2

Chernobylite 2: Exclusion Zone ci ha fatto fare un altro viaggio nella Zona

Abbiamo avuto modo di provare Chernobylite 2: Exclusion Zone, che ci ha permesso di tornare nella Zona di alienazione di Chornobyl.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   07/03/2025
La zona con al centro il protagonista di Chernobylite 2
Chernobylite 2: Exclusion Zone
Chernobylite 2: Exclusion Zone
News Video Immagini

I fatti di Chornobyl hanno colpito l'immaginario collettivo più di quanto si pensi. In particolare i paesi vicini all'Ucraina, quelli che sono stati più segnati dalle radiazioni e dai problemi derivati, hanno sviluppato un vero e proprio immaginario intorno all'esplosione del reattore 4 della famigerate centrale nucleare, impastandolo con elementi culturali ben riconoscibili, come il romanzo "Picnic sul ciglio della strada" di Arkadij e Boris Strugackij, che è sembrato quasi profetico per come ha anticipato la nascita della Zona di alienazione (un territorio di circa trenta chilometri quadrati intorno alla centrale, considerato inadatto alla vita umana).

Giusto recentemente l'avevamo visitata giocando a S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl, ma in passato non sono mancati altri giochi che l'hanno vista come teatro delle loro vicende o che a essa si sono in qualche modo ispirati. Pensate ad esempio ai capitoli precedenti della serie di GSC Game World, in qualche modo alla serie Metro, a Survarium e al primo Chernobylite, che era uno sparatutto in prima persona / immersive sim con elementi da gioco di ruolo e un forte focus sulla costruzione e la gestione di una base operativa. Ora abbiamo avuto modo di provare la versione in accesso anticipato del seguito, Chernobylite 2: Exclusion Zone che narrativamente riparte dalla fine del primo capitolo, ossia dalla scoperta delle proprietà di una strana materia chiamata Chernobylite, per proporsi come qualcosa di completamente diverso in termini di gameplay.

Action 3D narrativo

Facciamola breve: The Farm 51, studio polacco di grande talento cui dobbiamo Deadfall Adventures, Painkiller Hell & Damnation, Get Even e NecroVision, ha scelto la strada del gioco di ruolo action in terza persona, stavolta, pur mantenendo alcuni elementi del precedente episodio.

Il giocatore veste i panni di un Planewalker, che sono degli individui che accettano di vagare per le dimensioni parallele alla ricerca della Chernobylite, il tutto per supportare economicamente la sua famiglia. Veniamo immediatamente introdotti ai vari sistemi che compongono il gioco da un tutorial narrativo in cui ci vengono spiegate le motivazioni del protagonista e le tre classi che potremo interpretare. Avremo quindi la facoltà di diventare degli abili guerrieri che combattono corpo a corpo fronteggiando direttamente gli avversari, oppure dei cecchini che combattono a distanza, o ancora delle specie di maghi che usano i poteri della Zona per lanciare incantesimi elementali, incanalandoli in dei guanti speciali.

Un nemico mutato dalla Chernobylite, con il Duga sullo sfondo
Un nemico mutato dalla Chernobylite, con il Duga sullo sfondo

Volendo è anche possibile tornare sui propri passi e provare build differenti. Comunque sia, fatta la nostra scelta iniziale, è ora di addentrarci in un mondo radioattivo pieno di escrescenze rocciose verde brillanti. In realtà il gioco riproduce la Zona in modo molto fedele, riproponendo luoghi riconoscibili come il Duga (l'enorme sistema radar russo costruito vicino a Chernobyl), capannoni e fabbriche presenti nell'area e le aree residenziali abbandonate. Semplicemente siamo in un piano diverso da quello reale, lontanissimi dalla Terra, dove la Chernobylite ha alterato non poco il paesaggio, ha creato dei mutanti che non vedono l'ora di ammazzarci e dove tre fazioni lottano per il controllo del territorio, a volte collaborando, altre scontrandosi.

Un angosciante edificio della Zona, in alcuni è anche possibile entrare
Un angosciante edificio della Zona, in alcuni è anche possibile entrare

La vicenda comincia con la nostra astronave base che viene distrutta, non sappiamo bene da chi o perché. Dopo un sonno lungo mesi in un pod d'emergenza, il protagonista si mette in cerca di un modo per tornare a casa dalla sua famiglia. Dopo una fase iniziale di inserimento nel gameplay vero e proprio, trova il supporto di un altro sopravvissuto, che lo guida nella costruzione della sua base. Quest'ultima non solo è un ottimo rifugio, ma è anche un modo per raccogliere intorno a sé alleati (per la gran parte dei rappresentanti delle tre fazioni), che è possibile sfruttare in vari modi, inviandoli ad esempio a raccogliere risorse. Sono loro che terranno le comunicazioni aperte con i loro capi e che ci frutteranno missioni da svolgere per compiacerli, con le nostre scelte che dovranno sempre tenere conto dei precari equilibri in campo.

