RoboCop: Rogue City, lo sparatutto sviluppato da Teyon e basato sulla celebre saga cinematografica nata nel 1987, è stato mostrato in azione durante l'ultimo Nacon Connect: una serie di sequenze che chiariscono finalmente l'indole di questo interessante gioco su licenza, sebbene al contempo ci dicano che servirà un po' più del previsto per vedere il gioco su PC, PS5 e Xbox Series X|S.
Rinviato a settembre, RoboCop: Rogue City sembra miscelare le meccaniche tipiche degli FPS a sezioni investigative in cui vengono sfruttate le capacità di analisi di Alex Murphy, un poliziotto ferito a morte da una banda di criminali senza scrupoli e trasformato in un cyborg dalla OCP, nell'ambito di un progetto teso a creare un combattente inarrestabile per pattugliare le strade di una Detroit mai così oscura e decadente.
In che misura il titolo prodotto da Nacon rende giustizia al film diretto da Paul Verhoeven? Cerchiamo di capirlo nella nostra analisi del gameplay di RoboCop: Rogue City.
Il trailer
Il trailer di RoboCop: Rogue City presentato al Nacon Connect si apre con il cyborg che arriva a bordo della sua volante, riprendendo una sequenza tipica del film. I movimenti del personaggio sembrano anch'essi fedeli alla pellicola di Verhoeven, ma poi la visuale passa alla prima persona e vediamo il reticolo verde che caratterizza l'interfaccia realizzata dalla OCP, il modo in cui Alex Murphy vede il mondo attorno a lui.
In alto a destra, le immancabili direttive: RoboCop ha la mente di una persona e nella sua incarnazione cinematografica riscopriva il proprio lato umano, che emergeva insieme ai ricordi della sua vita precedente. Quanto di tutto questo ritroveremo nello sparatutto sviluppato da Teyon? Ancora presto per dirlo, ma nel video è senza dubbio la macchina ad avere il sopravvento.
Sono le 21:18 ed è il rapporto di pattuglia numero 821 quello a cui il personaggio fa riferimento: stando ad alcune indagini, è in corso un traffico di droga ed è stato richiesto di controllare la sala giochi del quartiere. Per questo RoboCop si muove fra le strade, bagnate da pozzanghere che riflettono luci e immagini e potrebbero indicare il possibile uso del ray tracing per donare allo scenario maggiore profondità.
Avanti veloce (letteralmente), è passata circa un'ora quando RoboCop bussa alla porta della sala giochi, viene fatto entrare e si fa un giro fra i coin-op, individuando davanti a uno dei cabinati alcune di impronte di scarpe e una siringa usata. Nei bagni incontra un tizio che gli conferma la presenza di droga nel seminterrato, il che significa una cosa sola: è tempo di distruzione.
"Aprite, ho un mandato", dice il cyborg, ma riceve una risposta sarcastica e giustamente si altera, buttando giù porta e guardiano con un pugno. Dopodiché raggiunge la sala principale e viene accolto da una selva di proiettili, inquadrando i criminali con il suo reticolo verde e aprendo il fuoco con l'iconica pistola a raffica che abbiamo visto nei film con Peter Weller.
Il RoboCop del gioco tira anche dei bei pugni, come mostra questa sequenza di combattimento, e afferra i nemici per il collo per poi lanciarli via. Può inoltre attivare uno spettacolare bullet time in cui i movimenti dei criminali appaiono rallentati mentre li crivelliamo uno a uno, alternando anche l'uso di una mitragliatrice leggera e chiudendo lo scontro con un colpo alla testa esplosivo... in senso letterale.
Rotazione dell'arma, vano nella coscia robotica che si apre ad accoglierla e via, il trailer si conclude: "grazie per la vostra collaborazione".
Sensazioni preliminari
Quello mostrato durante il Nacon Connect non è un video di gameplay, bensì un montaggio che accelera le sequenze per illustrare nello specifico alcune meccaniche di gioco. L'effetto è buffo, perché ricorda le scene del film in cui RoboCop recupera in sogno le memorie della sua vita passata, ma al contempo rappresenta una grossa incognita sui ritmi effettivi e le situazioni che il gioco metterà a disposizione.
La più grossa perplessità, ad ogni modo, risiede a nostro avviso nella scelta di fare di RoboCop: Rogue City uno sparatutto in prima persona anziché in terza, evitando dunque di mostrare il personaggio e la sua iconica corazza in titanio durante la campagna, se non nelle sequenze di intermezzo: una scelta poco condivisibile, visto che l'armatura scintillante di RoboCop, i proiettili che vi rimbalzano contro e la sua andatura... robotica rappresentano gran parte del fascino del personaggio.
La soluzione adottata da Teyon finisce per togliere personalità a questa trasposizione, che tuttavia potrebbe anche rivelarsi un ottimo FPS, capace magari di proporre sezioni alternative in cui si utilizzano capacità differenti di Alex Murphy oltre alla sua forza fisica e alla pistola a raffica. Come andranno le cose, esattamente? È ancora troppo presto per dirlo.
Sul piano tecnico ci si muove fra alti e bassi: le atmosfere della Detroit oscura e violenta raccontata nella saga cinematografica sembrano esserci ed è presente di sicuro tanto spazio per valorizzarle e donargli spessore, specie a fronte di una struttura a mondo aperto. I modelli poligonali e le animazioni lasciano però a desiderare e bisognerà capire cosa e come verrà migliorato da qui al lancio, fissato a settembre.