Come ogni anno la stagione estiva segna lo spartiacque dell'annata dei videogiochi: mentre la Gamescom di Colonia ha alzato il sipario sulla fase autunnale e su un 2025 che si prospetta a dir poco pirotecnico, si può iniziare a tirare le somme sulle pubblicazioni più apprezzate di un 2024 che, nonostante la straordinaria mole di rinvii, è riuscito a deliziare il palato di molti appassionati. Certo, all'appello mancano ancora numerosi contendenti per il titolo di GOTY e proprio in questi giorni stanno vedendo luce opere che promettono scintille, ma i tempi sono finalmente maturi per stilare un bilancio preliminare.
A prescindere dalla percezione comune il 2024 è stato letteralmente inondato di produzioni straordinarie, tanto da rendere il compito di selezionare le migliori estremamente difficile: per questa ragione abbiamo optato per una metodologia tanto semplice quanto stringente, ovvero limitare la scelta ai titoli meglio valutati dalla nostra testata e dal pubblico, cosa che inevitabilmente porterà all'esclusione di nomi di grande peso. Non perdiamoci ulteriormente in chiacchiere e procediamo subito con la selezione: ecco i migliori videogiochi del 2024... finora.
I migliori giochi del 2024
Tekken 8
- Recensione - 9
Il fatto che i picchiaduro stiano vivendo una moderna età dell'oro non è più una novità né una sorpresa, ma raramente era accaduto che tutti i maggiori produttori del genere si trovassero a lanciare quasi in contemporanea il loro miglior prodotto in termini di puri e semplici risultati. In questo momento, tuttavia, la capofila della selezione è Bandai Namco con il suo Tekken 8, il capitolo venduto più rapidamente nella storia della pur longeva serie di Katsuhiro Harada.
Avendo tracciato un profondissimo spartiacque tecnico rispetto al capitolo precedente prima di innovare profondamente il gameplay attraverso dinamiche che premiano tanto i neofiti quanto i veterani più aggressivi, questo episodio ha unito il meglio dei due mondi, portando una mole di pubblico solitamente distante dal genere a tentare giorno dopo giorno di scalarne le classifiche. È ancora presto per affermarlo con certezza, ma potremmo essere di fronte a uno dei migliori picchiaduro mai realizzati, senza dubbio uno dei più impattanti per l'utenza massificata.
Hades 2
- Provato - N/A
Può un gioco in accesso anticipato figurare nella selezione dei migliori titoli dell'anno? Certo che può, specialmente se si tratta di Hades 2 dei Supergiant Games: gli autori hanno preso gli elementi fondamentali del primo capitolo - che già aveva rischiato seriamente di intascare la statuetta del GOTY - per poi condirli con dozzine di spezie inedite prima di chiudere il piatto raddoppiando l'offerta sul fronte dei contenuti, di fatto facendo risultare un capolavoro dei roguelite come il predecessore una specie di piccola demo tecnica.
Non esistono certezze per quel che riguarda la finestra di uscita definitiva, ma al momento Hades 2 è già in grado di offrire decine e decine di ore di intrattenimento grazie a una formula profonda e stratificata che mette la rigiocabilità e il senso di progressione dinanzi a qualsiasi altro elemento. Le meraviglie nella scrittura e nel campo artistico che già in passato avevano fatto la fortuna dello studio svolgono il resto del lavoro, coronando un progetto ancora in divenire che può già vantare il pedigree dei grandi.
Animal Well
- Recensione - 9.5
Quando lo storico YouTuber Videogamedunkey ha annunciato la volontà di fondare un publisher di videogiochi si è messo in una posizione molto difficile, perché esporsi nella critica e nella satira significa attrarre gli sguardi di chi non aspetta altro che un inciampo.
Fortunatamente per BIGMODE - questo il nome della società - il primo progetto è stato l'Animal Well di Billy Basso, un puzzle-metroidvania votato all'esplorazione che ha scardinato un numero esagerato di regole del medium. Basandosi quasi totalmente sulla forza delle idee e delle intuizioni, questo titolo all'apparenza semplice nasconde una profondità inaudita nelle interazioni con lo scenario e con i suoi abitanti, consegnando nelle mani degli appassionati un'esperienza diversa da tutte le altre che incarna lo spirito più puro del videogioco.