Uno dei portali da cui possono uscire i nemici
Uno dei portali da cui possono uscire i nemici

La base ha anche un'altra funzione: potenziare il personaggio dotandolo di nuovi strumenti e dandogli modo di sviluppare al meglio le sue abilità, tra attributi da migliorare e abilità da sbloccare. Insomma, ha più o meno la funzione che aveva nel primo capitolo, solo che qui non è un luogo a parte rispetto alle mappe in cui si svolgono le missioni, ma è integrata nel vasto mondo aperto in cui si vive l'intera avventura.

Sistema di combattimento

Il sistema di combattimento di Chernobylite 2: Exclusion Zone ha delle grandi potenzialità. Noi abbiamo provato le tre classi, ma in particolare ci siamo concentrati sul combattimento corpo a corpo, che ci è sembrato particolarmente gustoso per via della fisicità dei colpi. Sia le animazioni, che sottolineano in modo eccellente il peso delle armi usate, sia i feedback degli impatti, rendono davvero un spasso malmenare gli avversari.

In Chernobylite 2 non mancano luoghi desolati
In Chernobylite 2 non mancano luoghi desolati

Volendo gli si può anche sparare o li si può bruciare o congelare a colpi di magie, ma perché togliersi il gusto di dargli una potente mazzata sul collo spazzandoli letteralmente via? In fondo siamo dei sentimentali. Le armi ci sono sembrate abbastanza varie e il sistema di usura non ci è pesato particolarmente, anche perché ci vuole poco a riempire l'inventario e averne sempre di nuove da usare. È infatti possibile razziare i cadaveri nemici, con il bottino che spesso è composto da armi o da pezzi di armatura. C'è anche la possibilità di riparare l'equipaggiamento usato o di scambiarlo con i mercanti.

A dirla tutta, le prime ore di gioco ci sono sembrate un po' troppo facili, anche a livello di difficoltà più elevato, ed è evidente che andranno un po' rimodulate. Comunque sia non vi neghiamo che combattere si è rivelato essere uno degli aspetti più soddisfacenti di Chernobylite 2, tra nemici che ci sparano dalla distanza, altri corazzati, altri ancora dotati di scudi con cui bisogna adottare delle strategie più impegnative per vincere. Ci sono anche delle creature più grosse contro cui non è facile avere la meglio e che richiedono una grande padronanza della schivata e della parata. Insomma, le potenzialità ci sono tutte. Vedremo se gli sviluppatori riusciranno a farle esprimere con i prossimi aggiornamenti.

Lato tecnico

Dal punto di vista tecnico è presto per dare giudizi definitivio, essendo Chernobylite 2: Exclusion Zone, come già detto, ancora in accesso anticipato. Diciamo che ci sono molti aspetti migliorabili, come la fluidità generale o la presenza di qualche bug di troppo. In questa fase è inevitabile (altrimenti non esisterebbe l'accesso anticipato), quindi siatene coscienti.

Non si interagisce molto con gli elementi dello scenario
Non si interagisce molto con gli elementi dello scenario

Di nostro abbiamo avuto diversi problemi, in particolare con i nemici, alcuni dei quali sono stati risucchiati dallo scenario, mentre altri si sono completamente bloccati rimanendo impassibili davanti ai nostri colpi. In un caso si è anche impallata la musica dei combattimenti, che è proseguita fuori dagli stessi, rovinando un po' l'atmosfera generale. Ripetiamo: è in accesso anticipato e può starci, quindi non è il caso di drammatizzare, anche se è giusto avvisare, visto che comunque i soldi per comprarlo bisogna metterceli. Per il resto, ci possiamo ritenere molto soddisfatti della prova, nonostante i dubbi iniziali di cambio di genere.

In linea generale il titolo di The Farm 51 ci sembra promettente, nonché una rilettura davvero interessante del tema della Zona di Chernobyl, con una deriva verso il fantascientifico molto più marcata. I temi filosofici di fondo dell'originale sembrano essere stati mantenuti, ma il contesto generale è stato alleggerito, per ottenere un'opera più approcciabile, anche da chi non mastica pane e radiazioni tutti i giorni.

CERTEZZE

  • Il cambio di genere è una scelta coraggiosa
  • La Zona è sempre affascinante

DUBBI

  • Tecnicamente c'è molto lavoro da fare
  • Difficoltà da rivedere