Immaginiamo che sappiate cosa sia successo la scorsa settimana: improvvisamente Arrowhead Studios ha annunciato che Helldivers 2 avrebbe presto richiesto un account PlayStation anche per giocare su PC attraverso Steam. Da quel momento in poi, il caos...
La community si è ribellata, e voi direte: dov'è la novità? È vero, le community spesso si ribellano per delle frivolezze: abbiamo visto tentativi di distruggere un gioco per motivi politici, di esclusività, perché non aveva una particolare funzione o semplicemente perché l'utenza si è sentita in qualche modo tradita. Roba che fa ridere, per non piangere. Un po' come il primo tentativo di smontare Helldivers 2 per il suo sistema anticheat, da alcuni considerato qualcosa di terribilmente pericoloso e immorale, quando in realtà non è diverso da mille altri sistemi di cui nessuno si è mai lamentato. Quest'ultimo caso è diverso perché il cambio rischiava di compromettere l'utilizzo del gioco a molti utenti che lo avevano precedentemente acquistato. Ma cosa è successo davvero?
Chi perde e chi guadagna
Helldivers 2 in realtà ha sempre richiesto l'accesso al PlayStation Network, tanto che c'era già chi se ne lamentava prima dell'uscita, solo che tale funzione venne disabilitata per non meglio precisati problemi tecnici prima del lancio. Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse per alcune grosse discrepanze di comunicazione e organizzazione che hanno portato a credere che tale obbligo non fosse più tale. Se nei dettagli della pagina Steam è effettivamente elencata la richiesta di utilizzare un account di terze parti (quindi PlayStation), sia nell'Eula (il contratto tra publisher e utente che di solito nessuno legge) che nel gioco, di questo obbligo non c'è traccia. E per quanto sia vero che nella stessa Eula il publisher si prende la libertà di modificare o recidere il contratto in qualsiasi momento, a maggior ragione è necessario far sentire la propria voce nel caso di scelte palesemente sbagliate.
Sia chiaro, non c'è nulla di male nel richiedere un abbonamento PlayStation, se il gioco è prodotto da PlayStation. Vi dirò di più, appena fatto partire Helldivers 2 ho proprio cercato di collegare il mio account Steam a quello PlayStation, per trovare un po' di amici con i quali giocare; e ci sono rimasto effettivamente male quando ho scoperto che l'opzione era disabilitata. Ecco, l'opzione, perché sembrava effettivamente tale. Ma al di là di scritte e delle scrittine, Helldivers 2 per cinque mesi è stato venduto liberamente in zone del mondo che possono accedere a Steam, ma sono escluse dal PlayStation Network. Perché se l'obbligo era pensato per esserci fin dal lancio, è dal lancio che il gioco viene venduto a chi non avrebbe mai potuto giocarci fin dal principio? A pensar bene potrebbero essere errori di inesperienza, la compagnia non è ancora abituata ad operare fuori dai propri confini digitali; a pensar male, invece, è impossibile far finta che un iniezione di milioni di utenti nel PlayStation Network non faccia bello il principe di turno.
Come una missione del gioco
Sapete però qual è la cosa più bella di tutto questo? È che ogni aspetto di questa vicenda sembra parte della lore del gioco. È come se Helldivers 2 fosse uscito dagli schermi e abbia chiamato i suoi soldati a difendere la Super Terra nella vita reale. Non dimentichiamo che è lo stesso CEO degli Arrowhead Studios ad aver semi indirettamente chiamato alle armi l'utenza su Discord, e che ora sembra interessato a creare un mantello per il gioco proprio per commemorare quest'ultima atipica battaglia dove la stessa Super Terra è stata messa in pericolo. Anche lui ha le sue colpe: capiamo il linguaggio colloquiale, ma in certi momenti sarebbe meglio non dimenticarsi del proprio ruolo e agire meno istintivamente. A meno che... O Johan Pilestedt è un pazzo, o c'è un pazzo che si fa chiamare Johan Pilestedt.
Che poi a noi va benissimo anche pazzo: questi cinque mesi di Helldivers 2 sono stati da cardiopalma e ora tutto questo dramma che ha visto gli helldiver difenderne altri per fare in modo di continuare a combattere tutti insieme. C'è stata organizzazione, la stessa per cui il gioco ci ha allenati, la stessa che sta portando migliaia di utenti a modificare le loro recensioni negative per riportarle alla loro valutazione originaria. Videogioco dal 1986 e non avevo mai visto una cosa del genere. Comunque se Sony volesse dare davvero un senso a quel login, oltre che per trovare più facilmente gli amici del PlayStation Network, dovrebbe offrire incentivi tecnici e tangibili. Anche per giocare a Minecraft online su PlayStation è richiesto un account Xbox, eppure nessuno batte ciglio. La percezione è diversa perché quel login permette agli utenti del gioco Mojang di poter giocare su tablet, cellulare, PC, PlayStation, Xbox, Switch, sia con lo stesso salvataggio che in alcuni casi con tanto di cross-buy.
Un nuovo inizio?
Questa vicenda è anche l'ennesima dimostrazione che i videogiochi moderni, come le necessità del pubblico, stiano oramai sfondando buona parte delle dighe artificiali su cui si basa l'industria delle console. Un ecosistema chiuso può avere i suoi benefici, non lo neghiamo, ma se questi si assottigliano sempre di più c'è il rischio che gli utenti inizino a guardare altrove. Fortunatamente, la risposta di Sony è stata tanto veloce quanto accondiscendente, speriamo sia una presa di coscienza più che un dietrofront.