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Assassin’s Creed Shadows: tutti i dettagli e gli easter egg che stavano nell’ombra

Il nuovo capitolo di Ubisoft non ricostruisce fedelmente il Giappone feudale e basta, ma arricchisce le ambientazioni dettagliate con numerosi easter egg intertestuali e citazioni pop iconiche.

SPECIALE di Elisa Erriu   —   12/05/2025
I protagonisti del gioco di Assassin’s Creed Shadows, Yasuke e Naoe.
Assassin's Creed Shadows
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Come ninja che corrono sui tetti senza un suono, come samurai che soppesano la katana senza emettere un soffio: Assassin's Creed Shadows vi ha colto di sorpresa allo stesso modo, nel silenzio, nell'ombra. Questa epopea tra i templi e i castelli del Giappone feudale vi ha sedotto coi suoi colori, le sue storie segrete e le lame celate, ma questa è anche un'opera che nasconde, tra le pieghe delle sue ambientazioni ricostruite con maniacale precisione, una fitta rete di riferimenti intertestuali.

Avevate notato le citazioni di Dark Souls, Demon Slayer e Naruto mentre giocavate? Avete scoperto l'omaggio a Ezio Auditore, antenato videoludico della saga, o altri piccoli, innocenti richiami che spaziano fra diversi ambiti culturali, dai Beatles fino a Tomb Raider?

Di seguito proveremo a mostrarvi gli innumerevoli easter egg che Ubisoft ha magistralmente lanciato come kunai, colpendovi senza rumore. Sveliamo le ombre di questo capitolo.

La storia nella storia: la cura dei dettagli in Assassin’s Creed

Prima di addentrarci tra i segreti del recente Assassin's Creed Shadows, una doverosa premessa: Ubisoft non ha lasciato nulla al caso nell'architecture design della sua saga di assassini. Anzi, la peculiarità più originale, marcata e affinata di tutta la saga di Assassin's Creed è sempre stata una passione quasi ossessiva per il rigore storico e geografico nei suoi capitoli. In Shadows, questa vocazione trova la sua massima espressione in un Giappone del XVI secolo che prende vita nei dettagli più minuti, dalle lanterne di carta che punteggiano i sentieri dei villaggi ai camminamenti in pietra dei castelli.

Ma questa storia di dettagli e di attinenza storica inizia nel 2007 con il capitolo originario che ci catapulta nella Terra Santa del 1191, ricostruendo con precisione le città di Masyaf, Gerusalemme, Acri e Damasco, fino a offrire una mappa virtuale fedele alle fonti storiche del periodo. Fin dal debutto, Ubisoft ha voluto che i suoi scenari non fossero semplici sfondi, ma ambienti vivi: il sistema di "social stealth", che permetteva ad Altair di mimetizzarsi nelle folle, nasceva proprio dalla capacità del motore Scimitar - poi evolutosi in AnvilNext - di gestire fino a 120 personaggi simultanei, rendendo le piazze medievali più credibili e dense di vita rispetto alle produzioni precedenti.

Con Assassin's Creed II (2009), ambientato nel cuore del Rinascimento italiano, la cura per l'architettura raggiunse nuove vette: Firenze e Venezia venivano riprodotte con i loro edifici, le chiese e palazzi come LEGO urbani, capaci di essere perfettamente scalabili pur mantenendo un alto livello di dettaglio, frutto del lavoro di level designer e artisti specializzati in ricostruzione storica. A tal proposito, María Elisa Navarro, architetta colombiana, venne ingaggiata come consulente per garantire che le proporzioni e i materiali utilizzati rispecchiassero l'architettura rinascimentale reale, dimostrando come Ubisoft puntasse a una documentazione integerrima e interdisciplinare.

Mentre si passeggia a cavallo durante il gioco
Mentre si passeggia a cavallo durante il gioco

Il terzo capitolo e Revelations spinsero ulteriormente l'ambizione storica del franchise. Durante lo sviluppo di Revelations (2011), Raphaël Lacoste e il suo team intrapresero un viaggio di ricerca a Istanbul, studiando in prima persona Galata, Santa Sofia e le mura bizantine, per poter riprodurre fedelmente ogni pietra, ogni texture e ogni gioco di luci tipico delle medine ottomane. Parallelamente, il capitolo ambientato nella Boston rivoluzionaria di Assassin's Creed III mantenne questa filosofia, integrando elementi paesaggistici nordamericani e villaggi indiani col supporto di storici locali, mentre Black Flag (2013) fece della riproduzione dei velieri e delle isole caraibiche un modello di simulazione marina.

