61

Cyberpunk 2077 ma non solo: i rinvii del mondo dei videogiochi

Con il ritardo di Cyberpunk 2077, ci siamo lanciati in una carrellata dedicata ai casi più clamorosi di titoli posticipati

SPECIALE di Mattia Armani   —   19/01/2020

Il rinvioa settembre di Cyberpunk 2077 ha attraversato come un lampo migliaia di bacheche virtuali, facendo sussultare quella massiccia comunità fatta delle milioni di persone che aspettano in trepidante attesa di poter giocare all'ambizioso RPG di CDProject. In mezzo al mucchio, sia chiaro, ci sono anche tanti di quelli che aspettano un qualsivoglia evento di richiamo solo per darci sotto con tweet e commenti assortiti, ma siamo tranquilli nello stimare vendite elevate parlando del nuovo progetto dei creatori di The Witcher, alle prese con un GDR nato dall'immaginario di uno dei più famosi giochi di ruolo cartacei di sempre, benedetto da San Keanu Reeves da Beirut e spinto verso vette si spera grandiose dall'amore e dal budget elevato. Anche per questo la delusione per il rinvio si è fatta sentire, arginata però dal pieno supporto di chi preferisce un gioco completo, seppur in ritardo, senza badare alle cospirazioni sullo spostamento della data di Final Fantasy VII Remake. Ma qualcun altro spera che le questioni di marketing abbiano avuto un peso nel posticipo e che il titolo sia effettivamente completo. D'altronde la storia del videogioco ci ha insegnato che talvolta un rinvio tira l'altro e molti di noi portano ancora i segni di alcuni ritardi eccellenti.

Attese infinite, non sempre ripagate adeguatamente

Non abbiamo la pretesa di ricordare tutti i titoli posticipati, anche perché negli ultimi anni lo slittamento delle date è diventato uno sport popolare quanto il crunch time, ma non è possibile parlare di giochi rinviati senza citare Duke Nukem Forever, più che un duca un sovrano quando si parla di ritardatari digitali. Annunciato nel lontano 1997, lo sparatutto dal nome profetico è stato pubblicato nel 2011 ed è giunto nelle nostre mani solo grazie al lavoro di una software house subentrata in corsa. C'è voluta infatti Gearbox per salvare quanto rimasto dal fallimento della storica 3D Realms il cui lavoro, ritoccato non sempre debitamente, si è trasformato in un capitolo tutto sommato decente, anche se non certo all'altezza di un mito che è stato rimandato così tante volte da diventare un simbolo del vaporware, categoria di cui ha fatto parte a lungo anche Team Fortress II, almeno fino al lancio o alla scomparsa di notizie su Half Life 3. Ma non è l'unico passo falso di una 3D Realms che è rimasta schiacciata sotto al peso di scelte non proprio avvedute. Basti vedere Prey, altro campioni di ritardi che, nato nel 1996 con un motore proprietario, nel 2001 è stato affidato a Human Head Studios ed è arrivato a noi solo nel 2006 con il motore di Doom 3. In questo caso, però, l'annuncio è stato dato solo nel 2005 e l'attesa ci ha ripagato con un titolo di qualità elevata, tanto particolare quanto riuscito. Possiamo quindi affermare che il ritardo, più o meno corposo, ha talvolta risvolti positivi, cosa evidente nel caso di Final Fantasy XV, nato come Final Fantasy Versus XIII, e nel caso di Zelda Breath of The Wild, inizialmente previsto su Wii U nel 2015. Può però comportare risvolti dolorosi come è stato per Owlboy che si è fatto attendere per quasi 10 anni durante i quali il piccolo team da cinque persone ha dovuto affrontare incendi, drammi personali, matrimoni e problemi finanziari risolti anche grazie all'aiuto dei parenti.

Cyberpunk 2077 ma non solo: i rinvii del mondo dei videogiochi

Ma tra lo sviluppo in corsa di Savant - Ascent, creato solo per incassare qualcosa, e la tenacia, il traguardo è finalmente arrivato e con risultati notevoli. Per questo merita un plauso così come lo merita The Last Guardian, un titolo suggestivo nonostante qualche mancanza dovuta a uno sviluppo lungo e tumultuoso, con un ultimo ritardo che ha rievocato i fantasmi di un'epopea iniziata nel 2007 e finita dopo 9 anni di sussulti e timori di una possibile cancellazione. Ma anche prodotti dall'uscita praticamente certa come Kingdom Hearts III ci hanno fatto patire non poco. L'ultimo ritardo è stato breve e ormai a carte scoperte, ma è stato comunque sentito da una platea che ha atteso per 14 anni, passandone oltre 10 a sorbire rumor e dovendone aspettare altri 6 dall'annuncio ufficiale. Si è trovata ripagata, però, al contrario di chi aspettava Too Human, ennesimo titolo atteso per una piattaforma, come Eternal Darkness prima di lui restando in casa Silicon Knights, ma arrivato su quella successiva. Anzi, in questo caso si parla di due generazioni, da PlayStation a Xbox 360, e si parla della prima pietra tombale di una software house finita in grossi guai, fino alla drammatica chiusura, sia a causa della diatriba con Epic Games, sia a causa della mancanza di diplomazia del suo fondatore.

