Negli ultimi 12 anni i laptop da gioco sono passati da una potenza limitata a prezzi astronomici a prestazioni sufficienti per giocare a titoli ad alto profilo senza alcun compromesso abbinati a miglioramenti netti dell'esperienza d'uso tra luminosità dei pannelli, refresh elevati, fedeltà del colore e materiali adottati. Tutto questo unito a una gestione del listino che ha visto diminuire con costanza il costo di questi PC anche in funzione di una concorrenza decisamente più agguerrita che in passato.
Un processo dovuto all'efficienza produttiva, all'aumento delle vendite, all'arrivo degli SSD e all'evoluzione dei processi di costruzione della componentistica, ma parte del merito va anche agli sforzi di NVIDIA per creare standard molto vicini alle esigenze dei giocatori. Un lavoro che ha spinto AMD, la principale concorrente, a fare altrettanto, obbligando di conseguenza anche Intel a compiere un sostanzioso balzo in avanti di cui vedremo gli effetti, grazie ai processori mobile di dodicesima generazione con architettura Alder, all'inizio del 2022.
Questa sostanziale ottimizzazione ha permesso con grande rapidità di ridurre anche rumorosità e temperature, da sempre problematiche sia sul fronte della CPU che su quello della GPU. Oggi avere portatili silenziosi ed efficienti è possibile e per molti stanno diventando una tentazione importante, capaci di unire la comodità di un sistema compatto con gli indubbi vantaggi del gaming su PC rispetto a quello su console.
Parliamo di macchine da gioco facilmente trasportabili, utilizzabili anche per lavorare e già dotate di schermi sempre più evoluti, capaci di raggiungere anche i 360 Hz nelle ultime incarnazioni. Ma parliamo anche di device che possono essere collegati con grandissima semplicità a un qualsiasi controller e su tutte le TV disponibili in salotto: da quelle più vecchie limitate al 1080p fino ad arrivare a quelle 4K di ultima generazione con il pieno supporto ai 120 Hz e al Variable Refresh Rate grazie alla connettività HDMI 2.1 presente su tutte le ultime GPU mobile.
Con un laptop si può giocare sul divano godendo del boost prestazionale di tecnologie come l'upscaling DLSS delle NVIDIA GeForce RTX o la FidelityFX Super Resolution delle AMD Radeon. Un passo in avanti poderoso che consente a quasi ogni GPU di ultima generazione, a prescindere dalla fascia di prezzo, di garantire prestazioni elevate a qualsiasi risoluzione, compreso per l'appunto il 4K. Il tutto incrementando anche la longevità di una configurazione, un fattore che ha sottratto al mondo console uno dei suoi storici vantaggi.
Oggi, in sostanza, risulta possibile poter lavorare e giocare ovunque ci si trovi e senza compromessi con una singola macchina, cosa che porta ad un aumento sostanziale della qualità della vita. Ed è una realtà che abbiamo toccato con mano recensendo una delle ultime macchine arrivate in redazione: il Lenovo Legion 7, che ci ha stimolato a confezionare questo speciale con cui discutere insieme a voi sulla trasformazione del gioco su PC e sui vantaggi che comporta l'evoluzione radicale dei laptop da gioco: oggi a tutti gli effetti dei prodotti in grado di prendere il sopravvento su console e PC tradizionali.
L'evoluzione dei portatili
Anche se i primi veri laptop da gioco sono cronaca recente, la storia dei PC portatili affonda le radici nel lontano passato, a poca distanza dalla disponibilità dei primi microprocessori e quindi dei primi sistemi compatti. Fino a quel momento i computer erano enormi mainframe la cui potenza veniva suddivisa tra utenti connessi a terminali che dovevano sottostare a turni e condividere la poca memoria disponibile, ma con l'arrivo del 4004, pur limitato rispetto ai modelli subito successivi, sono nati i primi personal computer e, dopo non molto, i portatili, la cui nascita può essere datata all'incirca nel 1980. Erano dispositivi limitati al solo testo che avevano bisogno di corrente e pesavano 12 kilogrammi e che per questo erano definiti trasportabili, e non portatili, dagli stessi progettisti che li avevano creati. Ma quel primo passo, pur goffo, ha generato un immaginario che ha creato subito un mercato, spingendo il settore a investire parecchio.
In poco tempo, e più precisamente nel settembre del 1983, è arrivato il Dulmont Magnum, un computer 16-bit da 4.8 kg, il primo alimentato da una batteria, che ha coniugato per la prima volta potenza elevata e dimensioni compatte grazie al chip Intel 80186. Pur usando una CPU superiore a quella dello Sharp PC-5000, ha dovuto affrontare problemi di produzione ed è stato vittima della scarsa notorietà della società Dulmont Pty, l'unica azienda australiana ad aver mai prodotto un laptop. Quella macchina fu quindi costretta ad arrendersi di fronte alla concorrenza, complice l'incompatibilità dell'Intel 80186 con l'hardware degli IBM PC.
