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The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2: teorie e possibilità

Sin dall'annuncio di Breath of the Wild 2 i fan hanno elaborato teorie sul tema del gioco e sulle sue meccaniche. Recentemente sono apparsi altri rumor: il punto della situazione

SPECIALE di Alessandro Bacchetta   —   08/02/2020

Allo scorso E3 è stato annunciato, come sorpresa finale della Nintendo Direct, Breath of the Wild 2. All'epoca abbiamo analizzato nel dettaglio il contenuto del trailer, dalle tinte ben più oscure di quelle ammirate nel primo episodio, addirittura orrorifiche. In questo articolo vi proporremo alcune teorie, esponendovi sia le nostre considerazioni sia quelle maggiormente diffuse tra gli appassionati e, per non farci mancare niente, faremo il punto sugli ultimi - discordanti - rumor.

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Prima, tuttavia, riportiamo i pochi dettagli certi che sono emersi nei mesi che sono trascorsi dall'annuncio del gioco. Innanzitutto, come avevamo supposto, il direttore del titolo sarà sempre Hidemaro Fujibayashi, autore di Oracles of Seasons/Ages, Minish Cap, Skyward Sword e, soprattutto, Breath of the Wild. Aonuma sarà ancora una volta il produttore dell'opera. Che Fujibayashi avrebbe mantenuto il suo posto l'avevamo intuito dalla sua assenza dai credits dei DLC del primo capitolo; abbiamo anche scoperto, per stessa ammissione di Aonuma, che Breath of the Wild 2 era nato come DLC, ma le idee che lo hanno accompagnato richiedevano delle modifiche troppo ampie per limitarsi a un semplice aggiornamento (quando ne sapremo di più, capiremo se ciò corrisponde a verità). Nelle interviste che hanno seguito il lancio del remake di Link's Awakening, Aonuma ha anche detto che i creativi Nintendo hanno giocato (e analizzato) Red Dead Redemption 2, senza tuttavia dare inizi su come tutto ciò possa influenzare lo sviluppo del nuovo The Legend of Zelda.

Nonostante Breath of the Wild sia un gioco straordinario, i fan si sono lamentati (principalmente) di tre aspetti: l'eccessiva distruttibilità delle armi, lo scarso numero di dungeon, e l'assenza di un intreccio degno di nota. Di solito Aonuma è molto attento alle critiche degli appassionati; tuttavia va ricordato che Breath of the Wild ha ottenuto un successo non rapportabile a nessun altro titolo della sua gestione. I tre punti appena elencati avevano quell'impostazione anche per non ridurre (nemmeno un po') l'estrema libertà concessa dal gioco, quindi Nintendo dovrà stare attenta a bilanciare quell'equazione che, per sua stessa ammissione, è in procinto di alterare.

(L'artwork di Ganondorf, in pagina e in copertina, è del bravissimo Nicholas Kole)

Il ritorno di Ganondorf

C'è un punto su cui tutti i fan sembrano convergere: la tenebrosa creatura che viene risvegliata durante il trailer non è un nuovo nemico, non è Demise, bensì Ganondorf, la forma umana di Ganon. Un antagonista che non appare nei capitoli principali da quasi quindici anni, dai tempi di Twilight Princess. Del resto durante il trailer, soffermandosi sul giusto frame, si intravede la silhouette del personaggio proiettata sulla parete rocciosa: potrebbe effettivamente coincidere con una versione "Breath of the Wild" (stilisticamente parlando) di Ganondorf. Per certo è una creatura antropomorfa. Tuttavia gli indizi principali risiedono in alcuni dettagli che adornano il corpo nella sua forma scheletrica: le decorazioni dei gioielli, e la loro stessa forma, coincidono con quelli Gerudo, la desertica stirpe dalla quale, storicamente, Ganondorf proviene. L'unico maschio in secoli di storia femminile: gli stessi capelli sono rossi, e il naso (stando alla silhouette) piuttosto grande, altre due caratteristiche distintive dei Gerudo.

