Se c'è un aspetto che non si può discutere in merito a PlayStation 5 è stato, ed è ancora adesso, il lungo silenzio di Sony attorno alla sua nuova console, interrotto occasionalmente da informazioni misurate con il contagocce: una strategia in netta opposizione rispetto a quella adottata da Microsoft, che su Xbox Series X si è sbottonata ormai del tutto nel corso del tempo, tanto che su dichiarazione dello stesso Phil Spencer d'ora in poi gli annunci in merito si concentreranno principalmente sui videogiochi. Tre settimane dopo la presentazione molto tecnica di PS5 tenuta da Mark Cerny, che ha generato un certo scontento proprio per l'approccio adottato, martedì 7 aprile è stato mostrato al pubblico il controller ufficiale di PS5: si chiama DualSense e ha colpito anzitutto per il suo design molto innovativo, se si considera che nel corso dei suoi ormai ventisei anni di vita PlayStation ha adottato poche variazioni in tal senso.
Il netto cambio di rotta ci ha portato a rivederne l'evoluzione dei controller PlayStation modello per modello: com'è cambiato nel tempo il controller di casa Sony?
PlayStation Digital Controller (PS1, 1994)
Il 1994 è dove tutto è cominciato. Progettato dall'ex designer di Sony Computer Entertainment Teiyu Goto, il controller originale PlayStation fu un piuttosto diverso da quello che il pubblico si aspettava. Nondimeno, resta uno dei più iconici del settore. Chiamato Digital Controller, accompagnò il lancio della console prima in Giappone e l'anno successivo nel resto del mondo: per lungo tempo, fino al debutto del DualSense, la forma ben distinguibile e la disposizione dei pulsanti sono stati i suoi particolari più riconoscibili. Triangolo, Quadrato, Cerchio e Croce sarebbero diventati il cuore del marchio PlayStation, arrivando infine a rappresentare il logo stesso della console. Il triangolo raffigura la prospettiva, il quadrato riflette un pezzo di carta, ovvero informazioni e dati, mentre i pulsanti croce e cerchio servono rispettivamente a declinare e confermare (in base alla regione, occidentale od orientale, i comandi possono invertirsi). Il Digital Controller rimase in commercio dal 1994 al 1997, con solo piccole modifiche apportate nel tempo, sebbene venne poi mandato in pensione per fare posto al primo grande cambiamento in termini di design.
PlayStation Dual Analog Controller (PS1, 1997)
Mentre i giochi PlayStation muovevano passi da gigante nell'ambiente 3D, Sony lanciò sul mercato un controller più sofisticato chiamato Dual Analog: fu più che altro un esperimento, poiché rappresentava di fatto il primo pad analogico portatile ufficiale per PlayStation, sviluppato nel tentativo di aprire a nuovi modi di giocare. Con due levette analogiche e una forma leggermente più grande rispetto al predecessore, garantì ai giocatori una gamma più ampia di movimento e precisione rispetto al passato. Vantava inoltre due pulsanti a spalla più lunghi che permettevano ai giocatori di percepire gli input con maggiore facilità. Il pulsante "Analog" sotto Start e Select attivava o disattivava la funzionalità "Flightstick" del controller, che replicava l'esperienza offerta dai ben più costosi joystick analogici. Il Dual Analog ebbe tuttavia vita breve, sostituito molto presto un'altra variante.
DualShock (PS1, 1997)
Tecnicamente parlando, il DualShock non fu il primo controller di Sony a fornire supporto per la vibrazione su PlayStation. Pochi mesi dopo l'uscita del Dual Analog, infatti, in Giappone debuttò una variante dello stesso con implementata la vibrazione ma la sua famigerata inaffidabilità e l'incapacità di Sony di realizzare una controparte economica da esportare nel resto del mondo resero la sua vita molto breve. Si passò dunque al DualShock verso la fine del 1997; due levette con punte in gomma per renderle più comode, due motori elettrici (da cui il nome) in modo da garantire un sorprendente feedback tattile e un design più affusolato assicurarono al DualShock uno status di periferica essenziale per giocare al meglio su PlayStation. Il primo gioco a sfruttare tali funzionalità, in particolare delle levette analogiche, fu Ape Escape, seguito poi da Metal Gear Solid: oltre alle levette, il gioco fece un uso intelligente delle funzioni di vibrazione durante alcuni dei momenti chiave, mostrando un livello di autocoscienza fino ad allora sconosciuto.
DualShock 2 (PS2, 2000)
PlayStation 2 è la console più venduta di tutti i tempi, difficile quindi che la maggior parte di voi non abbia familiarità con il DualShock 2: non si può definirlo una rivoluzione, essendo un upgrade minimo della precedente versione PS1. Di nero vestito per accompagnare l'estetica della console, che si sarebbe mantenuta su questo tenore anche per le versioni successive, la modifica più rilevante fu la sensibilità alla pressione per quanto riguarda i pulsanti a spalla e quelli frontali. Ciò permise agli sviluppatori di immergere i giocatori a un livello di profondità mai toccato prima: del resto, applicare una maggiore pressione ai diversi pulsanti per ottenere risultati altrettanti differenti rappresenta ancora oggi un punto fermo nel mondo videoludico.