Final Fantasy VII Rebirth
- Recensione - 9
Si potrebbero sollevare diverse questioni riguardo il progetto remake di Final Fantasy VII avviato anni fa da Square Enix: forse la scelta di dividere l'opera in più capitoli non è stata vincente, forse il periodo di esclusività PlayStation ha viziato la diffusione del progetto, forse i rimaneggiamenti alla narrazione hanno aperto ferite irreparabili nel rapporto con il pubblico.
Tutto ciò detto, Final Fantasy VII Rebirth rappresenta la deriva recente più vicina all'antica formula della saga, la più convincente interpretazione in chiave moderna dell'età dell'oro della compagnia. Si tratta di un titolo estremamente curato, talmente ricco di contenuti che per alcuni è risultato fin troppo carico, capace di confezionare un sistema di combattimento che fa da ponte fra passato e futuro, nonché, a detta di diversi appassionati, di uno fra i più convincenti candidati al titolo di gioco dell'anno.
Unicorn Overlord
- Recensione - 9
Quella di Vanillaware è una piccola oasi di pace nel mercato dei videogiochi, uno studio vecchio stile che prospera lontano dai ritmi folli dell'industria dedicando tutto il tempo necessario alla propria arte senza curarsi di esigenze differenti da quelle degli autori.
Non stupisce che proprio nella sede di Osaka abbia preso forma Unicorn Overlord, un GDR strategico di una raffinatezza straordinaria, ancorato a un sistema di combattimento strategico estremamente profondo e stratificato, nonché a una narrazione ricchissima e una colonna sonora ineccepibile. Quella di Takafumi Noma si può ancora considerare un'opera di nicchia, forse penalizzata da un'alba del 2024 affollata di nomi di indubbio spessore, ma la speranza è che il sole continui a risplendere su una delle poche fucine ancora incontaminate dalle piaghe del medium moderno.
Lorelei and the Laser Eyes
- Recensione - 8.5
Il collettivo svedese Simogo ha sempre inseguito la realizzazione di opere peculiari che riuscissero a distanziarsi non solo dallo standard videoludico, ma anche dalle classiche metodologie d'interazione. Device13, per esempio, è stato uno dei primi titoli a sfruttare fino in fondo il potenziale dell'interfaccia della piattaforma mobile.
Con Lorelei and the Laser Eyes hanno inseguito un ritorno alle origini, "rubando" la struttura di gameplay di survival horror come il primo Resident Evil e ricamandogli sopra un centinaio di puzzle vicini alle tradizionali avventure grafiche, per poi tornare a giocare con l'interazione: finire questo gioco senza armarsi di un quaderno e una penna è un compito praticamente impossibile. Anche se è totalmente passato in secondo piano in ragione delle minute dimensioni, questo progetto è senza dubbio uno fra i più interessanti di tutto il 2024 dal momento che intreccia idee originali con una scrittura potente e un sistema di progressione narrativa a dir poco geniale.
Helldivers 2
- Recensione - 8.5
Al momento dell'annuncio Helldivers 2 di Arrowhead Studios faticò a impressionare la critica e il pubblico perché in molti videro sui fondali alieni l'ennesimo tentativo di Sony Interactive Entertainment di sfondare blandamente nel mercato dei giochi come servizi.
Alla prova dei fatti, l'opera si rivelò invece il più grande fenomeno globale dell'anno in ragione dell'impeccabile lavoro svolto dagli autori, che hanno attribuito con successo un peso incredibile all'universo di gioco. Gli utenti hanno donato anima e corpo alla causa della Super Terra, restando pazientemente in attesa di Ordini Maggiori apparentemente impossibili da portare a termine, trasformando battaglie come quella di Malevelon Creek in eventi fantastorici d'importanza fondamentale. Nonostante le controversie che l'hanno caratterizzato e la difficoltà che sta trovando nel rinfrescare la propria offerta, si tratta senza ombra di dubbio di una pietra miliare del 2024: riuscirà a spingersi anche oltre?
Prince of Persia: The Lost Crown
- Recensione - 8.5
Prince of Persia: The Lost Crown potrebbe rappresentare la prova concreta del fatto che uno studio felice è uno studio efficace: Ubisoft Montpellier desiderava infatti tastare le acque del genere metroidvania riportando al tempo stesso lo storico Principe nella sua dimensione originaria, e tale operazione si è tradotta nella nascita di uno fra i migliori capitoli della serie.
