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Shinobi: Art of Vengeance è come un sogno per gli appassionati della serie

Abbiamo provato Shinobi: Art of Vengeance, grande ritorno della serie SEGA sviluppato in partnership con LizardCube: ha superato ogni nostra aspettativa.

PROVATO di Lorenzo Mancosu   —   13/06/2025
La cover art di Shinobi Art of Vengeance

C'è stata un'epoca durante la quale il nome di Joe Musashi era considerato alla stregua di quello di Sonic, una sorta di simulacro rappresentativo del marchio di SEGA quale astro splendente dell'industria giapponese. È difficile dire cosa sia accaduto in seguito, indubbiamente la compagnia ha conosciuto diversi alti e bassi, ma è capitato in diverse occasioni - basti pensare al caso di Alex Kidd - che vere e proprie leggende del medium si perdessero fra le pagine della storia, da una parte rendendo orfani delle serie amate gli appassionati della prima ora, dall'altra privando di un futuro ispirazioni che per anni s'erano barcamenate nel mercato di massa. Ma ora le cose sono cambiate, perché la nuova SEGA - quella di Haruki Satomi e Shuji Utsumi - non ha assolutamente intenzione di lasciare le leggende confinate nel passato, figuriamoci un colosso come il protagonista dei primi tre Shinobi numerati.

Di recente, sfruttando il palcoscenico dei The Game Awards, la compagnia ha messo nero su bianco la sua volontà di recuperare diverse serie a dir poco indimenticabili, da Golden Axe a Crazy Taxi, passando per Jet Set Radio per arrivare addirittura a Virtua Fighter, che ha fatto la sua comparsa giusto qualche mese più tardi. Sono stati in molti a domandarsi come si sarebbe risolta questa iniziativa, temendo che potesse sgonfiarsi fino ad assumere i connotati della classica operazione nostalgia, ma oggi - finalmente - possiamo dire che non è assolutamente questo il caso. In occasione dei Play Days della Summer Game Fest abbiamo provato Shinobi: Art of Vengeance e non ha assolutamente senso perdersi in ulteriori chiacchiere: la nuova avventura di Joe Musashi è semplicemente una bomba.

Non è il solito Shinobi: è di più

Immergere le mani nelle pieghe del tempo non è mai un compito facile, perché ci sarà sempre chi sogna di vivere un'esperienza in totale purezza e chi vede ogni singola innovazione come un potenziale sacrilegio. Per grande fortuna di SEGA gli sviluppatori di LizardCube - già noti per la produzione di Streets of Rage 4 - hanno scelto di non porsi tale problema, elevando alla potenza la formula originale di Shinobi, arricchendo le atmosfere originali con un numero esagerato di meccaniche semplici ed efficaci, prima di incorniciare il tutto in un comparto artistico interamente disegnato a mano che rappresenta il perfetto punto d'incontro fra l'estetica di ieri e le potenzialità della tecnologia contemporanea.

Si apre così il ritorno di Shinobi, con la comparsa di Joe Musashi
Si apre così il ritorno di Shinobi, con la comparsa di Joe Musashi

La vicenda, ovviamente, ruota attorno a Joe Musashi, leader del Clan Oboro nonché l'ultimo ostacolo che si para sul cammino lastricato di sangue della malvagia ENE Corporation. Dopo che il signore della guerra Lord Ruse è riuscito a conquistare il mondo intero grazie a un artefatto che gli garantisce l'immortalità, questi prende la decisione di sterminare tutti i membri del Clan Oboro per disfarsi dei leggendari difensori della pace, ma commette il terribile errore di lasciare in vita proprio l'elemento più pericoloso, uno shinobi arrabbiato e assetato di vendetta. Così ha inizio un viaggio nel segno dell'assassinio che passa attraverso una pletora di meravigliose ambientazioni disegnate artigianalmente, alzando il sipario sul grande ritorno dello storico protagonista della saga.