Cyberpunk 2077 ma non solo: i rinvii del mondo dei videogiochi

Ritardi infiniti, tra drammi e capolavori

Il posticipo, dicevamo, è diventato pratica comune nel mondo dei videogiochi e non ci spaventa più di tanto con titoli come Doom Eternal, dal quale speriamo di avere non solo un single player mozzafiato, ma anche un comparto multigiocatore migliore del precedente. D'altronde abbiamo visto spesso ritardi dagli effetti benefici, anche nel caso di quello lungo ben due anni di Persona 5. E non abbiamo motivo di temere nulla dal rinvio di circa un mese di Final Fantasy VII Remake che si è fatto perdonare anche una lunghissima fase preliminare, costellata di voci e dinieghi sulla sua esistenza, con una demo di grande impatto. Ma con titoli come Metal Gear Solid V l'attesa è stata dura e dolorosa, anche per Kojima che, in aperto conflitto con Konami, ha lasciato la compagnia dopo oltre trent'anni di onorata carriera. Un vero terremoto, almeno per i fan del designer, benché proprio da questo sconquasso sia nato quel seme che ci avrebbe portato Death Stranding, un titolo massiccio. La lunga gestazione, infatti, se sfruttata a dovere, può estendere i confini di un progetto. Un caso eclatante in questo senso è senza dubbio Star Citizen, un gioco che negli anni si è fatto ancora più mastodontico di quanto non fosse già nelle ambiziose intenzioni iniziali. Ma ci sono altri esempi eccellenti come quello di Shenmue che doveva uscire su Saturn per poi diventare una finestra sul futuro del videogioco e, di conseguenza, un simbolo del Dreamcast. L'attesa, all'epoca, è valsa senza dubbio la pena così come la è valsa, seppur con qualche rimpianto in più, quella per Alan Wake. Rinviato, rimandato ulteriormente per PC e ridimensionato, il titolo Remedy si è comunque trasformato in un'esperienza che brilla per atmosfera e per la capacità di tradurre in videogioco l'immaginario nordamericano da horror rurale che ha per araldo un peso massimo come Stephen King.

Cyberpunk 2077 ma non solo: i rinvii del mondo dei videogiochi

Si rifà invece al dopoguerra, prologo escluso, Mafia II che, rimandato per uscire su PS3 e Xbox 360, porta i segni di uno sviluppo travagliato, perdendo persino qualche pezzo dal punto di vista della complessità del mondo di gioco. Vanta però una grafica ancora ottima, nonostante sia in procinto di compiere dieci anni, come L.A. Noire il cui sviluppo ha sofferto a causa di ambizioni di stampo cinematografico. Ma i tre anni di ritardo sono solo uno dei problemi di un titolo famoso anche per aver portato alla luce i risvolti del cosiddetto crunch time, cosa che assieme ai costi di produzione elevati ha sancito la fine del Team Bondi. Si parla invece di cambio di team per Metroid Prime 4, il cui atteso trailer ha lasciato invece posto alla dolorosa notizia dell'azzeramento dei lavori. A riprenderli dalle mani di Namco Bandai è stata però Retro Studios e la cosa ha fatto felici parecchi fan della software house, resistenti alle brutte notizie come quelli di Blizzard che ci ha abituato a lunghe attese, avendo la cortesia di annunciare effettivamente i progetti solo nel pieno dello sviluppo. Ma l'ultimo rinvio di Diablo III ci ha lasciato l'amaro in bocca quando abbiamo scoperto che probabilmente è stato usato da Blizzard per azzoppare un ottimo gameplay con scelte, poi corrette, legate alla decisione di monetizzare l'asta. Un qualcosa che per fortuna non ha nulla a che fare con il ritardo di Cyberpunk 2077, un massiccio single player il cui ritardo è probabilmente legato sia alle dimensioni del progetto, sia alla finestra di lancio. Ma potrebbe anche essere frutto della paura di disattendere aspettative altissime che ci auguriamo non si traducano in un boomerang quando, speriamo a settembre, avremo tra le mani il nostro sogno cromato.

Cyberpunk 2077 Trailer E32018 01