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Dragon Ball Z: Kakarot, cinque anime per CyberConnect2

Lo spettacolare Dragon Ball Z: Kakarot ci ha fatto pensare a quali anime potrebbe trasformare in videogiochi lo sviluppatore CyberConnect2. Prima, però, c'è qualche problema da risolvere...

SPECIALE di Christian Colli   —   25/01/2020

Al di là dei suoi pregi e difetti, Dragon Ball Z: Kakarot dovrebbe aver messo d'accordo tutti sulle indiscutibili qualità di CyberConnect2 quando si tratta di ricreare le scene e le atmosfere di certi anime sotto forma di videogioco. Non è la prima volta che questo talentuoso team di artisti si trova alle prese con franchise come Dragon Ball e se è vero che lo sviluppatore è diventato famoso specialmente quando ha messo mano su Naruto intorno al 2003, è altrettanto vero che l'attenzione aveva già cominciato ad attirarla qualche tempo prima con un'altra produzione sperimentale di Bandai Namco: la tetralogia di .hack//. Da allora CyberConnect2 si è barcamenato per quasi vent'anni tra una manciata di proprietà intellettuali su licenza che includono, oltre a Naruto e Dragon Ball, anche Le bizzarre avventure di JoJo, sconfinando soltanto di rado nell'inedito, per esempio con lo spettacolare Asura's Wrath. La parola d'ordine a Fukuoka è una, sopra ogni altra: fanservice. E i titoli CyberConnect2 trasudano fanservice. Ma siamo sicuri che nel 2020 possa bastarci?

Il problema del gameplay

Prendiamo come esempio proprio Dragon Ball Z: Kakarot, l'ultima fatica di CyberConnect2. Se avete letto la nostra recensione allora dovreste sapere che il nuovo adattamento della celeberrima opera di Akira Toriyama è un videogioco pensato soprattutto per i fan: ripercorrendo la storia di Dragon Ball Z come un titolo d'azione single player con elementi RPG, il gioco sommerge gli appassionati della saga con un fanservice calcolato e metodico. C'è modo e modo di fare fanservice, cioè di soddisfare quella parte dell'utenza che cerca gli aspetti, le sensazioni e le caratteristiche più importanti di una certa produzione: si può fare in modo becero e generico, nella ferma convinzione che tanto i fan comprerebbero qualunque cosa, oppure si può fare con un certo rispetto, con quella passione che si riconosce subito nella direzione artistica e nelle scelte contenutistiche dei titoli CyberConnect2. Questo però non significa che i ragazzi di Fukuoka siano game designer straordinari che non sbagliano un colpo. Anzi, tutt'altro.

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I titoli CyberConnect2 non si sono mai distinti in modo eclatante a livello di gameplay; è sempre mancato qualcosa che riuscisse a elevarli a un livello che potesse farceli consigliare anche a chi non conosce un franchise in particolare, proprio per avvicinarsi ad esso e magari appassionarsi. Non sono videogiochi particolarmente profondi, ma sono accessibili e pensati più che altro per divertire senza enormi pretese, soddisfacendo quella necessità di ritrovare il proprio manga o anime preferito sullo schermo. Un esempio molto chiaro, in tal senso, potrebbe essere proprio Le bizzarre avventure di JoJo: All Star Battle, un picchiaduro validissimo per i fan del manga di Hirohiko Araki grazie al fanservice e alla fedeltà con cui CyberConnect2 ha riprodotto il peculiare stile dell'autore, nonché le strampalate dinamiche narrative, che tuttavia non potrebbe mai competere con la sofisticata raffinatezza di un titolo come Dragon Ball FighterZ di Arc System Works, un team che sviluppa picchiaduro molto più ambiziosi anche nell'ottica competitiva.

