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OD, tutto quello che sappiamo sull’horror di Hideo Kojima

Vediamo di ricapitolare il poco che è emerso su OD, il nuovo horror di Hideo Kojima di cui è stato mostrato un teaser ai The Game Awards 2023.

OD, tutto quello che sappiamo sull’horror di Hideo Kojima
SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   11/12/2023

Hideo Kojima è un maestro nel costruire l'esperienza utente ben prima che i suoi giochi siano pubblicati, con campagne marketing mirate a guidare la percezione e l'interpretazione del pubblico, nonché piene di riferimenti che in alcuni casi diventano parte dell'esperienza finale stessa (pensate al presunto capitolo cancellato di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, interpretabile come l'arto fantasma dello stesso). Va detto che il nostro è anche circondato da persone che lo aiutano con proclami spesso altisonanti, come avvenuto ad esempio con Death Stranding e il famoso "VOI. NON. SIETE. PRONTI!" scritto dal regista Jordan Vogt-Roberts su X, all'epoca ancora Twitter. Non stupisce quindi che qualcosa di simile stia succedendo anche con OD, uno dei suoi due nuovi progetti in cantiere, di cui per ora non è stato mostrato praticamente niente di concreto, ma che allo stesso tempo sta già facendo inevitabilmente parlare di sé. Cerchiamo quindi di riassumere tutto quello che sappiamo su OD, titolo in realtà parecchio tormentato, considerando le vicissitudini di sviluppo.

Le voci

Il teaser è fatto tutto di primi piani
Il teaser è fatto tutto di primi piani

OD è un gioco basato sul cloud di Microsoft e attualmente prodotto dalla casa di Redmond stessa, come svelato durante un evento estivo di Xbox. Stando a diverse voci però, il progetto fu inizialmente presentato a Google per andare ad arricchire la libreria di titoli esclusivi di Stadia, ma fu rifiutato da Phil Harrison, il capo della defunta piattaforma di cloud gaming, perché single player. Fu all'epoca che si parlò di un horror episodico, ma l'informazione non è mai stata confermata. Quindi sarebbe subentrata Microsoft, che lo avrebbe preso sotto la sua ala, perché evidentemente interessatissima a lanciare qualcosa che mostri le potenzialità del cloud gaming (Microsoft possiede Azure, praticamente la piattaforma cloud più grande del mondo) e allo stesso tempo stringere rapporti più stretti con Kojima, persona decisamente in vista nell'industria videoludica, nonché autore apprezzatissimo da stampa e pubblico.

Di OD sono già emerse diverse voci di corridoio che hanno aiutato a delineare meglio il quadro di quanto possiamo aspettarci. La più rilevante è quella riportata da Tom Henderson, insider generalmente molto affidabile, a giugno 2022, relativa a un video di gameplay pubblicato online da chissà chi, in cui era visibile Margaret Qualley, attrice già apprezzata in Death Stranding (interpretava Mama). Nel filmato si vedeva il personaggio della Qualley che attraversava dei corridoi molto bui usando una torcia elettrica per farsi luce. Il brandello di gameplay era in terza persona (ma si parla anche della possibilità di selezionare la prima persona) e finiva con un salto sulla sedia e alcune scritte: "Game Over", "A Hideo Kojima Game" e "Overdose".

Il teaser

I volti di OD sono impressionanti
I volti di OD sono impressionanti

Insomma, finora OD era un progetto fumoso e dai confini appena abbozzati da informazioni frammentarie. La situazione non è purtroppo cambiata dopo i The Games Awards 2023, dove Kojima ha portato un teaser trailer, che ha di fatto svelato soltanto tre attori coinvolti nel progetto Sophia Lillis (It, Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri), Hunter Schaffer (Euphoria, The Hunger Games: The Ballad of Songbirds & Snakes ) e Udo Kier (Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!, Suspiria, Le onde del destino), nonché la collaborazione con il regista Jordan Peele (Nope, Noi). Il teaser in sé è davvero semplice, dato che mostra i primi piani delle scansioni in alta risoluzione dei tre attori che parlano a favore di telecamera enunciando dei pangrammi, ossia delle "frasi che contengono tutte le lettere dell'alfabeto ripetute il minor numero di volte", per usare la definizione del dizionario Zanichelli. L'uso dei pangrammi potrebbe essere stato motivato dalla volontà di concentrare l'attenzione sulla tecnologia impiegata per riprodurre gli attori in gioco e per sottolineare le loro performance recitative, ma potrebbe nascondere anche di più.

Più che le frasi pronunciate, a essere interessanti sono i riflessi negli occhi dei personaggi, che spiccano su tutto il resto, come sottolineato dalla regia stessa: l'inquadratura ha una profondità di campo molto limitata, tanto che, ad esempio, le orecchie degli attori appaiono fuori fuoco rispetto a occhi, naso e bocca. Negli occhi di tutti i coinvolti possiamo vedere dei reticoli, che già hanno dato vita a diverse interpretazioni su cosa potrebbero rappresentare (le telecamere usate per la scansione in alta risoluzione degli attori?). Verso la fine del filmato però, negli occhi della Lillis si intravede qualcos'altro: una porta si apre, una figura non ben definita entra nella stanza, quindi l'attrice scoppia in un urlo disperato. Da notare che è l'unica sequenza in cui non viene pronunciata alcuna parola.

Ora, dare un'interpretazione sensata del teaser di OD con le poche informazioni di cui disponiamo, è non solo difficile, ma proprio impossibile. Purtroppo non sono stati dati molti riferimenti su cui lavorare. Alcune delle persone coinvolte nel progetto parlano di titolo rivoluzionario grazie al cloud e di una nuova forma di medium ibrido, ma senza essere mai scese nei dettagli. Per Peele il gioco "sarà folle", ma anche lui non ha detto di più. Insomma, siamo ancora ai proclami generici dal peso specifico praticamente nullo, ottimi però per creare attesa. Da notare che OD non ha ancora un periodo d'uscita pubblico, quindi non sappiamo neanche se uscirà prima o dopo Death Stranding 2. In passato Microsoft aveva annunciato di volergli dedicare un qualche evento, ma senza dire effettivamente quando. Difficile anche stabilire se sarà mostrato qualcosa di più durante i futuri eventi di presentazione di Xbox. Insomma, stiamo ancora nel mondo delle speculazioni pure.