie si diraderanno ancora, arrivando a distanza di un numero di anni sempre maggiore. Niente di stupefacente in realtà, visto che già questa rischia di essere la prima generazione dai tempi di PlayStation senza un suo Grand Theft Auto (anche se nutriamo qualche speranza in un'uscita cross-gen per il 2020, ma sinceramente non ci metteremmo la mano sul fuoco). Del resto i videogiocatori hanno scelto così e Rockstar non può rimanere a guardare facendo finta di niente. 90 milioni di copie vendute e più di 6 miliardi di dollari di ricavi ci dicono che il modello dei giochi come servizi funziona, in particolare per serie dal grande richiamo, perché a molti non interessano tanto i videogiochi come medium, quanto la possibilità di restare in contatto con gli amici o quella di trovarne di nuovi, in un ambiente virtuale arricchito giorno per giorno, che appartenga a un'immaginario ben rodato.

Grand Theft Auto V: le dimensioni di un successo senza precedenti

Paradossalmente da un quadro del genere la Rockstar storica, quella dedita al racconto di storie, che possiamo far corrispondere alla filosofia fondante dei fratelli Houser, emerge fortemente indebolita, in favore di una nuova Rockstar concentrata sul mantenimento del suo immenso ecosistema, che però ha più bisogno di artigiani che di creativi. Certo, nuovi racconti non mancheranno, ma diventeranno anch'essi un servizio per quei pochi, inguaribili romantici che non accettano questo futuro.