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Dragon Ball Z: Kakarot, insomma, rappresenta perfettamente la filosofia aziendale, per così dire, di CyberConnect2. È un titolo estremamente spettacolare che ricalca fedelmente l'anime sotto tanti aspetti. È curato minuziosamente nei dettagli e ricostruisce il mondo immaginato da Akira Toriyama come nessun gioco aveva mai fatto prima d'ora, mettendo insieme i pezzi del puzzle apparsi negli sfondi delle vignette. Allo stesso tempo è accessibile, si impara a giocare in pochi minuti e ha la profondità di un cucchiaino da caffè: le meccaniche GDR, seppur interessanti e ben integrate nel gameplay, non richiedono grande impegno per essere assimilate, tant'è che anche le dinamiche open world cascano nel tranello di tante produzioni giapponesi che puntano quasi tutto sui collezionabili. Tutto sommato va bene anche così: non tutti i giochi devono essere complessi intrecci di variabili. A volte basta che siano divertenti passatempi per appassionati che vogliono rivivere le loro scene preferite di un certo anime. CyberConnect2 può certamente migliorare nel game design, e ci auguriamo che ciò accada magari nei prossimi tie-in che sarà chiamato a sviluppare.

Dragon Ball Z Kakarot 6

Cinque anime per CyberConnect2

Appurato che i ragazzi di CyberConnect2 hanno un vero talento per la direzione artistica, la regia nelle cinematiche e nelle scene d'intermezzo che riproducono le storie più assurde ed esaltanti nel panorama dei fumetti e dei cartoni animati nipponici, abbiamo pensato a cinque anime che meriterebbero il trattamento di Dragon Ball Z: Kakarot e che magari sono già diventati videogiochi, seppur con risultati tutt'altro che soddisfacenti. Il primo cui abbiamo pensato mentre giocavamo a Kakarot è stato My Hero Academia di Kohei Horikoshi, una serie piuttosto recente che racconta le disavventure di una scuola per supereroi in un mondo in cui la stragrande maggioranza degli abitanti possiede super poteri. È stata la componente open world a darci l'idea, in realtà, perché su My Hero Academia sono già stati sviluppati alcuni mediocri picchiaduro a incontri: certo, nell'anime i giovani eroi e i loro insegnanti combattono i super criminali a suon di colpi speciali, ma la parte scolastica è molto importante e potrebbe diventare una base per le meccaniche GDR, mentre CyberConnect2 potrebbe ricostruire le città in cui spesso i protagonisti vanno di ronda, riempiendole di missioni secondarie e altri contenuti.

My Hero Academia

Abbiamo poi pensato al povero Bleach, la creatura di Tite Kubo che ha ispirato vari picchiaduro - tra cui un paio veramente ottimi per Nintendo DS - e qualche brutto gioco per console casalinghe. Il finale dell'opera non è mai stato neppure animato: l'anime si conclude poco prima della saga conclusiva, e forse è meglio così visto che lo stesso Kubo ha veramente gettato alle ortiche tutte le ottime idee che aveva avuto per sciorinare una lunghissima quanto svogliata serie di duelli tra Shinigami. Il protagonista è infatti un liceale, Ichigo Kurosaki, che si ritrova suo malgrado a lavorare come dio della morte, sprofondando insieme ai suoi amici in un mondo soprannaturale pieno di complotti e antiche faide. Sì, la storia a un certo punto va a catafascio... ma vogliamo parlare dei primi archi narrativi, del primo viaggio nella Soul Society e della corsa contro il tempo per salvare Orihime nello Hueco Mundo? Fino a quel punto Bleach rimane veramente uno dei migliori shonen sulla piazza e un gioco di CyberConnect2 potrebbe rendere giustizia alla trama e agli spettacolari combattimenti nel mondo reale e nelle dimensioni ultraterrene che visitano i protagonisti. E anche qui una bella componente GDR non ci starebbe male.