Con Assassin's Creed Unity (2014), nonostante alcune controversie sulla precisione dei modelli 3D di Notre-Dame durante il restauro, Ubisoft confermò ancora una volta la sua dedizione a riprodurre con fedeltà la Parigi rivoluzionaria: strade strette, monumenti e persino le vetrate delle cattedrali venivano studiate attraverso schizzi d'epoca e fotografie d'archivio, trasformando il gioco in un vero e proprio museo interattivo. Ancora oggi, quei modelli artistici continuano a suscitare dibattiti sulla differenza tra ricostruzione ludica e progetto di restauro scientifico.

Il combat system di Assassin's Creed Shadows
Il combat system di Assassin's Creed Shadows

Il 2017 vide l'arrivo di Origins, un capitolo che segnò una svolta nel motore grafico e nella metodologia di ricerca: il team collaborò con egittologi, accademici e con l'università di Palermo, e fece riferimento alle mappe di Jean-Claude Golvin per ricreare Alessandria, Menfi ed Edfu, integrando fenomeni atmosferici realistici come tempeste di sabbia e miraggi . Questa attenzione per l'accuratezza geografica e culturale, unita alla volontà di privilegiare l'esperienza di gioco, stabilì un nuovo standard per gli open world storici.

Assassin's Creed Odyssey (2018) proseguì su questa scia, disegnando una Grecia vasta come un mondo "pharaonic scale" e adottando tecniche di generazione procedurale per colmare gli spazi deserti senza rinunciare alla sensazione di autenticità. Il successo di questo approccio fu ribadito in Valhalla (2020), sebbene alcuni critici abbiano segnalato libertà artistiche e incongruenze con le rappresentazioni storiche, specialmente nel ritratto della società vichinga.

Assassin's Creed Shadows riceve la patch 1.0.4 con nuove missioni, Codex aggiornato e correzioni varie Assassin's Creed Shadows riceve la patch 1.0.4 con nuove missioni, Codex aggiornato e correzioni varie

Infine, Assassin's Creed Shadows (2025) porta la fedeltà ambientale al livello successivo: ambientato nel Giappone del periodo Sengoku, il gioco utilizza un'"immersive mode" che spinge i contorni quasi nell'oscurità per rafforzare il senso di stealth e autenticità storica, replicando l'assenza di luce elettrica nei villaggi rurali. La ricchezza del mondo di gioco - dai templi in legno ai castelli in pietra, dai riflessi sull'acqua delle risaie alle texture scabre dei sentieri montani - testimonia un impegno decennale nel combinare ricerca accademica, sopralluoghi, consulenze specialistiche e game design innovativo, mantenendo intatto lo spirito di avventura che ha reso celebre la saga.

Oltre la storia: tra easter egg e riferimenti culturali

Ogni dettaglio, ogni scena, ogni movimento e ogni fotogramma di questo gioco mostra, dunque, un'attinenza precisa a un messaggio preciso, sia esso storico o culturale. Pertanto non è una coincidenza se notiamo un personaggio dare un calcio in stile "300", ma una vera citazione. Questo vale per i seguenti riferimenti ed easter egg presenti di seguito. Perché la storia di Assassin's Creed è fatta anche di altre storie.

Dark Souls

Il campo di Dark Souls in Assassin's Creed Shadows
Il campo di Dark Souls in Assassin's Creed Shadows

In una radura appartata della regione di Kii, un falò con una spada conficcata nel terreno restituisce il silenzio rotto dal crepitio delle fiamme. È impossibile non riconoscere il richiamo al celebre punto di riposo di Dark Souls: il "bonfire" diventa qui un totem di rinascita, un'oasi in cui il guerriero può raccogliere le forze prima di affrontare nuove sfide. L'eco di FromSoftware si fonde con l'atmosfera feudal-giapponese, creando un momento di commistione tra due mondi che, pur differenti per estetica e tono, si incontrano sul terreno comune della riflessione e della pausa strategica.

Kofun Raider e Tomb Raider

Tra le navate sotterranee dei kofun - tumuli funerari fedelmente ricostruiti nel gioco - si nasconde un omaggio a Lara Croft. Completando il primo di questi complessi sepolcrali, il giocatore ottiene il Kofun Raider Achievement, che richiama il celebre Tomb Raider. Qui l'esplorazione di tombe millenarie non è solo un espediente di gameplay, ma una pregevole citazione a uno dei capitoli videoludici più amati di sempre, che omaggia il coraggio della celebre avventuriera insieme al sacro rito della memoria.