In ogni caso lo ricordiamo come l'araldo dei primi, veri portatili che nell'evoluzione successiva si sono lasciati alle spalle schermi microscopici montati su grossi case per sposare il design moderno, a conchiglia, con pannello integrato in un coperchio che si richiude sulla tastiera. In particolare ci fu un momento storico che leghiamo al 1985 e che vide un'altra azienda lasciare da parte l'idea della potenza in favore della pura portabilità.
Stiamo parlando del Kyotronic KC-85, talmente limitato in termini di potenza di calcolo da poter funzionare con normali pile AA, ma un vero portatile dotato di editor di testo, di interprete BASIC e di un modem integrato, tutto compreso in un peso di appena 2 kilogrammi. Da qui un successo importante, complice un prezzo abbordabile, che ha rimarcato l'importanza della portabilità effettiva. Ma questo non ha distratto la fetta più importante del mercato che parallelamente ha continuato a puntare sulle prestazioni e su schermi più grandi che hanno mantenuto i laptop sul binario della forma a conchiglia del laptop moderno. Ed ecco quindi, sempre nel 1985, arrivare sul mercato dispositvi IBM compatibili come il Kaypro 2000 e il Toshiba T1100, considerato il primo, vero laptop di massa.
La sperimentazione, comunque, non si è mai fermata. In mezzo abbiamo visto convertibili, compreso l'Apple Macintosh che pesava 7.2 kg ma montava uno schermo di dimensioni notevoli e una trackball integrata, e il primo laptop con schermo TFT a colori, l'IBM PS/2 CL57 SX. C'è poi da menzionare il ThinkPad 300, un sistema capace di stabilire alcuni standard che all'epoca erano pensati per il settore business, ma sono poi diventati parte del corredo di ogni laptop, tra cui fotocamera integrata, certificazioni di resistenza, dischi rimovibili e illuminazione della tastiera. A quel punto Windows era già in circolazione, per quanto molti giochi fossero ancora su DOS, ed era già possibile divertirsi con titoli come Comanche in mobilità, anche se spesso su schermi verdi e con prestazioni non eccezionali.
L'era dei laptop da gioco
A inizio anni '90 il gaming era tutto fatto di console e, per i più abbienti, di PC da scrivania. Ed è una verità che si è fatta ancora più tangibile nel 1995, con il lancio delle console dotate di hardware dedicato alla gestione dei triangoli e con l'arrivo dei primi acceleratori grafici. I laptop, invece, per quanto si stessero evolvendo anche dal punto di vista delle capacità multimediali, erano cosa da professionisti, persone che magari si dilettavano con qualche avventura grafica o qualche strategico, ma usavano il PC in ottica lavorativa o come status symbol, per certi versi avveniristico ma limitato per grafica, schermo, batteria e prezzi elevatissimi.
L'IBM ThinkPad 755CD del 1994, per fare un esempio, costava 7.599 dollari, ovvero 13.000 dollari di oggi. Certo, aveva il primo lettore CD-ROM integrato in un laptop e un processore discreto, ma era limitato in quanto a capacità grafiche, doveva fare i conti con i paletti dello schermo LCD passivo con risoluzione 640x480 e costava quanto un'automobile. Ed erano troppi anche i 3.499 dollari del Gateway Solo 2000, equipaggiato con processore Pentium, sistema operativo Windows 95 e lettore CD-ROM, ma comunque estremamente limitato rispetto a un desktop e troppo costoso per il grande pubblico.
In quel periodo tutti i maggiori produttori di hardware erano già al lavoro in vista dell'evoluzione di CPU e GPU che portò alla fine del primo decennio del 2000, ai primi, veri laptop da gioco, progenitori diretti dei dispositivi che ci troviamo tra le mani oggi. Il rapporto tra prezzo e caratteristiche è aumentato in modo drastico, la definizione dei monitor è cresciuta ed è nata la definizione di laptop da gioco.
Il periodo esatto è quello del 2007-2008. In quel momento sono spuntati i primi portatili con i tasti WASD in evidenza, schermi antiriflesso e GPU NVIDIA della serie 8000M, in grado di garantire prestazioni niente male in titoli come DOOM. Parliamo comunque di schermi con risoluzioni al di sotto del Full HD per computer ancora costosi e tutti in plastica, a partire dai primi modelli eleganti per arrivare all'invasione di modelli pieni di linee spezzate, bordi rossi, grate aggressive e pance bozzolute. Ma non tutti hanno seguito quella strada.
Persino marchi da gaming ci hanno regalato modelli eleganti e già improntati alla modernità, nel lontano 2010. I problemi effettivi, comunque, riguardavano la batteria e i limiti di GPU mobile come la Nvidia GeForce GTX 570M e la AMD Radeon HD7690M. All'epoca erano considerate schede laptop piuttosto potenti, ma oggi le prospettive sono completamente cambiate ed è ormai diventato evidente come il rapporto tra prezzo e prestazioni fosse, all'epoca, estremamente sbilanciato.
