Attorno al 2014 i Bandai Namco Studios decisero di mettere in cantiere un gioco di ruolo d'azione che potesse affiancare Dark Souls, già allora un insostituibile pilastro del catalogo che stava estendendo la sua influenza ben al di fuori dei confini di FromSoftware. Per raggiungere quello scopo furono impiegati oltre 200 sviluppatori, fra i quali spiccava il nucleo artistico di God Eater 3, nell'arco di un lungo ciclo della durata di circa cinque anni: quello sforzo si tradusse nella creazione di Code Vein, un punto d'incontro fra l'animazione giapponese tanto vicina al cuore della compagnia - basti pensare al fatto che la sequenza d'apertura fu realizzata dallo studio Ufotable - e la nuove corrente d'ispirazione soulslike al centro delle dinamiche di gameplay, che si presentarono al pubblico solamente nel 2019.
La nascita di quella nuova IP originale fu accolta come una buona base, una delle tante produzioni che tentarono di tastare le confuse acque di un genere nato da poco e spesso largamente incompreso, e forse è proprio per questa ragione che Bandai Namco ha sentito la necessità di cimentarsi in un secondo round, perché il mercato insegna che l'unico modo per imparare a domare queste belve è confrontandocisi direttamente sul campo. In occasione dei Play Days della Summer Game Fest abbiamo visto in anteprima Code Vein 2, seguito indiretto dell'opera originale che riporta Hiroshi Yoshimura in cabina di regia nel tentativo di mettere in pratica tutte le lezioni apprese nel corso degli ultimi undici anni.
Sequel o non sequel?
Nonostante l'ingombrante numero che siede accanto al titolo, Code Vein 2 non è - almeno sulla carta - un seguito diretto delle vicende del 2019. Il contesto, infatti, è quello di un futuro apocalittico nel quale sia la specie umana sia quella dei Revenant - le creature d'ispirazione vampiresca protagoniste dell'originale - si trovano sull'orlo dell'estinzione e sono dunque costrette a collaborare per opporsi al destino comune. Se quel mondo era già messo parecchio male a causa della presenza della Resurgence, un sorta di virus che ha condotto l'umanità sull'orlo del collasso, dopo un disperato tentativo di risolvere la situazione si è verificato un ulteriore fenomeno noto come Luna Rapacis che ha messo i Revenant nella medesima situazione, portandoli a soccombere alla follia e a trasformarsi in terrificanti mostri noti come Horrors.
Il protagonista di Code Vein 2 sarà un Revenant Hunter che, come da tradizione, potrà essere creato e personalizzato liberamente dai giocatori: in seguito all'incontro con una misteriosa ragazza di nome Lou, questi otterrà la capacità di viaggiare nel tempo assieme a lei, raggiungendo un passato ancora libero dal Luna Rapacis al fine di modificare momenti chiave della storia e portare alla salvezza entrambe le specie. Anche se, come scopriremo in seguito, alcuni elementi della costruzione del mondo sono mutuati dal primo capitolo, sembra evidente che si tratti di un'ispirazione totalmente originale, una nuova avventura che sfrutta qualche punto fermo - come per esempio i Revenant - per mettere in scena un'inedita ambientazione sull'orlo dell'apocalisse.
Fra presente e passato
Il nodo centrale della trama, rincarnato dal viaggio nel tempo, rappresenta anche la spina dorsale dell'intera formula di gioco: in Code Vein 2, infatti, esistono due versioni molto diverse del mondo, una ambientata nel presente sotto la minaccia del Luna Rapacis e un'altra collocata nel passato, in un momento antecedente la crisi per i Revenant. Il protagonista avrà la possibilità di esplorare lo scenario attraverso entrambe le linee temporali al fine di fare chiarezza sul fenomeno apocalittico, passando concretamente attraverso due diverse varianti di ciascuna ambientazione.
Stando alle parole degli sviluppatori, le scelte che si compiono nel passato porteranno effetti tangibili nel presente, e non solo per quel che concerne la narrazione, ma anche sul fronte del gameplay: ciò che accade nelle mappe del passato si riflette in tempo reale nel loro equivalente nel presente. Si è parlato, nello specifico, della presenza di classici dungeon disseminati nell'ambientazione che al momento del completamento potrebbero sbloccare nuove aree e nuove funzionalità nella linea temporale principale, rendendo tali interazioni un elemento centrale della ricetta.
Struttura e gameplay
Anche se gli autori non si sono sbottonati troppo, ci hanno confermato che Code Vein 2 sarà basato su aree più o meno aperte da esplorare liberamente - come per esempio delle città in rovina - che al loro interno accoglieranno i dungeon su cui si basa l'esperienza di gameplay. In buona sostanza ci sarà una sorta di mondo semi-aperto destinato a svilupparsi in entrambe le linee temporali, del resto anche nel trailer d'annuncio è stata mostrata la moto del protagonista, ma l'attività principale del Revenant Hunter e dei suoi compagni risiede nella pulizia dei dungeon nascosti in quel contenitore.
Sul fronte del sistema di combattimento, l'obiettivo principale dei Bandai Namco Studios è stato quello di alzare il ritmo delle battaglie e soprattutto fornirgli un'impronta più "stylish": gli autori hanno utilizzato queste esatte parole per specificare la volontà di mescolare l'ispirazione soulslike classica con una deriva più veloce e spettacolare, ma le sequenze mostrate suggerivano una certa aderenza alle classiche dinamiche del passato. Sì, Code Vein 2 sembra decisamente più rapido e soprattutto molto meno legnoso dell'originale in quanto ad animazioni, ma non si è improvvisamente trasformato in Devil May Cry: l'ispirazione è rimasta la medesima dell'originale, semplicemente in forma più pulita.