Split Boulder e Demon Slayer

L'easter egg di Demon Slayer
L'easter egg di Demon Slayer

Seguendo il "Path of Secrets" ci si imbatte nello Split Boulder, una roccia spaccata a metà con un taglio così netto da sembrare opera di una lama sovrumana. Molti hanno pensato a un tributo a Demon Slayer, dove Tanjiro decuplica gli ostacoli con fendenti precisi. In realtà, quell'Itto-Seki esiste davvero in Giappone, ma nel gioco funge da chiave di lettura duplice: un richiamo alle leggende naturali e un cenno all'influenza moderna degli anime sulla rappresentazione del sacro e dell'eroico.

Naruto Run: la danza del ninja

La corsa di Naoe in stile Naruto
La corsa di Naoe in stile Naruto

In certe scene, Naoe scivola con agilità sulle corde e sui merli dei castelli, correndo con le braccia all'indietro in un'esatta rievocazione della famosa "Naruto run". Gli sviluppatori hanno dichiarato di aver voluto omaggiare lo stile iconico dell'anime, senza però tradire l'impostazione realistica del gioco. Questo gesto, pur minimale nei frame, è un atto d'amore per il mondo dei ninja popolare in tutto il globo.

Melon Lord: umorismo e immersione

Ebbene sì, questo è Melon Lord di Assassin's Creed Shadows
Ebbene sì, questo è Melon Lord di Assassin's Creed Shadows

Passeggiando tra le case di un villaggio, si può incappare in due civili travestiti da yokai che discutono animatamente se sia migliore l'anguria o il melone orientale. Il vincitore si proclama "Melon Lord", un curioso crossover che richiama non solo il folklore dei yokai descritti nei rotoli Buson Yōkai Emaki, ma anche il tono giocoso di Avatar: The Last Airbender. Un tocco leggero che stempera la serietà della narrazione, proprio come succede nella saga di Bryan Konietzko.

Ezio Auditore

Quando Yasuke chiede l'aiuto del gesuita Luís Fróis per tradurre iscrizioni templari, riecheggia l'ombra di Ezio Auditore e delle sue imprese in Brotherhood. Il riferimento non è mai esplicito, ma basta evocare la caduta dei Borgia per richiamare il conflitto tra Assassini e Templari che ha segnato la saga. Un cenno sottile, forse un sussurro, che lega il nuovo capitolo a uno dei protagonisti più amati del franchise.

Gli easter egg più nascosti

Anche i momenti più fugaci e piccoli nascondono grandi, grandissimi omaggi: l'eroico calcio che lancia un avversario nel vuoto, suggellato dall'achievement "This Is Japan, Actually", travasa l'audacia di 300 in una coreografia di forza e drammaticità. È presente, inoltre, la celebre freccia nel ginocchio di Skyrim, che diventa un achievement da collezione, dimostrando come una battuta di dialogo possa trasformarsi in un proverbiale trofeo.

I gatti di Assassin's Creed Shadows
I gatti di Assassin's Creed Shadows

In alcune gallerie abbandonate, la combinazione di luci soffuse e dettagli architettonici richiama l'universo cupo e visionario di BioShock, intrecciando il design art déco di Rapture con le sale dei castelli feudali; l'incantevole "Cat Island" attrae come la reale Okishima, un rifugio di centinaia di gatti in cui la tenerezza spiazza il giocatore tra le pieghe della tensione bellica. E perfino i destrieri recano tracce di storia pop: "Ringo", il cavallo dal passo cadenzato, celebra il batterista dei Beatles con ironica eleganza.

Ringo dei Beatles come un cavallo
Ringo dei Beatles come un cavallo

In Assassin's Creed Shadows, forse più che negli altri capitoli, le ombre hanno dato vita a un palcoscenico su cui si stagliano omaggi e scherzi intelligenti. Ogni easter egg contribuisce a tessere una narrazione stratificata, una storia ulteriore dentro la storia. Ubisoft mostra così come un videogioco possa essere al tempo stesso un viaggio nella storia e un museo di simboli pop, dove il passato e il presente dialogano in un'armonia poetica che invita a esplorare, a stupirsi e a giocare. Tra ombre e colori.