Anche se la compagnia francese ha parzialmente educato e abituato il suo pubblico a determinati tipi di opere, cosa che ha indubbiamente limitato l'efficacia commerciale di The Lost Crown, lo studio ha riversato nel progetto tutto il proprio amore per la formula, costruendo una mappa impeccabile e sottendendola a meccaniche di gioco fresche e ispirate. La speranza è che, nel corso del tempo, sempre più persone scelgano di dargli una possibilità per convincere Ubisoft a raddoppiare sui piccoli gioielli.
Balatro
- Recensione - 9
Esistono due tipi di giocatori che approcciano il Balatro di LocalThunk: da una parte ci sono quelli che non hanno idea di cosa si tratti e spesso finiscono per bollarlo come il classico "giochino" superficiale, mentre dall'altra si schierano tutti coloro che all'inizio dell'anno gli hanno offerto una chance finendo per entrare in un tunnel senza via d'uscita.
Questa assurda variante roguelite del poker all'italiana matura, infatti, attorno a un'idea a dir poco geniale capace di stravolgere le regole del gioco: a partire dal classico mazzo di 52 carte, aggiunge alla ricetta tarocchi, carte astrali, jolly dagli effetti devastanti e ogni sorta di altra misura pensata per ribaltare le aspettative e sconfiggere il buio del caso. A livello internazionale si tratta del titolo generalmente meglio valutato in assoluto fra quelli pubblicati nel 2024.
Elden Ring: Shadow of the Erdtree
- Recensione - 9.5
Nel corso degli ultimi quindici anni non era mai capitato che la pubblicazione di una semplice espansione portasse il pubblico a domandare agli organizzatori di cerimonie come i The Game Awards se fosse effettivamente prevista dalle regole la vittoria di un DLC: ora è successo grazie a Elden Ring Shadow of the Erdtree.
FromSoftware è riuscita ad ampliare ulteriormente la sua già enorme fatica open world con un'esperienza che, a distanza di due anni dall'originale, si è dimostrata in grado di monopolizzare ancora una volta la discussione internazionale: tra polemiche legate al livello di difficoltà, elogi al nuovo design della mappa e dei dungeon, nonché l'emersione di dozzine di nuove build legate alle oltre cento armi inedite introdotte, questo contenuto si trova al momento a rappresentare l'espansione meglio valutata nell'intera storia dei videogiochi.
Kunitsu Gami: Path of the Goddess
- Recensione - 9
L'emersione di un titolo ricamato interamente attorno alle atmosfere giapponesi della danza rituale Kagura ha fatto riemergere il piacevole spettro dei Capcom 5, reliquie di un'epoca in cui la compagnia non aveva paura di rischiare abbracciando ispirazioni molto distanti dalle correnti dominanti: questa rappresenta proprio l'essenza di Kunitsu Gami: Path of the Goddess.
L'ibridazione di meccaniche action e gestionali con la natura del tradizionale tower-defense ha gettato le basi di un'esperienza diversa da tutte le altre, qualcosa che non era mai capitato d'incontrare e che molto probabilmente non capiterà più di incontrare. Con una direzione artistica da urlo, una serie di meccaniche che si fanno via via più complesse, nonché un'interpretazione del folclore orientale finora aliena al medium videogioco, l'avventura di Soh rappresenta un unicum che è quasi obbligatorio godersi: titoli di questo genere diventeranno sempre più rari da incontrare.
Banishers: Ghosts of New Eden
- Recensione - 9
Quando DON'T NOD e Focus Interactive hanno alzato il sipario su Banishers: Ghosts of New Eden lo sguardo del pubblico si è posato su lidi all'apparenza più interessanti in ragione della natura AA del progetto, fra l'altro ancorata a un genere nel quale le fatiche di medie dimensioni fanno molta fatica a lasciare il segno.
La sua carta vincente risiede nella narrazione, ed è stata proprio questa caratteristica a renderla un'esperienza parecchio divisiva, tanto sul fronte del pubblico quanto su quello della critica. Tra coloro che hanno trovato nelle limitazioni del gameplay un peccato veniale e chi, invece, non è riuscito ad andare oltre l'apparenza per focalizzarsi sulla sostanza, l'atmosfera si è fatta quella della produzione da tenere d'occhio. Questo GDR d'azione offre un taglio molto diverso dallo standard, sfruttando profondamente le interazioni fra la vicenda narrata e il gameplay per incorniciare un progetto che probabilmente, non fosse esistita DON'T NOD, non avrebbe mai visto la luce.