Goduria

LizardCube ha scelto di mettere l'amore davanti a qualsiasi altro genere d'ispirazione, segnando un fuoricampo che suona come una stoccata: muoversi in questa nuova incarnazione dell'universo di Shinobi è davvero una goduria, anche solo per respirare le animazioni e soprattutto le splendide ambientazioni, tutte disegnate a mano e caratterizzate da continue strizzate d'occhio all'arte tradizionale giapponese. Attraversando il villaggio del Clan Oboro ci si imbatte senza sosta in nuovi asset originali (in generale gli elementi ripetuti sono ridotti davvero all'osso), mentre nel secondo livello che abbiamo avuto occasione di provare - a tema carnevalesco - si teneva una vera e propria festa a base di duelli all'arma bianca e fuochi d'artificio, pronto a srotolarsi in tempo reale lungo i fondali mozzafiato.

Ogni elemento dell'opera è curato in maniera notevole, ma i fondali spiccano sul resto
Ogni elemento dell'opera è curato in maniera notevole, ma i fondali spiccano sul resto

Nonostante l'anima rimanga molto affine a quella della trilogia originale - con giusto una spolverata d'influenza dei capitoli più moderni - gli sviluppatori hanno preso la coraggiosa decisione d'intessere tantissime nuove meccaniche sopra quelle fondamenta, incrementando notevolmente la profondità dell'offerta e garantendole una freschezza che sfugge persino alle esperienze hack and slash contemporanee. Ci sono attacchi leggeri e fendenti pesanti, c'è un sistema di combo, una schivata che funge anche da scatto, la scalata delle pareti è stata notevolmente migliorata, i kunai ereditano il compito degli shuriken e forniscono il perfetto supporto dalla distanza durante il combattimento, insomma, ogni singolo elemento introdotto durante la lenta maturazione della saga arriva a una piena esplosione nei confini di questa reinterpretazione.

Anche il sistema di Ninjitsu di Shinobi III ha fatto il suo ritorno in grande spolvero, stavolta accompagnato da sequenze animate che rendono davvero spettacolare l'impiego delle tecniche finali. Lo stesso discorso rimane valido per le tecniche speciali Ninjutsu legate a un apposito menù radiale, che consentono di esplorare con grande frequenza la fantasia tipica del ninja garantendo la capacità di soffiare fuoco, di controllare l'acqua, di governare gli elementi per generare potenti attacchi ad area o addirittura di sfruttare varianti più avanzate come pose di parata e contrattacco. A questo proposito la posa Ninja, accessibile tenendo premuto il dorsale sinistro, alza il sipario anche su un sistema di esecuzioni automatiche che si possono sfruttare una volta che si è rotta la postura di uno o più nemici, consentendo di ripulire intere schermate in pochi istanti trasformando Joe Musashi in un vortice di lame.

Ovviamente non mancano scontri con i boss che fanno brillare fino in fondo le meccaniche di combattimento
Ovviamente non mancano scontri con i boss che fanno brillare fino in fondo le meccaniche di combattimento

Restano da menzionare una serie di meccaniche di navigazione che si piegano perfettamente allo sfruttamento in combattimento, trasformando la traversata dei livelli in una sorta di danza che mescola scatti aerei, guizzi di parkour e classici "dashkick" verticali per elevare alla potenza la velocità dell'azione: ogni piccola sequenza d'esplorazione e di combattimento si sviluppa in maniera perfettamente fluida, movimento e battaglia diventano un tutt'uno, e non trascorre troppo tempo prima che si assuma piena padronanza di tutte le dinamiche - che risultano estremamente accessibili - iniziando a sfrecciare a velocità folle in mezzo ai fondali dalle tinte pastello.

Novità strutturali

L'opera di reinterpretazione non si è limitata a toccare Joe Musashi, ma ha investito anche l'architettura generale dell'esperienza: nonostante si tratti di un caro vecchio gioco d'azione hack and slash basato su singoli livelli - scelta secondo noi estremamente azzeccata - la progettazione di quei livelli si è fatta decisamente più complessa, aggiungendo all'amalgama una pletora di percorsi nascosti e una filosofia generale che ha pescato giusto qualche piccolo ingrediente dalla ricetta del metroidvania. Alcune abilità attive, infatti, consentono di accedere a percorsi alternativi, e questo è solo uno dei tanti elementi che siedono alla base della rigiocabilità dell'esperienza.

