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2XKO, abbiamo provato l'Alpha Lab del picchiaduro di League of Legends

Abbiamo provato l'Alpha Lab di 2XKO, il picchiaduro di Riot Games con protagonisti i campioni di League of Legends: arriva un potenziale re del genere?

PROVATO di Lorenzo Mancosu   —   18/08/2024
Illaoi in 2XKO
2XKO
2XKO
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Sono ormai trascorsi più di tre anni dal momento in cui Riot Games ha annunciato al mondo la volontà di espandere i confini della sua produzione, ritagliando stralci dell'anima di League of Legends e sfruttandoli come semi per far germogliare ispirazioni inedite, esplorando generi mai visitati e raccontando storie mai udite prima. In quel preciso istante l'intero mercato dei videogiochi ha avuto un sussulto - e lo ha avuto a ragione, osservando solamente i risultati della serie Arcane - perché l'esperienza e le risorse maturate dallo studio sono difficilmente pareggiabili persino dalle fucine più potenti e in vista dell'industria: quella della trasformazione di Riot in qualcosa di simile alla Blizzard dei tempi che furono è un'eventualità affascinante e spaventosa al tempo stesso, tanto per i giocatori quanto per la concorrenza.

Tra diversi titoli narrativi autosufficienti, giochi di carte, MMORPG da sogno e altre suggestioni, ce n'era una in particolare che anno dopo anno si è fatta sempre più concreta: Tom Cannon, fondatore del celeberrimo torneo di picchiaduro Evolution Champioship Series, avrebbe impugnato le redini della produzione di un fighting game creato da appassionati del genere per appassionati del genere, trascinando i campioni di League of Legends nel mezzo di un ring decisamente più violento e frenetico del solito.

Dopo un lungo periodo di gestazione e qualche presenza in alcune manifestazioni selezionate, la versione Alpha Lab di 2XKO si è finalmente presentata alle soglie alcune regioni selezionate, tra cui la Francia sul fronte europeo: abbiamo provato il picchiaduro di League of Legends.

Che picchiaduro è 2XKO?

Anche se la sola presenza dei protagonisti di League of Legends sarebbe stata più che sufficiente per realizzare un picchiaduro classico dal sicuro successo, questo nuovo team di Riot Games ha pensato di imboccare la strada più difficile, puntando molto sull'innovazione e donando una fortissima identità al suo progetto. 2XKO è, infatti, un'esperienza tag-team che pesca dalla tradizione di opere del genere come Marvel vs Capcom - offrendo squadre composte da due personaggi e un elaboratissimo sistema di assist - prima di ancorarsi alle tradizionali regole dei classici, costruendo su tale spina dorsale profonde meccaniche di combo che consegnano una libertà pressoché illimitata nelle mani dei giocatori, quasi a ricordare una variante più flessibile di fatiche di Arc System Works come Guilty Gear o Dragon Ball FighterZ.

2XKO è una bomba, e non c'è molto altro da aggiungere sul fronte della valutazione
2XKO è una bomba, e non c'è molto altro da aggiungere sul fronte della valutazione

In estrema sintesi, si tratta di un picchiaduro due contro due nel quale è necessario sconfiggere entrambi i combattenti avversari per arrivare alla vittoria, cambiando il personaggio attivo anche a metà delle combinazioni, sfruttando gli assist per difendere o attaccare con efficacia, nonché gestendo l'ormai immancabile barra delle risorse da consumare per lanciare mosse Special e Super. Prima di trattare nel dettaglio il gameplay, vale la pena di sottolineare ancora una volta l'importanza del contributo di League of Legends e, in generale, degli autori: Riot Games ha raggiunto da tempo il suo zenith artistico, i campioni della Landa saranno di per sé sufficienti per attrarre un'immensa mole di pubblico sulle sponde di 2XKO, ma a fare davvero la differenza è l'esperienza maturata dal team, che è quasi interamente composto da veterani con decenni di militanza nel mondo dei picchiaduro.

Le basi del gameplay

Prima di trattare nel dettaglio le meccaniche principali, è bene precisare che 2XKO è un titolo che è stato ricamato sulle esigenze tecniche dei giocatori più navigati: certo, è possibile entrare nell'Alpha Lab e divertirsi semplicemente osservando i campioni che si danno battaglia, ma il sistema di combattimento si posiziona nella parte più alta dello spettro di complessità che s'incontra nei picchiaduro moderni. Non è, in sostanza, un'esperienza adatta ai deboli di cuore, perché tale profondità dà vita a un'esagerata mole di opzioni che rischia, a nostro avviso, di schiacciare i neofiti sul nascere.

