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Final Fantasy 7 Remake: l'analisi di un cast immortale

I personaggi e gli antagonisti di Final Fantasy 7 hanno superato la prova del tempo, risultando moderni e carismatici anche oggi. Vi raccontiamo come hanno fatto.

VIDEO di Alessandra Borgonovo   —   12/04/2020
Final Fantasy VII Remake
Final Fantasy VII Remake
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Fra anteprime, retroscena inediti e trailer emerge un aspetto in particolare di Final Fantasy 7 Remake, e cioè che il suo cast è come il buon vino: migliora invecchiando. Sarebbe facile riferirsi soltanto all'aspetto estetico che vanta un realismo molto ricercato, ma questi personaggi sarebbero "solo" degli splendidi poligoni se a dare loro vita, seppur digitale, non ci fosse una caratterizzazione capace di enfatizzare la profonda umanità di eroi e nemici. Ed è proprio qui che risiede la loro bellezza, quella stessa che ci ha catturato ventitré anni fa e oggi espressa al suo massimo potenziale. Perché i personaggi di Final Fantasy 7 non sono poi diversi da noi: la loro rabbia, i sentimenti e persino gli amori bruciano esattamente come i nostri. Troppo spesso vengono ridotti a macchiette, a stereotipi che non tengono conto quanto nel dolore vi sia la possibilità di un riscatto, come si possa trovare malinconia nella sofferenza o addirittura risentimento e vendetta nell'amore. Umanità digitali: non troviamo definizione più calzante per un cast che non si è piegato allo scorrere del tempo, sfruttandolo anzi per rinascere più sfaccettato di prima senza tuttavia scordare chi è stato. Ancora una volta, Final Fantasy 7 sembra puntare oltre con questo remake, deciso a scolpire nella memoria i propri personaggi come qualcosa di più che un semplice insieme di pixel e poligoni. Ne emerge un gruppo variegato, che funziona oggi come allora, forse addirittura meglio: personaggi che fanno della reciproca diversità il maggior punto di forza, tanto nelle loro vite digitali quanto nel combattimento - che è poi l'espressione diretta e tangibile della loro personalità.

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Cloud Strife

Volendo parlare per stereotipo, il protagonista del gioco si divide tra "bello e dannato" e "guerriero con spadone": in un periodo dove i giochi di ruolo giapponesi si concentravano sulla rappresentazione di un eroe senza macchia né paura, la luce che avrebbe scacciato le tenebre del male, Final Fantasy 7 portò su schermo un personaggio che in quell'oscurità sembrava viverci. Taciturno, cupo ma soprattutto mosso dalla sola avidità senza alcun interesse verso il mondo che, per una serie di coincidenze, andava ad aiutare, Cloud Strife è stato l'apripista di un modello oggi estremamente diffuso. A suo tempo, però, è stato un piacevole cambio di prospettiva, un antieroe potremmo dire in forte contrasto con la convinzione che l'eroe viva di una purezza intoccabile: scopriamo invece come, dietro la patina di cui gli altri spesso lo ammantano, sia umano e come tale fallace. Anzi ha fatto di più: ha demistificato la sua figura avvicinandola di più ai comuni mortali, facendo capire che il cavaliere nella scintillante armatura non esiste, che tutti possono essere eroi e dagli errori di una vita può crearsi l'occasione di un riscatto cercato a lungo. Al di là della maschera da guerriero navigato di Cloud si trova un bambino nascosto nel buio, che aveva come unico desiderio di essere notato dal mondo, di diventare qualcuno: un infantilismo, questo, che nel remake pare emergerà con più frequenza portandolo a essere meno freddo e impassibile. Per l'appunto, più umano. E lo farà sfiorando le crepe più profonde del suo animo. Cloud è un Ulisse in una continua ricerca della sua Itaca, mentre sfida gli dei - ovvero la Shinra ma non solo - per ritrovare se stesso e un posto da chiamare casa.

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Tifa Lockhart

Tifa Lockhart non solo è l'amica d'infanzia per antonomasia, ma anche un personaggio intrigante, e non solo affascinante nell'aspetto. Tifa è una ragazza vittima di un passato che l'ha privata di ogni affetto: ha visto la morte in faccia ed è sopravvissuta, cercando poi di costruirsi una nuova vita nell'attesa che Cloud tornasse da lei. Aggrappandosi a una promessa infantile ma che sapeva di speranza. Caparbia, determinata e pronta a far parlare i pugni se l'occasione lo chiede, Tifa cerca di superare le proprie insicurezze ma è pronta a metterle da parte per prendersi cura dei suoi affetti più cari. Come l'eroe, è una figura piuttosto comune nei giochi di ruolo ma il remake interviene ancora una volta per dare spessore a un personaggio più complesso di quanto appaia: da un lato abbiamo una giovane donna che vive per la vendetta, mentre dall'altro iniziano a delinearsi i tratti di una maternità in divenire - e con essa, di una normalità a lungo sognata. Due aspetti in contrasto, complici di un conflitto interiore che la tormenta nelle prime fasi di gioco. Moderna Penelope, Tifa tesse una tela che sa di speranze e promesse sempre vive nell'attesa che Cloud ritorni davvero da lei, ma non dimentica chi le ha strappato via ogni cosa.