Sono diverse le dinamiche che spingono a rivivere i livelli in più occasioni
Sono diverse le dinamiche che spingono a rivivere i livelli in più occasioni

Tale scelta è strettamente legata alla mole di meccaniche inedite che sono state introdotte sul fronte del combattimento: proprio per questa ragione i livelli sono disseminati, per esempio, di monete con cui si possono acquistare nuove tecniche e nuove combo, senza contare che anche i Ninjitsu fanno parte del novero delle potenziali ricompense, dunque LizardCube ha preso la decisione di nascondere scontri e forzieri negli angoli più remoti delle ambientazioni, talvolta al di là di ostacoli che richiedono potenziamenti specifici per essere superati, aggiungendo all'amalgama una certa dose di backtracking.

L'effettiva struttura dell'esperienza potrebbe riservare qualche sorpresa accanto ai classici livelli sequenziali
L'effettiva struttura dell'esperienza potrebbe riservare qualche sorpresa accanto ai classici livelli sequenziali

Tornando alla rigiocabilità, la vera chicca risiede nella Modalità Arcade: dopo aver completato un livello seguendo la storia - che ovviamente è necessaria per sbloccare l'interezza dell'avventura - si apre la possibilità di rigiocare i livelli secondo una formula molto più vicina all'originale Shinobi del 1987. Questa variante, quasi scevra dell'elemento narrativo e svuotata dei power-up, si arricchisce dell'immancabile contatore del punteggio, mettendo sul piatto anche una classifica nella quale segnare il proprio record personale.

Il ritorno della SEGA che fu?

Se questo è il primo tassello nel mosaico di grandi ritorni ideato da SEGA, beh, non vediamo l'ora di assistere al resto dell'iniziativa: la compagnia, in questo caso, ha trovato il partner perfetto in LizardCube, uno studio di sviluppo che chiaramente non vedeva l'ora di misurarsi con Joe Musashi e che ha dato fondo a tutte le sue risorse per confezionare una rinascita coi fiocchi. La domanda, a questo punto, non riguarda tanto il destino di Shinobi - che potrebbe aver trovato una nuova casa a lungo termine - ma le altre produzioni in cantiere: sapranno anch'essere presentarsi al varco facendo sfoggio del medesimo grado di cura? Se la risposta dovesse rivelarsi positiva SEGA potrebbe vivere una nuova età dell'oro, per lo meno dal punto di vista degli appassionati di vecchia data.

Raramente ci siamo imbattuti in un'esperienza dotata di questo amore e questa cura
Raramente ci siamo imbattuti in un'esperienza dotata di questo amore e questa cura

Pur avendo solamente scalfito la superficie di Shinobi: Art of Vengeance ci sentiamo di affermare senza troppe riserve che si tratta di un ritorno in grande stile, e non solo perché rende onore all'eredità della saga, ma soprattutto perché riesce a brillare di luce propria nel calderone del mercato contemporaneo, centrando il bersaglio sotto tutti i punti di vista, a partire dalle novità del gameplay, passando per la direzione artistica, per arrivare a una struttura e una messa in scena che rappresentano un grande punto d'incontro fra tradizione e innovazione. Insomma, Joe Musashi sta per tornare, e probabilmente il suo ritorno non poteva essere migliore di così.

Bastano pochi istanti nel mondo di Shinobi: Art of Vengeange per rendersi conto che si tratta di una lettera d'amore indirizzata allo storico franchise di SEGA, un grande tributo che non si limita a onorare l'eredità di Joe Musashi ma la proietta con coraggio nel futuro, introducendo una serie di novità che la elevano al pari - se non addirittura più in alto - delle eccellenze contemporanee. L'azione fluida, veloce e coinvolgente, la direzione artistica ispirata, i fondali disegnati a mano e le coreografie da dipingere in tempo reale a colpi di katana raccontano un'esperienza che si prospetta molto più di una semplice operazione nostalgia. Al momento abbiamo solo scalfito la superficie: saprà toccare vette ancor più elevate?

CERTEZZE

  • Tante novità perfettamente integrate nel gameplay
  • Direzione artistica praticamente perfetta
  • Fluido, veloce, tecnico, coinvolgente
  • Facile da prendere in mano, difficile da padroneggiare

DUBBI

  • Saprà mantenere ritmo e qualità così elevati per tutta la sua durata?