Fin da quando si chiamava Project L, 2XKO prometteva un'esperienza definitiva per il genere
Fin da quando si chiamava Project L, 2XKO prometteva un'esperienza definitiva per il genere

Partiamo dalle basi: ciascun personaggio può fare affidamento su tre tipi di attacchi fondamentali, ovvero leggeri, medi e pesanti, che possono essere ulteriormente alterati aggiungendo alla pressione un input direzionale. A quest'offerta si affiancano i cosiddetti "launcher", ovvero le mosse che applicano hitstun e consentono di avviare combo complesse, ma soprattutto le Special, ossia gli immancabili attacchi speciali - anch'essi alterati dagli input direzionali - che si utilizzano nella maggior parte dei casi per chiudere le combinazioni con una pesante raffica di danni. Chiudono il cerchio le Ultimate, ovvero le classiche mosse speciali di Livello 1 e di Livello 2 che aprono ad attacchi cinematografici ovviamente legati ai colpi più devastanti che è possibile infliggere.

Sul fronte della difesa, invece, c'è sempre l'opzione di tenere premuto indietro per bloccare gli attacchi e i colpi bassi in arrivo, ma non mancano assolutamente alternative particolari: esistono, per esempio, un sistema di "pushblock" che consente di bloccare i colpi e respingere il nemico per crearsi un bel po' di spazio, e una guardia in ritirata che permette di incassare un colpo ed effettuare uno scatto all'indietro, un'opzione molto efficace che, d'altra parte, diventa impraticabile quando ci si trova con le spalle al muro. Ovviamente è presente anche un sistema di parry che, al costo di una barra di risorse, consente di deviare l'attacco in arrivo e creare l'apertura per una combo, ma sbagliare il tempismo significa esporsi alle punizioni. Al di là della presenza di opzioni come le mosse anti-air per controbattere situazioni specifiche, il pacchetto si estende in maniera consistente anche al sistema di tag, al quale dedicheremo un'analisi specifica.

Le meccaniche sono già stratificate, ma è il loro intreccio a rendere unico 2XKO
Le meccaniche sono già stratificate, ma è il loro intreccio a rendere unico 2XKO

Tutti questi elementi essenziali possono essere mescolati e concatenati per realizzare un amalgama molto stratificato nel quale lettura dell'avversario, precisione chirurgica nell'esecuzione e creatività fanno tutta la differenza del mondo, rendendolo probabilmente uno dei titoli più tecnici e intricati presenti sul mercato. La particolarità unica di 2XKO sta, tuttavia, nel fatto che è possibile giocare da soli - controllando dunque entrambi i combattenti - oppure assieme a un partner umano, che assume non solo il controllo del suo personaggio ma anche quello degli assist del caso. Il che, di fatto, alza il sipario su un ulteriore segmento del gameplay che rappresenta il cuore pulsante di 2XKO, ovvero la natura da picchiaduro tag-team.

Gioco di squadra

Cuore pulsante del combattimento è la struttura tag delle battaglie, che permette di cambiare il personaggio in uso, di fare affidamento su assistenze votate al supporto e all'offesa, ma soprattutto di interagire in maniera avanzata con tutte le meccaniche basilari. Per cominciare ciascun personaggio, mentre si trova in panchina, può intervenire nel combattimento attraverso una coppia di assist dotati di diverse funzioni, alcuni votati al controllo dello scenario, altri alla preparazione dell'offesa, altri ancora da sfruttare in maniera difensiva, tutti dotati di varianti caricate; in caso di partner umano, la gestione ricade nelle mani di chi si trova sullo sfondo, il che richiede uno straordinario grado di sinergia mentale con il giocatore attivo.

Nonostante il roster limitato dell'Alpha Lab la varietà nel gameplay è già enorme
Nonostante il roster limitato dell'Alpha Lab la varietà nel gameplay è già enorme

È possibile cambiare personaggio attivo in qualsiasi momento semplicemente tenendo premuto l'apposito input, ma è anche consentito effettuare sostituzioni rapide durante gli assist, lasciando direttamente sul campo il nuovo arrivato proprio durante il suo intervento temporaneo. Ovviamente la differenza tra un buon giocatore e un combattente eccellente sta nella lettura delle situazioni e dei tempismi con cui utilizzare assist e tag, perché questi permettono di estendere enormemente le combo, di creare delle trappole per limitare enormemente le opzioni difensive del nemico, nonché di uscire da situazioni critiche sfruttando a modo tutti gli elementi a disposizione.

