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Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, il provato della demo

Square Enix ha annunciato Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un nuovo spin-off in salsa action. Abbiamo provato la demo disponibile per PlayStation 5 e queste sono le nostre impressioni.

PROVATO di Christian Colli   —   16/06/2021

Quando è cominciata a circolare la voce che Square Enix stesse lavorando a Final Fantasy Origin, ci siamo divertiti a immaginare tutti i validi motivi per cui avrebbe avuto senso proporre un Final Fantasy in salsa soulslike. Forse siamo stati anche troppo ottimisti, perché quello che è stato mostrato per la prima volta durante lo Square Enix Presents ci ha lasciati abbastanza interdetti. Non è stata solo una questione di aspettative disattese: il trailer era proprio montato male e scritto peggio.

Abbiamo quindi accolto di buon grado la notizia che fino al 24 giugno sarebbe stato possibile giocare una demo esclusiva per PlayStation 5, che però non ha funzionato per ben due giorni. Adesso che è finalmente disponibile, in questo provato di Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin possiamo cercare di capire cosa non andava nel trailer del nuovo titolo sviluppato da Team Ninja per conto di Square Enix.

Il trailer di Square Enix Presents

Lasciando stare la facile ironia che i detrattori di Final Fantasy VII Remake potrebbero fare sulla carrellata di nomi che apre il trailer - Kazushige Nojima ha scritto la storia, Tetsuya Nomura si è occupato della direzione creativa e del character design - il primo impatto coi tre protagonisti non è esattamente dei più entusiasmanti. La star del gioco sembrerebbe essere Jack, un personaggio dall'aspetto abbastanza generico che impugna uno spadone a due mani e dà la caccia a un'entità potentissima come Caos indossando un abbigliamento decisamente poco fantasy.

Abbiamo poi il comprimario più giovane, Jed, che fa tanta ironia, parla un sacco e nel trailer indossa un costume pieno di borchie che strilla Tetsuya Nomura a ogni fibbia. Completa la squadra un personaggio più corazzato degli altri: l'impressione è che Ash sia l'erudito di turno, il fratello maggiore che stempera i toni accesi dei compagni. Fin qui è il trionfo del cliché, ma ci facciamo coraggio e proseguiamo nella visione.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, i tre protagonisti.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, i tre protagonisti.

Il trailer continua mostrandoci alcune sequenze di combattimento in uno scenario in rovina, una sorta di roccaforte torreggiante che i nostri scalano in cerca di Caos. Il protagonista, infatti, non fa altro che ripetere che devono trovare Caos, che devono ucciderlo, che non è neppure una speranza o un sogno, ma una sorta di necessità, una fame che lo divora dentro mentre squarta mostri a destra e a manca: Nojima ha affermato che questa battuta rappresenterebbe l'intera storia del gioco.

Okay.

Fortunatamente i pessimi dialoghi accompagnano alcune scene di combattimento molto interessanti, in cui abbiamo notato che il protagonista cambia arma e indumenti: lo abbiamo visto colpire i nemici a pugni, infilzarli con una lancia praticamente identica all'iconica Gae Bolg impugnata dai Dragoon, attaccare con una mazza, proteggersi con uno scudo e lanciare incantesimi di vento, fuoco e ghiaccio. Insomma, l'abbiamo visto cambiare Job e scannare i nemici con veri e propri colpi di grazia che nascondono sangue e smembramenti dietro una specie di effetto cristallizzante.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, ecco Garland... cioè, Caos!
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, ecco Garland... cioè, Caos!

Il nostro sospetto è stato poi confermato dalla documentazione ufficiale di Square Enix, che parla di un sistema di combattimento e personalizzazione a due Job: ogni volta che Jack ne sceglie uno, cambia aspetto e arma di conseguenza, e così può mescolare attacchi fisici e magici diversi nelle sue combo. La cosa più interessante, però, è che le battute che accompagnano le sue uccisioni sono le stesse pronunciate da Garland nei vari Dissidia Final Fantasy, e questo potrebbe averci suggerito un importante dettaglio sulla narrativa.

E se Stranger of Paradise appartenesse al genere isekai e Jack fosse destinato a diventare Garland nel paradosso temporale che caratterizzava Final Fantasy I? Questo potrebbe giustificare la sua rabbia nei confronti di Caos e lo slogan del gioco: "Il ricordo della lotta giacerà nel profondo dei loro cuori".

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.

