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Shadow Labyrinth è Pac-Man colto da una crisi di mezza età

Abbiamo provato Shadow Labyrinth, un metroidvania che tenta di far raggiungere nuove sponde alla palla mangia pillole.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   25/06/2025
Spadaccino n. 8 e PACC
Shadow Labyrinth
Shadow Labyrinth
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Che il marchio Pac-Man non abbia più la forza di un tempo è cosa nota. L'epoca in cui la palla gialla mangia pillole riempiva le sale giochi e si vedeva tributata una canzone, "Pac-Man Fever", è tramontata da un pezzo. In realtà il nostro non è mai sparito completamente dalla scena videoludica e non sono mancati giochi e progetti dedicati, tra festeggiamenti per il 45° compleanno, un ricettario ufficiale e dei titoli che hanno provato a proiettarlo nella modernità, come PAC-MAN Mega Tunnel Battle: Chomp Champs, senza però strapparlo completamente dalle sue radici (e senza avere alcun successo, diciamolo).

Shadow Labyrinth, che abbiamo provato per qualche ora, tenta una strada completamente diversa: quella del distacco dalle origini. Il progetto di Bandai Namco sembra essere quello di portare Pac-Man in una dimensione diversa, in cui farlo apparire quasi irriconoscibile, pur mantenendo alcuni dei suoi tratti caratteristici. È un tentativo ad ampio spettro, che parte dalla serie animata Secret Level, di cui uno degli episodi è praticamente il prequel del gioco, per tornare nel mondo videoludico, ma in un genere che non è proprio della serie: quello dei metroidvania.

I due protagonisti

In Shadow Labyrinth non si guida direttamente Pac-Man, ma Spadaccino n. 8 (si chiama proprio così), un guerriero misterioso finito su di un pianeta lontano, dove viene risvegliato da una sfera gialla chiamata PACC, praticamente un Pac-Man robotico colto da una crisi di mezza età e decisamente dark, dai modi inquietanti.

La sfera gialla metallica, che scopriremo avere dei grandi poteri, fa dell'eroe lo strumento della sua volontà. Inizialmente non capiamo cosa dobbiamo fare, visto che PACC non svela praticamente nulla sulle sue intenzioni. Tutto quello che sappiamo è che dobbiamo esplorare un mondo labirintico fatto di piattaforme, rovine e passaggi nascosti, nonché pieno di mostri di varia foggia. Ci sono anche le pillole da ingurgitare, solo che in una forma diversa rispetto ai canoni della serie. Qui servono da moneta, spendibile per potenziare Spadaccino n. 8. Si ottengono uccidendo i nemici o raccogliendole in giro per la mappa. Diciamo che sono anche il motivo principale per esplorare a fondo le mappe, dato che alcuni potenziamenti sono molto costosi.

Le tre aree

La versione di prova di Shadow Labyrinth inviataci da Bandai Namco ci ha permesso di provare tre aree relativamente avanzate. La prima si chiama "Land of Fugitives" ed è sostanzialmente la nostra base operativa, ossia la classica area hub da cui raggiungere altre destinazioni e riorganizzarci tra una sezione maggiore e l'altra.

PACC ha dei poteri inquietanti
PACC ha dei poteri inquietanti

Ci vive il popolo dei Bosconian, con cui potremo parlare e commerciare. Conosceremo anche la loro leader, che ci chiederà di aiutarla con i problemi che stanno affliggendo la sua gente. Qui avremo modo di salvare la partita, sperimentando al contempo il sistema di viaggio rapido, possibile solo tra i checkpoint maggiori (ce ne sono anche di minori, che servono per salvare e gestire le abilità).

Shadow Labyrinth: Pac-Man ritorna in un oscuro metroidvania Shadow Labyrinth: Pac-Man ritorna in un oscuro metroidvania

La seconda area, raggiungibile agilmente dalla prima, è la Frontline Base. Come genere vuole, sulla strada per raggiungerla abbiamo incontrato non solo tanti nemici, ma anche delle aree non raggiungibili, che probabilmente lo diventeranno sbloccando qualche abilità futura. Diciamo che la nostra è stata principalmente un'esperienza turistica, considerando come funzionano i metroidvania, visto che non abbiamo potuto spingerci troppo in là nel testare il gioco, i suoi sistemi e la sua mappa.