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Altro giro, altra corsa: I Cinque Samurai. Meglio noto in patria come Yoroiden Samurai Troopers, i più attempati ricorderanno sicuramente quello che sembrava un clone di Saint Seiya ma che alla fine era qualcosa di più. Pochissimi i giochi ispirati alla serie soltanto animata di Hajime Yatate, costituita da una quarantina di episodi e qualche OAV, sufficientemente breve da poterla ripercorrere come CyberConnect2 ha fatto con Dragon Ball Z: Kakarot, facendola conoscere anche alle generazioni odierne. L'anime racconta la storia di cinque guerrieri - Ryo, Seiji, Shin, Toma e Shu - che possono trasformarsi in potenti samurai, indossando armature e brandendo armi associate agli elementi naturali: la loro missione è proteggere il mondo da Arago, l'imperatore delle tenebre che intende assoggettarlo con l'aiuto dei suoi generali. È una serie d'azione che si presterebbe bene a un'avventura con elementi GDR, combattimenti in stile musou contro plotoni di nemici e boss fight più articolate e spettacolari nello stile di Asura's Wrath. La serie, che risale al 1988, avrebbe proprio bisogno di una bella svecchiata con un ritorno in auge che non sia quello di Saint Seiya su Netflix.

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A proposito di Saint Seiya, Dimps ha preceduto CyberConnect2 e sviluppato una serie di mediocri picchiaduro a incontri che ripercorrevano le tre saghe principali dell'anime che abbiamo imparato a conoscere e amare come I Cavalieri dello Zodiaco negli anni '80. Facendo finta che non esista il summenzionato reboot di Netflix in computer grafica, esistono una valanga di spin-off ispirati all'opera di Masami Kurumada, compreso un sequel vero e proprio, sottotitolato Next Dimension, che però è ancora in corso di pubblicazione. Inutile dire che stiamo pensando a The Lost Canvas, probabilmente il miglior spin-off a fumetti, e parzialmente a cartoni animati, che racconta la Guerra Sacra tra Atena e Ade nel 1800. La storia, scritta e disegnata da Shiori Tashirogi, si è già conclusa, perciò CyberConnect2 potrebbe tranquillamente adattarla, calandoci nei panni dei cavalieri d'oro e dei cavalieri di bronzo che difesero la dea dagli attacchi degli Spettri. Potremmo esplorare il Santuario, allenarci con gli altri cavalieri per imparare nuove tecniche e quindi combattere sia contro più nemici, sia contro i principali avversari. Ci sono numerose scene assolutamente epiche e spettacolari che potremmo rivivere con la grafica di Dragon Ball Z: Kakarot, senza contare che gli spettatori rimasti in sospeso quando è stato interrotto l'anime potrebbero finalmente vedere la fine di The Lost Canvas.

Saint Seiya The Lost Canvas Recensione Seconda Stagione V4 38327

E per finire... okay, potrebbe sembrarvi una scelta strana, ma se avete almeno trent'anni è inutile nascondersi: avete visto anche voi qualche episodio di Sailor Moon. E poi finora abbiamo parlato di giochi in cui i protagonisti sono principalmente uomini, dedichiamo un po' di spazio anche al gentil sesso. Anche perché tanti anni fa sono stati sviluppati alcuni titoli per SNES parecchio validi e si è scoperto che la struttura di Sailor Moon, come anime, si presta bene alla formula dei picchiaduro a scorrimento. Aggiungetegli una città esplorabile, missioni secondarie in cui bisogna salvare gli abitanti dalle macchinazioni dei nostri nemici con tanto di boss e miniboss, elementi GDR e un vero e proprio party composto dalle Guerriere Sailor e voilà, il gioco è fatto. Certo, nell'anime ispirato al manga di Naoko Takeuchi non si scontrano gigantesche onde di energia, ma ha i suoi momenti spettacolari, parecchi colpi di scena drammatici e una colonna sonora memorabile. Poco tempo fa, Sailor Moon è tornato anche in TV con una serie modernizzata, più fedele al manga rispetto all'anime, che potrebbe essere la base perfetta per un videogioco. E con questa idea, concludiamo la nostra carrellata, anche se ci sono tantissimi anime che meriterebbero la trasposizione di Dragon Ball Z: Kakarot. Ve ne viene in mente qualcun altro?

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