Ma torniamo al trailer. Alla fine il terzetto raggiunge la sala del trono. Una voce femminile - quella della Principessa Sarah - racconta la storia di Garland, il cavaliere che era andato a cercare Caos ma che non aveva fatto ritorno. I nostri lo trovano seduto sul trono: è proprio il Garland di Final Fantasy I, anche se un po' più snello rispetto al massiccio design con cui è tornato sotto i riflettori grazie a Dissidia Final Fantasy. I nostri lo affrontano, sembrano avere la meglio ma poi lui si infervora ancora di più e li attacca sostenendo di essere Caos.

Loro, ovviamente, sono i Guerrieri della Luce, ma sono tre invece di quattro, quindi qualcosa non torna. È chiaro che ci troviamo di fronte a una rivisitazione di Final Fantasy I, anche se potrebbe essere addirittura una sorta di sequel: chi ha giocato lo storico capostipite del franchise ricorderà che c'erano di mezzo i viaggi nel tempo, e che Garland si era inventato un loop che lo manteneva in vita per sempre.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, una scena del trailer.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, una scena del trailer.

Il trailer ha sollevato un polverone e anche noi ci siamo trovati in difficoltà a formulare un'opinione precisa. Da una parte, dobbiamo ammettere che le scene d'azione ci hanno intrigato, specialmente per la brutale chiarezza degli scontri e le possibilità che apre un eventuale Job System. Dall'altra, siamo rimasti con l'amaro in bocca dalla natura cross-gen del titolo e da una direzione artistica tendente all'emo sfrenato che ci ha ricordato a più riprese roba tipo The Bouncer.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, il protagonista del gioco.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, il protagonista del gioco.

"L'idea di Final Fantasy Origin mi è venuta poco dopo aver completato la lavorazione di Dissidia 012 Final Fantasy," ha detto Tetsuya Nomura sul sito ufficiale giapponese del gioco. "Volevo realizzare un gioco che si concentrasse non tanto sui combattimenti, ma sugli scenari in cui si svolgeva l'azione. Col passare del tempo, ho cominciato a pensare a un Final Fantasy incentrato sulla storia di un uomo molto arrabbiato". E per svilupparlo ha voluto come director Daisuke Inoue, che aveva precedentemente lavorato a uno dei titoli più controversi di Square Enix: Dirge of Cerberus. "Sebbene sia un Final Fantasy, [Stranger of Paradise] certo non lo sembra", prosegue Nomura. "Eppure nelle sue vene scorre quello che indubbiamente è il sangue di Final Fantasy".

Il provato della demo

Come dicevamo, abbiamo dovuto aspettare ben due giorni, ma Square Enix ha sistemato la demo per PlayStation 5 e finalmente abbiamo potuto provare il gioco con le nostre mani.

L'inizio è un semplice tutorial ambientato in un generico campetto: il gioco introduce al sistema di combattimento e spiega le meccaniche basilari di ingaggio. Ci sono tre parametri fondamentali da tenere d'occhio sullo schermo. La salute è ovviamente quello più importante: possiamo recuperarla consumando le Pozioni, basta premere giù sulla croce direzionale. L'indicatore rosa sotto la salute sono i PM, che si ricaricano attaccando o usando lo Scudo spirituale: quest'ultimo si attiva premendo il tasto Cerchio e funge da parata istantanea, ma non solo. Se pariamo con lo Scudo spirituale determinati attacchi nemici, possiamo apprenderli e utilizzarli per un certo numero di volte.

L'ultimo indicatore, che possiedono sia Jack sia i nemici, rappresenta il cosiddetto Logoramento: ogni volta che subiamo danni si riduce e quando si scarica completamente resteremo storditi per qualche istante, alla totale mercé del nemico. Ovviamente possiamo ridurre quello degli avversari, magari sfruttando le loro vulnerabilità, e quindi ricorrere all'Impeto spirituale - una specie di Fatality - per finirli in un sol colpo.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.

Il sistema di combattimento si appoggia poi su controlli abbastanza tradizionali, che però cambiano a seconda dell'arma equipaggiata. Impugnando lo Spadone, per esempio, potremo attaccare col tasto R1, schivare e rotolare col tasto X, richiamare il menu delle abilità speciali a ricarica col tasto L2 e così via. Una di esse si chiama Lux e sostanzialmente è un potenziamento temporaneo durante il quale infliggiamo più danni, svuotiamo più facilmente l'indicatore di Logoramento del bersaglio e allo stesso tempo non possiamo essere storditi. Lo spadone è un'arma lenta e potente, che permette pure di caricare il colpo iniziale di una combo per infliggere più danni, e contraddistingue la classe dello Spadaccino.

