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My Work Is Not Yet Done, il provato di un’avventura investigativa horror in un ambiente ostile

Ultima sopravvissuta di una spedizione in un luogo remoto, Rebekah insegue una trasmissione radio per disvelare l'enigma disturbante di My Work Is Not Yet Done.

My Work Is Not Yet Done, il provato di un’avventura investigativa horror in un ambiente ostile
PROVATO di Giulia Martino   —   21/10/2023

Raw Fury è uno di quei publisher da tenere costantemente d'occhio: nel suo catalogo può vantare gemme come NORCO, Dome Keeper, Cassette Beasts, Sable e Call of the Sea. Tutti sono accomunati da uno stile visivo inconfondibile, profondamente caratterizzato, e My Work Is Not Yet Done non fa eccezione. Sebbene la sua data d'uscita sia ancora da annunciare, il lavoro di Sutemi Productions sembra già avere un piglio ben definito: abbiamo provato la sua breve demo in occasione di Steam Next Fest.

Le distorsioni dei segnali radio - che, secondo Guglielmo Marconi, non si esauriscono mai e continuano a pervadere all'infinito l'atmosfera - sembrano dominare il mondo videoludico negli ultimi anni: il tema del videogioco come oggetto infestato da trasmissioni radio provenienti da un passato lontano è già stato esplorato dai due Oxenfree, e sembra cruciale anche in My Work Is Not Yet Done, sotto più punti di vista.

Gli ultimi giorni di Rebekah Avery

La trama di My Work Is Not Yet Done si dipanerà in corso d'opera: nella demo abbiamo ricevuto pochissimi indizi su Rebekah e la sua missione
La trama di My Work Is Not Yet Done si dipanerà in corso d'opera: nella demo abbiamo ricevuto pochissimi indizi su Rebekah e la sua missione

L'avventura inizia senza alcuna introduzione: Rebekah Avery, ricercatrice inviata dall'autorità imperiale sovrana di Carcosa, si trova in un luogo selvaggio, dominato da una vegetazione rigogliosa. My Work Is Not Yet Done parla della caparbietà di Rebekah, ultima ricercatrice sopravvissuta tra i membri di una spedizione scientifica. La missione era quella di rintracciare l'origine di un misterioso segnalo radio proveniente da una zona remota, il cui paesaggio cambia in continuazione e sembra avere vita propria, con elementi forse sovrannaturali.

Camminando lentamente nella fitta vegetazione giungiamo a un rilevatore che Rebekah stessa aveva collocato su un albero. Scarichiamo i dati registrati dal macchinario - puntualmente ricostruito in tutte le sue componenti, fin nei più minuti dettagli dei tasti - e andiamo via. Possiamo scegliere se vagare nelle ambientazioni, separate in vari quadri, oppure se rientrare nel casolare esternamente in rovina che fa da base alla sfortunata spedizione.

Sogni lucidi

La pixel art di My Work Is Not Yet Done è efficacissima nel far maturare una sensazione di alienazione e disagio nel giocatore
La pixel art di My Work Is Not Yet Done è efficacissima nel far maturare una sensazione di alienazione e disagio nel giocatore

All'interno, però, la base è dotata di tutti i comfort. Dopo una rapida disinfezione del corpo, Rebekah può fare una doccia e poi andare a dormire. È qui che gli elementi più disturbanti di My Work Is Not Yet Done si fanno largo: nel suo sogno si sentono suoni cacofonici, come di un segnalo radio distorto, e si vedono immagini apparentemente scollegate tra loro. Un faro, strutture di vario tipo, ma soprattutto il volto di Rebekah, percorso da colori variegati e attraversato dalla ricca vegetazione che fa da sfondo alla sua avventura, ma che forse ne è, in realtà, vera protagonista.

Il suono della pioggia scrosciante ci accompagna verso il finale della breve demo: subentra uno schermo all'interno dello schermo, forse con una valenza metanarrativa simile a quella del computer Xanadu in Kentucky Route Zero. My Work Is Not Yet Done ci lascia con tante domande e pochissime certezze: tra queste c'è sicuramente il fascino di una produzione che sembra essere piena di carattere e di potenziale.

Rebekah Avery è l'ultima sopravvissuta di una spedizione scientifica inviata in una zona remota dall'autorità imperiale di Carcosa
Rebekah Avery è l'ultima sopravvissuta di una spedizione scientifica inviata in una zona remota dall'autorità imperiale di Carcosa

Abbiamo apprezzato molto la scelta di tratteggiare le ambientazioni in una cruda pixel art in bianco e nero, con la concessione di sprazzi di colore solamente nel corso del sogno. In generale, sembra di guardare gli avvenimenti attraverso un vecchio schermo CRT sporco e degradato, una tecnica che conferisce materialità all'oggetto-videogioco e si collega all'incipit dell'avventura: lanciando la demo, infatti, si avvia anche un sistema dell'università di Carcosa, all'interno del quale si può selezionare un file chiamato My Work Is Not Yet Done.

Abbiamo potuto provare pochissimo del gameplay di My Work Is Not Yet Done. Gli sviluppatori promettono un videogioco investigativo horror con elementi simulativi e con una forte trazione narrativa, dalla trama densa e non lineare. Di certo quanto visto nella demo è rimasto fortemente impresso nella nostra mente anche se, a nostro avviso, alcuni elementi tecnici (come il movimento delle foglie) potrebbero essere migliorati per conferire al prodotto una presentazione visiva ancora più convincente di quanto già non sia. La pioggia scrosciante e le note di pianoforte ascoltate nel sogno di Rebekah costruiscono un'atmosfera malinconica e disturbante al tempo stesso: non vediamo l'ora di scoprire di più su questo videogioco pieno di mistero.

CERTEZZE

  • Premesse narrative davvero intriganti
  • Pixel art piena di carattere
  • Sound design eccellente

DUBBI

  • Possibili alcune migliorie tecniche
  • Abbiamo provato pochissimo del gameplay