Qualche giorno fa Bethesda ha annunciato a sorpresa Fallout 76, titolo finito immediatamente in cima alla lista dei più attesi dell'E3 2018. Non crediamo che ci sia bisogno di spiegarne i motivi, visto che stiamo parlando di uno dei brand più amati del mondo dei videogiochi, il cui quarto capitolo è stato capace di vendere molti milioni di copie. Come spesso accade in questi casi, del gioco in sé ufficialmente si sa molto poco, eppure le voci in merito già lo hanno in parte svelato.
Ad esempio viene ormai data quasi per sicura la sua natura online, mentre per il genere si parla di un survival MMORPG giocabile in cooperativa e con la possibilità di costruire e gestire basi raccogliendo materiale in giro per il mondo di gioco, ossia qualcosa di paragonabile a Rust, Ark: Survival Evolved e Conan Exiles, ma con elementi da GDR molto più marcati (pare che avrà una storia da seguire, con quest primarie e secondarie). Del resto Bethesda non è completamente nuova al genere, visto che già in Fallout 4 c'erano dei fortissimi elementi survival, che poi sono quelli che hanno catturato l'attenzione dei giocatori sulla lunga distanza. Insomma, chi si aspettava una specie Fallout: New Vegas 2 rimarrà molto deluso. In verità la scelta di Bethesda, sempre nel caso in cui tutto quanto abbiamo raccontato sia confermato domenica 10 giugno alle ore 6:30pm PT (le 3:30 dell'11 giugno in Italia), ossia durante la conferenza E3 del publisher, non stupisce moltissimo. Se si osserva il catalogo del publisher è chiaro che abbia bisogno di un nuovo titolo online di forte impatto, soprattutto dopo il passo falso di Quake Champions, per ora giocato solo da pochi appassionati.
Il brand The Elder Scrolls di suo è stato già ampiamente impiegato (The Elder Scrolls Online viene aggiornato regolarmente, così come The Elder Scrolls Legends), quindi non rimaneva che sfoderare la carta Fallout. Realizzare un MMORPG puro sarebbe stato un azzardo, visto che la categoria non tira più come un tempo, così la scelta è caduta su uno dei generi del momento, unico tra quelli alla moda a non rischiare di snaturare completamente il brand e la sua storia. Certo, dicendo ciò stiamo dando per scontate moltissime cose che probabilmente scontate non sono, ma è anche vero che inquadrandolo meglio, Fallout 76 è un annuncio meno sorprendente di quanto potesse inizialmente sembrare.
Il Vault 76
Volendo, anche la scelta di esplicitare sin dal primo teaser trailer la centralità del Vault 76, finito anche nel titolo, ci può dire qualcosa sul gioco. Del resto chi conosce la storia del mondo di Fallout può dire di saperne già parecchio in merito (se ne parla molto in alcuni log di Fallout 3 e del DLC Mothership Zeta, ma è citato anche all'inizio di Fallout 4). Il Vault 76 è uno dei diciassette Vault di controllo conosciuti, pensati dalla Vault-Tec come base di confronto con i Vault sperimentali.
Costruito tra il 2065 e il 2069 da qualche parte nei dintorni di Washington D.C. (fuori dall'area di Capital Wasteland, ossia le rovine della capitale USA), fu varato nel 2076. Durante la catastrofe nucleare del 2077 fu occupato da cinquecento superstiti. Si tratta uno dei primi Vault di cui è stata programmata l'apertura: esattamente duecentoquaranta mesi dopo la Grande Guerra, ossia nel 2097. Quale Vault migliore per darà vita a un survival? A rileggerne le caratteristiche e lo scopo implicito è davvero perfetto, non tanto perché si adatta bene al genere, ma perché è il genere che sembra adattarsi alla perfezione al Vault 76, con gli occupanti destinati programmaticamente alla lotta per la sopravvivenza in condizioni avverse. Non che un paio di secoli dopo si stia molto meglio, come Fallout 4 dimostra, ma i pochi anni passati tra la Grande Guerra e l'apertura del Vault, dovrebbero offrirci uno scenario ancora più selvaggio e pericoloso. Chissà se il mondo di gioco sarà già popolato dalle creature tipiche della serie, o se le vedremo in un certo senso nascere nel nuovo ambiente.
E se oltre a Fallout 76 annunciassero anche il nuovo Elder Scrolls?
Un'ultima considerazione la vogliamo riservare non a Fallout 76, ma al fatto che il suo annuncio non escluda automaticamente quello di una nuova serie o di The Elder Scrolls VI. Se osserviamo i titoli già svelati da Bethesda, nessuno è sviluppato dal suo team A, ossia quello che ha base nel Maryland. Per ora conosciamo i progetti di Avalanche Studios (RAGE 2), Arkane Studios (DLC o espansione di Prey) e Bethesda Austin (Fallout 76). Come vedete, c'è ancora spazio per altri annunci. Forse sarà mostrata una nuova espansione di The Elder Scrolls Online, sicuramente ci sarà qualcosa anche per il mondo mobile, ma la verità è che nessuno di questi progetti occupa il team degli Elder Scrolls. Insomma, come già detto Fallout 76 potrebbe andare a coprire il mercato online, ma non essere l'unico titolo di Bethesda mostrato all'E3 2018. Almeno questa è la speranza.