Strettamente legato all'aspetto strategico è l'inedito sistema di Fuse, praticamente una personalizzazione delle meccaniche - per certi versi ispirata a Fatal Fury - che è interamente lasciata alle preferenze del giocatore. I Fuse sono infatti dei modificatori che è possibile selezionare assieme ai personaggi e che cambiano in maniera molto impattante determinate dinamiche del combattimento; c'è, per esempio, un Fuse che consente di utilizzare due assist in rapida successione, uno che consente di scambiare per due volte i personaggi nell'arco di una singola combo per estenderla oltre ogni limite, uno che alza il sipario sulla capacità di concatenare diverse mosse Ultimate un po' come succede in Dragon Ball FighterZ... insomma, la grezza quantità di opzioni a disposizione tratteggia un quadro piuttosto esplicativo dell'ambizione di Riot Games: pescare il meglio dai picchiaduro di maggior successo non solo di questa generazione, ma soprattutto dei primi anni 2000.

Ciascun personaggio mette sul piatto delle meccaniche e delle interazioni uniche
Ciascun personaggio mette sul piatto delle meccaniche e delle interazioni uniche

Anche perché bisogna tenere conto dell'estrema varietà nella caratterizzazione del roster: anche se al momento nell'Alpha Lab sono disponibili solamente Ahri, Yasuo Braum, Darius, Ekko e Illaoi, ciascuno di essi non si limita a fare il compitino traducendo secondo il linguaggio dei picchiaduro il proprio kit di abilità di League of Legends, ma presenta caratteristiche uniche che incrementano esponenzialmente la diversificazione del gameplay. Utilizzando Illaoi e le sue capacità di controllo dello scenario, Darius con la sua pressione inarrestabile o Yasuo con il suo raggio d'attacco ridicolo, si ha quasi l'impressione di star giocando titoli diversi, un po' come accade con i protagonisti di Guilty Gear, alimentando ulteriormente la profondità delle meccaniche fondamentali, che finiscono per variare anche al semplice mutare del combattente in uso.

E poi c'è tutto il resto

Ci sarebbero ancora tantissime questioni da trattare riguardo l'Alpha Lab di 2XKO: al momento il gioco è esclusivamente ancorato a un sistema di lobby che è possibile visitare attraverso un avatar, ci sono dozzine di interazioni che non abbiamo menzionato e soprattutto, per quanto si tratti di un test estremamente embrionale e limitato, l'architettura tecnica del titolo regge perfettamente mostrando giusto qualche sbavatura. Ciò che preme, tuttavia, è rimarcare l'attenzione per il dettaglio tipica di Riot Games, che ha dato il massimo sul fronte del design, delle animazioni, degli artwork che siedono come sfondi delle battaglie e persino di una colonna sonora che adotta soluzioni geniali: quando un personaggio, ad esempio, rimane da solo contro due nemici, il suo tema inizia a rimbombare nelle casse per trasmettere la carica al giocatore svantaggiato.

Ovviamente il mondo di League of Legends la fa da padrone: questo è per esempio lo stage di Piltover, dalla serie Arcane
Ovviamente il mondo di League of Legends la fa da padrone: questo è per esempio lo stage di Piltover, dalla serie Arcane

La cosa più importante da interiorizzare, tuttavia, è che le meccaniche di cui abbiamo parlato in questo articolo sono semplicemente gli elementi essenziali della ricetta, un po' come spartiti, note e strumenti musicali: una volta in azione, mescolando tutti questi elementi con precisione e creatività, 2XKO diventa una vera e propria melodia in costante trasformazione, offrendo agli appassionati la possibilità di intrecciare funzionalità avanzate come dash-cancel, assist aerei e mixup di coppia per improvvisare scontri totalmente diversi da qualsiasi altra esperienza in circolazione. Insomma, in parole povere il picchiaduro di League of Legends non è solamente un'operazione commerciale legata a uno dei brand più grandi del mondo, ma mira con decisione a occupare il trono del sottobosco.

L'Alpha Lab di 2XKO ha messo nero su bianco le intenzioni del team di Riot Games capitanato da leggende come Tom Cannon e Shaun Rivera: lo scopo non è solamente quello di tradurre il successo di League of Legends nel mondo dei picchiaduro, ma di produrre una vera e propria pietra miliare del sottogenere tag-team. Realizzato da appassionati per gli appassionati, è un amalgama estremamente stratificato di meccaniche complesse che rappresenta un sogno a occhi aperti per i veterani di questa ispirazione, ma che proprio per questa ragione rischia di spaventare parecchio i neofiti. Essendo sostenuto da un carattere fortissimo, da tonnellate di profondissime interazioni legate al tag-system e dall'enorme peso mediatico dei campioni della Landa, potrebbe seriamente scatenare un terremoto senza precedenti nel sottobosco dei picchiaduro, monopolizzando l'attenzione di un'intera corrente.

CERTEZZE

  • Estrema profondità delle meccaniche di combattimento
  • Non ha paura di rivolgersi ai veterani del genere
  • Tanta personalità nelle dinamiche inedite
  • I combattenti sono i campioni di League of Legends

DUBBI

  • Molto tosto per i neofiti
  • Sarà fondamentale provare tutti i combattenti