Boomerang (PS3, N/A)
Debuttando all'E3 2005, PlayStation 3 si presentò come un sistema di home entertainment all-in-one che consentiva agli utenti di accedere all'allora nuovo formato Blu-Ray per guardare film e giocare. L'utilizzo migliore di questo dispositivo, secondo Sony, passava da un controller con un pulsante dedicato al backup delle applicazioni per tornare alla schermata principale della PS3. Fu anche il primo controller ufficiale Sony wireless, le cui batterie interne si caricavano tramite USB. Si trattò all'epoca di caratteristiche senza dubbio impressionanti, che tuttavia passarono in secondo piano di fronte a un design che definire ortodosso è generoso. Chiamato scherzosamente Boomerang dalla community e dalla stampa videoludica, rubò la scena non certo nel modo in cui si aspettava Sony - che l'aveva invece progettato con l'intento di riflettere un nuovo e moderno approccio della PS3. Tuttavia, la negatività generale che circondò Boomerang portò all'abbandono dello stesso in favore del Sixaxis, il cui design era in linea con i pad precedenti.
Sixaxis Controller (PS3, 2006)
Se è vero che la storia si ripete, Sony dimostrò di tener fede a questo detto presentando un controller privo del supporto alla vibrazione. Dopo il fiasco di Boomerang, tornò al lavoro per un ipotetico successore del DualShock 2 ma il coinvolgimento in un caso di violazione di brevetto nello sviluppo di PS3 impedì a Sony di lanciare la console con un controller che supportasse la vibrazione. Un mancanza che scontentò una buona fetta di pubblico ma fu mitigata dal design leggero del Sixaxis, dalla funzionalità di controllo del movimento e dall'introduzione della connettività wireless Bluetooth alle console PlayStation. Circa un anno dopo il lancio di PS3, Sony riuscì infine a tornare sui propri passi introducendo il vero successore del DualShock 2.
DualShock 3 (PS3, 2007)
Di nuovo fedele al nome DualShock, il DualShock 3 della PS3 era un controller Sixaxis standard con l'aggiunta della vibrazione. L'introduzione del nuovo controller portò alcuni giochi esistenti a ricevere aggiornamenti che avrebbero consentito loro il supporto alla vibrazione e tutti i futuri titoli PS3 la includettero di base. Uno dei primi grossi titoli a sfruttarla fu Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots. Proprio come l'originale Metal Gear Solid ha rotto la quarta parete per riconoscere il DualShock, MGS4 ha fatto lo stesso - persino prendendosi gioco di come il Sixaxis non avesse un tale feedback. Nel 2008, Sony fermò ufficialmente la produzione del Sixaxis.
DualShock 4 (PS4, 2013)
Il DualShock 4 di PlayStation 4 fu un grande passo in avanti che andò a migliorare la maggior parte delle funzionalità esistenti con i precedenti controller. Mantenne in gran parte la stessa forma distintiva e il set di caratteristiche precedenti, come vibrazione, funzionalità wireless e controlli di movimento, ma introdusse anche una serie di novità che si spinsero ancora di più verso la convergenza di giochi e intrattenimento online. Continuando il focus di PS3 come nesso per l'home entertainment e i giochi online, Sony aggiunse un pulsante di condivisione dedicato su DualShock 4, oltre a un pulsante Opzioni, eliminando i tradizionali Start e Select. Il pulsante Condividi consente di registrare rapidamente video e schermate delle sessioni di gioco e condividerle facilmente online tramite i social media. Gli stessi pulsanti a spalla furono revisionati, in particolare L2 e R2 che adottarono una forma più curva e sporgente - diventando di fatto veri e propri grilletti comodi per i giochi orientati all'azione.
Una delle innovazioni più significative del DualShock 4 fu però la forma del touchpad nella parte anteriore centrale: facendo le veci di un vero pulsante, spesso utilizzato per accedere ai menu di gioco, la superficie del touchpad consente anche agli utenti di usarlo in modo simile al trackpad da un laptop. Il DualShock 4 è tutt'oggi tra i controller più impressionanti e comodi sviluppati da Sony.
DualSense (PS5, 2020)
Rispetto ad altri controller, quello PlayStation è stato uno dei più coerenti visivamente diventando una presenza iconica nel corso degli anni. Questo fino al 7 aprile quando Sony ha ufficialmente presentato DualSense, il controller della nuova PlayStation 5: il design riflette echi del DualShock ma per la prima volta siamo di fronte a un netto cambio di direzione, grazie a una forma massiccia, grilletti più grandi e qualche lieve rifinitura anche per quanto riguarda il d-pad e i pulsanti frontali. Al di là di ergonomia e design c'è stato qualche accenno alle funzionalità del controller, che garantisce un sistema di vibrazione più sofisticato progettato per essere messo al totale servizio dei giochi, consentendo percezioni finora impossibili. Oltre a tutto ciò, DualSense vede anche Sony abbandonare la classica configurazione nera adottata fin dal lontano 2000, optando invece per un'estetica bicolore.