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Aerith Gainsborough

Tanto eterea, nel suo fascino velato di mistero, quanto compassionevole e pura, Aerith è un personaggio destinato a sorprendere. Non possiamo dirvi esattamente la ragione, soprattutto perché gli sviluppatori hanno deciso di dare più spazio al suo passato introducendo dettagli che sono nuovi per tutti. Possiamo però parlarvi della giovane nascosta dietro un'ingenuità e una civetteria che sono solo apparenti. Aerith è affamata di libertà come solo chi ha vissuto senza mai vedere il cielo può essere. Incomprensibile a tratti nelle sue azioni, è un personaggio molto più saggio e consapevole di quanto non si mostri: vive in una profonda connessione con il Pianeta, quasi possa sentirne la sofferenza causata dalla Shinra, e dimostra una sfrontatezza propria di una persona nata e cresciuta nei bassifondi. È un personaggio illeggibile, impossibile da anticipare poiché sembra essere sempre un passo avanti, come se vedesse oltre, ed è stata proprio questa sua aura divina a renderla affascinante agli occhi dei giocatori. Laddove Tifa rappresenta il calore del focolare, figura materna o compagna di una vita, lei è un tepore più sottile ma persistente, destinato a non consumarsi mai: intrisa di quella grazia che possiedono solamente gli idoli caduti - malinconica, distante - è l'ancora di salvezza non soltanto di un uomo perduto come Cloud, bensì dell'intero Pianeta. La sua personale Nausicaa.

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Barret Wallace

Burbero, sbrigativo e irascibile, Barret Wallace è l'esatto contrario di quello che il supposto capo di una fazione eco-terroristica dovrebbe essere. Il suo desiderio di piegare la Shinra supera i confini dell'ossessione, rendendolo nel suo egoismo un personaggio più tragicamente umano di quanto il suo aspetto e suoi modi ci possano far pensare: non è tanto un ideale a supportare le sue azioni, quanto ragioni intime e personali che diventano un canale entro il quale veicolare tutta la sua rabbia. È un uomo e un padre adottivo che desidera un mondo migliore per la figlia ma nel farlo, nel cercare di essere un leader e portare giustizia in una città che non ne conosce, si lascia trascinare dalle emozioni, sottovalutando il nemico al punto da vedere le sue stesse azioni ritorcersi contro di lui e il suo gruppo. Assieme a Tifa, è il personaggio a cui ci si può sentire più affini.

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Sephiroth

Uno degli antagonisti più iconici dell'universo videoludico, non solo della serie, Sephiroth non raggiunge la stessa, inumana crudeltà di Kefka da Final Fantasy VI ma ci va molto vicino. Grande, potente, un dio fra gli uomini prima che la verità lo facesse impazzire senza rimedio, è un nemico al quale si guarda con odio eppure non si riesce mai a disprezzare fino in fondo. Questo perché esiste, negli antagonisti ancor più che nei buoni, una serie di sfumature che fa la differenza tra un personaggio carismatico nella sua crudeltà e un antagonista che è tale solo per definizione, senza uno sviluppo che ci aiuti a comprenderlo. Perché di questo si tratta: per quanto deprecabili possano essere le azioni di qualcuno, è la capacità di renderle plausibili, di instillare in chi vi assiste una minima scintilla di dubbio, che li rende efficaci - annullando le distanze per renderli simili a noi. Ed è nell'attimo in cui si mette da parte il risentimento per avvicinarsi al nemico, mossi dalla volontà di capire le sue azioni, che questi ha raggiunto il suo scopo. La stessa ragione per cui Sephiroth è stato uno dei punti cardine dell'immaginario collettivo videoludico: gli eroi caduti dopotutto sono la massima espressione della tragicità e l'ex SOLDIER ricopre questo ruolo come se gli appartenesse da sempre, dimostrandosi da ventitré anni un antagonista magistrale. Considerato che il remake di Final Fantasy 7 dovrebbe essere la raccolta definitiva di un universo narrativo espanso, raccontare l'ascesa e la caduta di Sephiroth potrebbe essere uno dei compiti più difficili e soddisfacenti che il team di sviluppo si ritroverà ad affrontare di capitolo in capitolo. Inoltre, proprio il personaggio di Sephiroth potrebbe essere quello in grado di celare più sorprese sia ai fan del vecchio Final Fantasy 7, sia a chi si avvicina alla serie per la prima volta.