Tutti questi sono stati passi necessari verso la creazione di un pubblico interessato ai laptop da gioco. L'aumento di clienti ha portato a una crescita costante degli investimenti portandoci ai primi esemplari slim, tra il 2014 e il 2015, e all'evoluzione dell'hardware che ha portato anche alla definizione di un nuovo pubblico: i cosiddetti creator. D'altronde il problema delle compagnie impegnate a vendere computer è sempre stato quello di dare ai potenziali clienti una giustificazione per comprarli.
Per molti anni quella giustificazione si è divisa tra studio e lavoro, ma nel caso dei portatili si è scontrata con i limiti hardware e con prezzi che sono rimasti alti rispetto all'hardware montato. Almeno fino alle ultime due o tre generazioni, quando è stato possibile racchiudere un target enorme fatto di giocatori, lavoratori, disegnatori e montatori video in un'unica categoria fluida, composta da persone che prima non potevano permettersi di comprare prodotti limitati a prezzi astrusi.
Solo negli ultimi anni infatti, i top di gamma sono scesi sotto i 3000€ con schermi di qualità e garantendo prestazioni elevatissime, in grado di misurarsi persino con la risoluzione 4K. Di conseguenza nella fascia dei 1000€ ci siamo ritrovati modelli in grado di far girare qualsiasi titolo in 1080p, arrivando anche al 1440p grazie a tecnologie come NVIDIA DLSS.
La svolta moderna
Rimane, va detto, il problema delle temperature delle CPU, ma la combinazione delle NVIDIA GeForce RTX 3000 con l'efficienza degli AMD Ryzen 5000 ha permesso di tirare fuori prestazioni estremamente elevate a fronte di temperature non basse, ma finalmente gestibili. Non a caso lo spunto ce l'ha fornito proprio Lenovo, prima con il Lenovo Legion 5 Pro e, appena poche settimane fa con la recensione del Legion 7; il produttore ha puntato forte su questa combinazione di processore e scheda video per esaltare il lavoro fatto su una serie di laptop notevole anche nell'estetica che, pur fedele al design storico, si è liberata dei troppi spigoli e del suo carico di austerità.
Ma il suo reale punto di forza è quello di dimostrare cosa significhi avere un laptop in grado di far girare al massimo ogni titolo esistente o gestire carichi di lavoro rilevanti senza problemi di thermal throttling, garantendo prestazioni ottime anche in modalità silenziosa. Il tutto condito da un hardware top di gamma, uno schermo 2560 x 1600 di buona qualità con 165 Hz di refresh, Intel WiFi Killer con ottimizzazione del traffico di rete, accelerazione ray tracing, upscaling NVIDIA DLSS e un comparto audio discreto.
Un pacchetto del genere, negli anni '80, era inimmaginabile. Ma anche solo 5 o 10 anni fa sarebbe stato difficile pensare a portatili in grado di misurarsi con una generazione di console appena uscita o con desktop di fascia alta. Il salto compiuto in questi anni in termini di rapporto tra prezzo e potenza ha cambiato il mercato e per quanto un laptop costi sempre più di un desktop, oltre che ovviamente di una console (e sia chiaramente più limitato nelle sue possibilità di espansione) è bene ricordare che nel caso dei laptop, il lavoro sulla ventilazione, sull'ottimizzazione e sugli chassis è di ben altra natura e comporta quindi costi aggiuntivi.
Inoltre ci aspettiamo un ulteriore salto in avanti con l'arrivo delle nuove CPU mobile Intel Alder Lake-H con architettura ibrida e core ad alta efficienza, con i processori mobile AMD serie 6000, con il parziale refresh delle NVIDIA GeForce RTX che ha visto l'introduzione della 3070 Ti e 3080 Ti anche in ambito mobile, e con le ormai imminenti GPU Intel Arc che promettono un buon bilanciamento tra prezzo e potenza.
Oltre a questo è bene ricordare che il PC permette di usufruire di qualsiasi servizio cloud gaming e che i numeri raggiunti in questi anni, grazie anche all'evoluzione di prezzi e potenza dei laptop da gioco, hanno spinto Microsoft ad allargare in toto il suo ecosistema Xbox a Windows, incluso l'eccellente servizio di distribuzione Game Pass, e hanno convinto persino Sony a rendere disponibili su PC alcune delle sue esclusive più importanti. Ed è solo l'inizio.
L'obiettivo ultimo è quello di tirare fuori ultra-portatili estremamente sottili ma dotati di schermi generosi e di una potenza ancora superiore, magari pieghevoli tanto da poter entrare in una tasca, ma capaci di trasformarsi in schermi di dimensioni ampie su cui giocare a qualsiasi titolo senza compromessi o essere collegati a un visore virtuale per far girare interi metaversi anche in locale grazie all'utilizzo di tecnologie legate all'intelligenza artificiale. Abbastanza, insomma, da coprire tutto lo spettro delle necessità, con prezzi sempre più abbordabili, una facilità di utilizzo alla portata di chiunque e quella longevità tipica di una console a lungo ricercata anche su PC.