Alcune meccaniche fanno il loro ritorno dal passato, su tutte i Blood Codes, che nel primo capitolo incarnavano una sorta di sistema di classi e che torneranno tali e quali in questo nuovo episodio, mentre sembrano avere particolare importanza le Formae, delle abilità speciali simili ai vecchi Gift che possono rispondere a esigenze offensive, difensive e di supporto consumando la classica risorsa dell'Icore. Per fare un paio di esempi, la moto del protagonista è una Forma, le opzioni difensive in combattimento sono legate a tre specifiche Formae - ovvero Parata, Deviazione e Schivata Perfetta - infine ci sono anche delle varianti che è possibile apprendere solamente sconfiggendo i boss.
Le Formae sono anche essenziali in relazione al sistema di partner: un elemento centrale di Code Vein 2 risiede infatti nei rapporti che si stringono con i personaggi secondari e soprattutto con gli altri Revenant, che sembrano intenzionati a espandere parecchio le meccaniche relative ai Companion del primo episodio. Ciascuno di questi personaggi è dotato di Formae uniche, per esempio Lou - la ragazza dotata del potere di viaggiare nel tempo - ha la capacità di congelare gli avversari sul posto per svariati secondi, rendendo la scelta del partner un ingranaggio importante per la creazione della build.
Per il resto gli sviluppatori si sono limitati a snocciolare un po' d'informazioni sparse, affermando che le categorie principali di armi disponibili saranno sette in totale, che esistono tantissimi Booster con il fine d'incrementare le capacità del protagonista assegnandogli, tuttavia, anche una serie di malus, che esistono abilità speciali note come Bequeathed Formae che è possibile solamente "ereditare" tramite gli scontri più complessi e che sembrano anche le più spettacolari - una, per esempio, fa spuntare una coppia d'ali dorate al protagonista - e via dicendo.
In chiusura abbiamo potuto assistere alla battaglia contro un boss dalla quale è emersa la messa in pratica delle succitate meccaniche: sul fronte del combattimento Code Vein 2 si presenta decisamente più pulito e ordinato rispetto al predecessore, le animazioni sono nettamente più organiche, le movenze degli avversari sembrano più leggibili, si nota anche un pizzico della deriva più stilosa raccontata dagli autori, ma in linea di massima è evidente che si tratta di una versione 2.0 di Code Vein, estremamente vicina all'originale e limata grazie al feedback ricevuto nel corso degli anni.
Prime impressioni
È molto difficile sbilanciarsi riguardo Code Vein 2 perché il nostro approccio al progetto è stato estremamente limitato: abbiamo potuto incassare passivamente una grande quantità d'informazioni senza possibilità d'impugnare il pad, quindi non possiamo fare altro che affidarci alle sequenze mostrate e alle parole degli sviluppatori. L'elemento più interessante, senza ombra di dubbio, risiede nella presenza della doppia linea temporale: questo espediente, che non è certo una novità assoluta per il medium, sembra avere tantissimo potenziale in materia di costruzione del mondo e d'interazione con l'ambientazione, oltre ad aver consentito agli artisti della casa di realizzare dei fondali meravigliosi e vicini allo stile tipico di God Eater.
Per quel che concerne il resto dell'esperienza, come accennato, la sensazione è quella di trovarsi al cospetto di un Code Vein 2.0, una sorta di totale revisione del franchise interamente costruita attorno al feedback ricevuto, volenterosa di cancellare la lavagna - salvo qualche elemento particolarmente riuscito - per dare vita a una completa rinascita della formula. Le fondamenta di questo processo ruotano attorno a un sistema di combattimento dai ritmi più elevati, una quota di personalizzazione pressoché raddoppiata e il racconto di un nuovo mondo sull'orlo dell'apocalisse, ma ad averci colpito particolarmente sono la direzione artistica, che sembra molto ispirata, e la struttura dell'ambientazione, che parrebbe aver alzato l'asticella della progettazione dei livelli.
Code Vein 2 non è un sequel diretto: incarna, invece, la volontà dei Bandai Namco Studios di realizzare un'esperienza quasi totalmente originale facendo tesoro di tutto il feedback ricevuto nel corso degli ultimi sei anni. Partendo dalla costruzione di un mondo molto interessante, diviso fra due linee temporali che si sviluppano in parallelo e che è possibile esplorare in maniera indipendente, mira a ripulire e rifinire il sistema di combattimento, alzando leggermente il ritmo e mettendo sul piatto un sistema di personalizzazione parecchio ambizioso. Al momento è davvero complicato emettere giudizi e farsi un'idea precisa dell'effettiva struttura del progetto, ma la sensazione è quella di trovarsi al cospetto di un Code Vein 2.0, una reinterpretazione dell'idea originale collocata in un contesto inedito.
CERTEZZE
- La doppia linea temporale è molto interessante
- Combattimento più pulito e ordinato
- Artisticamente molto ispirato
DUBBI
- L'impatto delle novità andrà verificato pad alla mano
- Al momento il mondo sembra un po' vuoto