In Shadow Labyrinth si combatte molto
In Shadow Labyrinth si combatte molto

Comunque sia, arrivati alla base ci siamo imbattuti in una porta chiusa, apribile raccogliendo dei frammenti nascosti in tre aree differenti. Visitandole abbiamo capito perché gli sviluppatori le hanno scelte per farle provare alla stampa: sono praticamente la summa degli elementi chiave che compongono il gioco.

In un'area si combatte contro ondate su ondate di nemici, sfruttando tutte le abilità di Spadaccino n. 8, tra attacchi base, combo, attacchi direzionali e quant'altro. Non c'è niente di troppo complesso, in termini di sistema di combattimento, che guarda più agli action puri che a generi più tecnici. La seconda area era piena di piattaforme e passaggi intricati: la classica corsa a ostacoli pensata per mettere alla prova i riflessi del giocatore.

Pac-Man c'è, non vi preoccupate
Pac-Man c'è, non vi preoccupate

La terza aree, invece, ci ha mostrato in azione il potere di PACC, che consente a Spadaccino n. 8 di trasformarsi in una sfera e correre su dei tubi, che formano dei veri e propri labirinti. Diciamo che è anche la parte più interessante e originale dell'esperienza, perché la ricollega alla serie Pac-Man. Rispetto ai livelli testati nel tutorial, dove il sistema viene semplicemente spiegato, abbiamo affrontato un labirinto più complesso, con più nemici e ostacoli, che ci ha costretti a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione, come l'indicatore della traiettoria dei salti o il freno (necessario per non andare a sbattere a tutta velocità contro qualche nemico od ostacolo). In generale ci è sembrato il momento più riuscito dell'intera esperienza, vuoi per i richiami al passato, vuoi perché l'unico davvero originale rispetto ad altri metroidvania.

I boss non mancheranno in Shadow Labyrinth
I boss non mancheranno in Shadow Labyrinth

Nella terza area della prova, infine, siamo tornati a combattere, questa volta contro un boss, ispirato a Splatterhouse (una vecchie serie di Namco congelata da tempo). Si chiama "Jen", come Jennifer "Jenny" Willis, uno dei due personaggi principali dello Splatterhouse del 1988, poi tornata anche nei capitoli successivi, compreso quello 3D del 2010. Le somiglia anche, in qualche modo. Il sospetto è che le citazioni di altre serie di Bandai Namco non mancheranno nella versione finita, ma non corriamo troppo. Detot questo, l'abbiamo affrontata usando soprattutto attacchi da mischia, visto che quelli a distanza si sono rivelati poco utili, e sfruttando i poteri di PACC, che può assumere un ruolo attivo durante gli scontri. Il combattimento è stato anche il modo per testare la modalità GAIA, che trasforma Spadaccino n. 8 in un mech dalla potenza devastante, con cui abbiamo sconfitto l'avversaria senza troppi problemi.

Quello che abbiamo provato di Shadow Labyrinth ci è piaciuto abbastanza, anche se i dubbi non sono pochi. Paradossalmente ci è sembrato più a fuoco nella fase Pac-Man che nelle altre, dove appare come un titolo solido, ma più generico. Resta da vedere come si evolverà l'esperienza nelle fasi avanzate e che peso avrà PACC sul gameplay. Meno impressionante il lato visivo, con i personaggi che appaiono eccessivamente distaccati dai fondali e una qualità generale non sempre al top. È vero che non abbiamo visto moltissime aree, quindi è presto per dare giudizi definitivi in tal senso, comunque è giusto segnalare l'impressione avuta. Del resto non manca moltissimo per giocare alla versione finale di Shadow Labyrinth, che uscirà il 18 luglio. Il tempo per rifinirlo è davvero poco.

CERTEZZE

  • Le fasi Pac-Man sembrano essere ben studiate
  • Complessivamente ci è sembrato solido

DUBBI

  • Direzione artistica non proprio eccezionale
  • Un metroidvania troppo generico?