"Capcom is back!" Diceva entusiasta il CEO della divisione americana della compagnia, Kiichiro Urata, commentando proprio gli ottimi riscontri che Devil May Cry 5 stava ottenendo dalla stampa in base alle prime recensioni, lo scorso marzo. Una frase che è diventata una sorta di meme tra forum e siti videoludici perché, effettivamente, la compagnia nipponica sta attraversando un periodo di grande ritorno sulle scene, inanellando una serie di uscite di grandissimo calibro che hanno caratterizzato un 2019 da incorniciare in quel di Osaka. Tutto sembra risalire a un ritorno all'autarchia per Capcom, che sembra aver ritrovato la retta via proprio dopo il periodo di sperimentazione e outsourcing seguito alla famosa apertura a occidente voluta fortemente da Keiji Inafune nei primi del 2010, che ha portato a risultati a dire il vero piuttosto incerti. Non c'è dubbio però che qualcosa abbia smosso nell'organizzazione e nel modo di progettare e sviluppare i giochi in Capcom, vista la sostanziale evoluzione percepita in questi ultimi anni, che trova un fondamento proprio nella base tecnologica dei recenti successi della compagnia, ovvero il RE Engine. Costruito per il rilancio in grande stile del survival horror con Resident Evil 7, il nuovo motore grafico ha dato una spinta notevole alla produzione interna ed è simbolico di uno slancio rinnovato nella ricerca da parte di Capcom.
Devil May Cry 5 è l'emblema di questo rilancio: chiesto a gran voce da anni, il gioco si presenta esattamente come dovrebbe essere un capitolo di nuova generazione della serie classica Capcom, recuperando perfettamente il tono tracotante ed esagerato ma sempre con un occhio di riguardo allo stylish action delle origini, recuperando il filo della serie dove si era interrotto tempo addietro, prima del reboot (decisamente anche troppo criticato) dei Ninja Theory. Dopo il successo planetario di Monster Hunter: World, il rilancio di Resident Evil con un settimo capitolo sorprendente e proseguito poi con il meraviglioso remake del secondo, Devil May Cry 5 ha dimostrato come anche l'anima più puramente action di Capcom sia ancora decisamente viva.
Azione ed evoluzione
L'abbandono di Hideki Kamiya poteva essere fatale per Devil May Cry e a lungo si è temuto che la serie non si potesse recuperare pienamente, ma Hideaki Itsuno ha dimostrato infine di aver raggiunto una notevole maturità alla guida del progetto Devil May Cry 5, mettendo virtualmente al sicuro il futuro del brand. Lo stile adottato è quello emergente già dal quarto capitolo, sia per quanto riguarda il tono di personaggi, dialoghi e narrazione sia per la grande attenzione riposta prima di tutto sul gameplay. Come si conviene a un action game di vecchia scuola, il gioco e le sue meccaniche sono assolutamente al centro dell'attenzione, ponendo su queste le fondamenta su cui costruire l'intera esperienza, che ha anche elementi narrativi e scenografici di alto livello ma sempre posti a servizio di un gameplay preponderante e pervasivo, come si conviene a un titolo nipponico di questa tipologia.
Alla base del gameplay, ovviamente, si trova il sistema di combattimento, che in un action come questo deve avere la priorità su qualsiasi altro aspetto del gioco. Su questo fronte in Devil May Cry 5 c'è tanta tradizione ma anche una notevole volontà di innovare su alcuni aspetti, tendendo a un'espansione delle possibilità offerte al giocatore in termini di stili di combattimento e diversità di approcci. La presenza di tre personaggi così fortemente caratterizzati come Nero, Dante e V e tutti dotati di un modo di lottare diverso è garanzia di una notevole varietà dal punto di vista del gameplay, mentre la progressione dei livelli ci pone costantemente di fronte ad eventi e situazioni disparate tra azione spinta al parossismo e scontri con boss giganteschi. L'adrenalina scorre potente ma il sistema di combattimento riesce comunque ad avere una certa profondità, con il classico sfruttamento di combo che in questo caso si arricchisce anche delle meccaniche delle varie armi e abilità caratteristiche dei tre personaggi.
Il grande ritorno di Dante e gli altri
Al di là del semplice fatto che sia un gioco dannatamente divertente, Devil May Cry 5 riveste dunque anche un ruolo particolare in tutto il panorama videoludico. La parabola di Capcom è paradigmatica dell'importanza rivestita dagli sviluppatori nipponici storici all'interno di questa industria: quando questi sono in salute e nel pieno della propria attività allora tutto l'ambiente riceve influssi positivi. Ci sono generi e caratteristiche di gioco che possono provenire solo da certe combinazioni alchemiche come quelle emerse tra Itsuno, Michi Okabe, Matthew Walker e Tatsuya Yoshikawa, ma anche grazie al gran lavoro svolto sotto il cofano dal RE Engine, che ha dato una bella iniezione di fiducia e sicurezza nei propri mezzi all'intera Capcom, e Devil May Cry 5 è un po' la sintesi di questo flusso positivo di elementi. L'operazione si presentava più complessa del recupero di Resident Evil dopo la sbandata del sesto capitolo e spin-off derivati: qui non si trattava solo di ripristinare lo spirito originario e reimpostare toni e soluzioni tecnologiche. Dare un degno seguito a Devil May Cry significava dover gestire un'eredità importante senza tradirne l'essenza ma anche saper offrire qualcosa di effettivamente nuovo e soprattutto divertente da giocare, perché questo è l'elemento principale della serie.
Persistono alcuni elementi dubbi e anche qualche caratteristica che può sembrare quasi un passo indietro rispetto agli aspetti più positivi del quarto capitolo, ma Devil May Cry 5 è chiaramente un ritorno ai massimi livelli per la serie e nel complesso un action game di altissimo profilo, in grado di dare nuove linfa all'intero genere. A questo punto si tratta di vedere come proseguirà l'epopea di Dante, Nero, V, Nico e gli altri personaggi di questo strano mondo: a quasi un anno di distanza dalla sua uscita potrebbe essere ormai tardi per ulteriori aggiunte future ma ancora troppo presto per parlare di un seguito vero e proprio, dunque è probabile che non emergano particolari notizie al riguardo, ma quel che è certo è che la serie ha ripreso vigore in maniera definitiva e Capcom, d'altra parte, ha dimostrato ancora di essere in grado di realizzare i sogni dei fan.