Le classi aumentano di livello e così facendo guadagnano punti che possiamo distribuire nella schermata Evoluzione classi, dove si apprendono nuovi attacchi speciali, bonus passivi e abilità. Raccogliendo altre armi, si sbloccano altrettante classi: il bastone magico, per esempio, sblocca la classe del Mago col suo schema di abilità e bonus.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.

Gli squallidi indumenti iniziali di Jack si sostituiscono rapidamente: sconfiggendo i nemici e aprendo i forzieri si trovano bottini come armi e pezzi di armature che possiamo equipaggiare nell'apposita schermata. Dobbiamo ammettere che questa pioggia di loot spezza un po' il ritmo dell'azione, dato che si passa un sacco di tempo a cambiare indumenti per sfruttare i diversi bonus casuali assegnati. Ci sono copricapi, abiti, guanti, pantaloni e stivali più adatti al combattimento fisico oppure magico, di conseguenza bisogna preparare i setup giusti per ogni classe (che fortunatamente vengono memorizzati) e sfruttare al meglio i bonus specifici: per esempio, potremmo preferire indossare un paio di guanti che aumentano i danni da fuoco piuttosto che elettrici, se dobbiamo affrontare un nemico suscettibile agli incantesimi incendiari del Mago.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.

Il Mago si gioca in modo abbastanza diverso rispetto allo Spadaccino, tra l'altro. Pur disponendo di combo in mischia che terminano in attacchi dalle diverse proprietà elementali, il Mago può accedere a un menu radiale mentre si concentra e ricarica i PM: qui possiamo trovare i vari incantesimi elementali, che aumentano di potenza nel classico stile Final Fantasy - quindi per esempio Aero, Aerora, Aeroga - man mano che si susseguono i secondi di preparazione. Una volta impostata una seconda classe, basta premere Triangolo per cambiare al volo da un setup all'altro, anche nel mezzo di determinate combo. Le classi, inoltre, si evolvono in classi più avanzate che garantiscono bonus migliori e una maggior varietà di armi. Lo Spadaccino, per esempio, può impugnare soltanto lo spadone, mentre il Lanciere brandisce soltanto la lancia.

Potenziando lo Spadaccino, però, si sblocca la classe avanzata del Guerriero, che può impugnare sia lo spadone che la lancia; il Lanciere, invece, porta a sbloccare il Dragone, specializzato nell'uso della lancia e nelle schivate.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.

Il sistema a classi si è rivelato molto più stratificato di quanto credessimo, infatti consente una gran varietà di combinazioni e setup che i giocatori possono sperimentare in cerca dello stile più adatto a loro. I nemici, poi, impongono una certa flessibilità nell'approccio che richiama per davvero le dinamiche di giochi come Dark Souls o, più precisamente, proprio il NiOh 2 di Team Ninja. Attaccare a testa bassa non serve praticamente a nulla, se non a sconfiggere i nemici più deboli quando si è sufficientemente preparati. Contro alcuni nemici, come per esempio il potente Grifone che presiede una delle ultime stanze nella demo, bisogna necessariamente mantenere la calma, calcolare le distanze e lavorare di contrattacchi e Scudi spirituali.

I nemici infliggono moltissimi danni, ed è facile tirare le cuoia negli scontri più banali solo per una distrazione. Fortunatamente, almeno nella demo non esiste il Game Over: si torna al checkpoint più vicino, ma si perdono i PM guadagnati sopra il limite naturale grazie allo Scudo spirituale.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.

Interagire coi checkpoint, inoltre, rigenera tutti i nemici nel circondario, consentendo un agile processo di grinding nel caso in cui si vogliano migliorare le classi o l'equipaggiamento. Abbiamo apprezzato la componente strategica negli scontri, non solo dal punto di vista delle meccaniche generali, ma anche i piccoli tocchi di classe che consentono di superare certi passaggi intricati con l'astuzia.

I Piros, per esempio, sanno essere davvero molesti se si combattono in mischia e a distanza ravvicinata; colpirli con gli incantesimi di fuoco, o rispedire al mittente i loro attacchi elementali, li caricherà fino a farli autodistruggere, danneggiando tutti i nemici vicini. Da questo punto di vista, i compagni del giocatore, Ash e Jed, possono rivelarsi altrettanto utili sotto forma di scudi umani dietro i quali ci possiamo riparare, fermo restando che possono perdere salute anche loro e finire KO, costringendoci a consumare le Pozioni per rimetterli in piedi. La loro intelligenza artificiale ci è sembrata accettabile, ma dobbiamo ammettere che i due Guerrieri della Luce non aggiungono granché al sistema di combattimento.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.

Ash e Jed servono perlopiù a commentare l'esplorazione, offrendo sporadici suggerimenti o osservazioni mentre giriamo per il Tempio di Caos. La demo è abbastanza lineare, tranne in qualche biforcazione che nella maggior parte dei casi conduce a un forziere in un vicolo cieco o a una porta sbarrata che apriremo poi dalla parte opposta, sbloccando una scorciatoia in caso di backtracking.

Il design dello scenario è convincente e non si ha la sensazione di essere pilotati per mano nei saloni e nei corridoi; inoltre, alcune ambientazioni offrono saliscendi e sporgenze da cui il giocatore può bombardare i nemici sottostanti, approfittando furbescamente della distanza e del dislivello per attaccare in libertà. Ci sono anche dei semplicissimi rompicapi ambientali, ma si tratta soprattutto di sbloccare porte o scale, oppure di sconfiggere degli ammassi di tenebra che producono mostri all'infinito e, una volta distrutti, aprono nuovi passaggi nella struttura del tempio.

Impressioni a fine demo

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.

La demo si conclude nella sala del trono vista anche nel trailer, con lo scontro tra i Guerrieri della Luce e un Garland che loro credono essere già Caos, ma che ancora non lo è. La questione è intricata e i dialoghi suggeriscono sempre di più qualche intrallazzo temporale che giustificherebbe il titolo o quantomeno il collegamento col primo Final Fantasy.

Lo scontro con Garland è brutale anche al livello difficoltà Normale. Il boss è velocissimo e dispone di un'ampia varietà di attacchi che mettono a nudo l'aspetto più debole del sistema di combattimento. Le dinamiche del gameplay ci sono infatti piaciute molto, soprattutto il modo in cui i vari sistemi si intrecciano e dipendono gli uni dagli altri, ma il sistema di controllo ci è apparso un po' troppo rigido, cosa che si avverte specialmente lottando contro un nemico coriaceo come Garland.

Sfruttando tutte le meccaniche e le abilità apprese nel corso della demo, però, si riesce ad avere la meglio sul nemico: lo scontro è diviso in due fasi, con la seconda molto più impegnativa e frenetica. Una volta sconfitto Garland e raggiunto il trono, la demo si conclude.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.
Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un'immagine del gioco.

Nonostante lo scetticismo iniziale, dobbiamo ammettere che Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin ha un potenziale interessante. Il sistema di combattimento è valido e in qualche modo si respira davvero l'aria di un soulslike in chiave Final Fantasy, una combinazione che funziona meglio del previsto, pur non facendo leva sull'orrore e la violenza efferata.

Purtroppo la direzione artistica e lo stile visivo opzionato continuano a non convincerci neppure a demo giocata, ma sono soprattutto le performance a deludere: il titolo Team Ninja ha molti problemi di stutter e perde spesso qualche frame e in generale appare sporco e abbozzato sotto diversi aspetti. Stiamo pur sempre parlando di una demo che praticamente è un'alfa, quindi lo sviluppatore potrebbe avere tutto il tempo per rifinire meglio il gioco e prepararlo a una release soddisfacente. A questo punto dovrà lavorare soprattutto sulla narrativa e sul damage control di un progetto che ha fatto parlare fin troppo in negativo di sé dopo il trailer d'annuncio, ma che potrebbe avere tutte le carte in regola per imporsi nella prolifica schiera di spin-off targati Square Enix.

Se è vero che la presentazione di Stranger of Paradise è stata un disastro che Square Enix si trascinerà dietro per anni, è giusto dire che la demo ci è piaciuta più del previsto. Al di là di un comparto tecnico sottotono e assolutamente da migliorare, il gameplay tutto sommato funziona e, una volta rifinito, questo Final Fantasy Origin potrebbe rivelarsi effettivamente un buon spin-off della popolare serie di JRPG. Seguiremo con interesse lo sviluppo e l'evoluzione di questo progetto, nella speranza che a monte qualcuno si convinca a ridisegnare i cafonissimi protagonisti.

CERTEZZE

  • Sistema di combattimento vario e stratificato
  • Lo scontro con Garland promette bene per gli altri boss

DUBBI

  • Personaggi e dialoghi andrebbero rifatti da zero
  • Varie sbavature tecniche inaccettabili su PlayStation 5