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Che quella creatura non sia Ganondorf, in conclusione, è davvero improbabile. Tuttavia, almeno tra i fan, ci sono discussioni sul suo possibile ruolo. La teoria più conservatrice, che in Zelda è spesso quella vincente, lo vorrebbe sepolto da millenni sotto al castello: una forza maligna in attesa di essere risvegliata, magari lì dai tempi di Ocarina of Time. Tanto, si sa, Nintendo piega la timeline come preferisce: Breath of the Wild si svolge millenni dopo gli altri capitoli, e potrebbe tranquillamente riunificare tutte le complicate, e contraddittorie, diramazioni. In ogni caso, su Reddit qualcuno ha proposto una teoria più interessante, che vi riportiamo perché, effettivamente, ha delle basi piuttosto solide. La storia di Breath of the Wild, volendo semplificare, ha tre piani principali. Il primo è quello in cui si svolge l'azione. Il secondo, ambientato cento anni prima, è quello in cui i Guardiani e i Colossi Sacri vengono soggiogati da Ganon, in cui i Campioni vengono sconfitti, e Link portato in salvo dalla Principessa, la stessa Zelda che si pone come ultimo baluardo tra Ganon e Hyrule, in attesa del ritorno dell'Eroe. Il terzo piano invece va indietro fino a 10.000 anni prima, ai tempi dell'evoluta società tecnologica che costruì sia i Guardiani che i Colossi (gli Sheikah, probabilmente). L'Eroe dell'epoca, assieme alla coeva Principessa, riuscì, con l'aiuto di tutte le creature meccaniche, a sconfiggere Ganon. Da quanto racconta Impa, mentre l'Eroe affondò l'ultimo colpo con la spada, la Principessa sigillò definitivamente la Calamità. Bene... i protagonisti di questa vicenda noi li vediamo solamente attraverso un arazzo. Quell'Eroe noi non lo abbiamo mai giocato, né tantomeno osservato; e sull'arazzo, guardateci pure, ha i capelli rossi (la Principessa, al contrario, è sempre bionda).

E se quell'Eroe non fosse Link, ma Ganondorf? Se la Principessa dell'epoca avesse sigillato quella Calamità assieme al cadavere dell'Eroe?

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La mano

Se fosse vera questa teoria, Ganondorf 10.000 anni fa sarebbe stato l'Eroe, e in Breath of the Wild 2 si sveglierebbe posseduto dalla Calamità che aveva combattuto. Non sarebbe solamente una storia interessante, ma spiegherebbe anche il background eccessivamente complesso del primo episodio: Nintendo punta sempre all'essenzialità, e non c'era una ragione specifica per presentare dettagliatamente il terzo piano temporale (quello dei "10.000 anni prima"). C'è un altro elemento molto ambiguo nel trailer, ovvero la mano che sigilla Ganon(dorf), e che, per qualche ragione, esaurisce il suo potere. È verde, così come l'incantesimo che da lei si propaga. L'ipotesi più credibile è che sia, essa stessa, una magia Gerudo: i linguisti zeldiani infatti hanno tradotto le iscrizioni sui tentacoli della magia, che riporterebbero la dicitura (in lingua Gerudo) "sigilla Ganon".

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Anche qui tuttavia c'è una teoria più complicata, a nostro modo di vedere fin troppo. Il colore effettivamente rimanda alle magie di Twilight Princess, a quelle dei Twili, un'antica popolazione reclusa nell'oscurità. Ecco, in Breath of the Wild c'è una civiltà di cui possiamo ammirare solamente i reperti, in particolare le Rovine di Zonai. Delle strutture che hanno qualcosa di azteco, tra cui una bellissima costruzione serpentesca, secondo alcuni edificata in omaggio ai draghi del gioco. Questa popolazione, magica e guerriera, arriva ai giorni di Link attraverso l'armatura da barbaro, le cui parti sono nascoste nei labirinti, anch'essi apparentemente costruiti dagli stessi "Zonai" (chiamiamoli così): niente di concreto, e a parte l'aspetto della mano, non c'è nulla che possa giustificare - al momento - l'associazione Zonai-Twili. Una cosa però è vera, e cioè che nella lavorazione di Breath of the Wild queste rovine, che tra l'altro sembrano intravedersi anche nel trailer, sono state lungamente studiate: lo abbiamo appreso dalla pubblicazione delle concept art. La stessa fonte che ci ha mostrato un Link col braccio meccanico, idea che pare verrà ripresa in questo seguito: non sarà un arto artificiale, ma probabilmente "posseduto" dalla stessa magia che imprigionava Ganondorf.

Rumor

Quali possano essere le ripercussioni della "mano" nel gameplay, al momento è dura dirlo. Potrebbe essere un accessorio, similmente alla tavoletta Shiekah, che dona a Link dei poteri speciali (chissà, magari non tutti dall'inizio). In rete è pieno di rumor, sia su questo argomento che su altri, e di seguito vi proporremo i più fragorosi; non scordate tuttavia che la voce più informata sul primo Breath of the Wild, che previde quattro dungeon, più di cento mini-dungeon, e un personaggio ispirato a Rihanna (Riju), all'epoca ebbe poca risonanza rispetto ad altre. Al contrario, a fine 2016, delle "fonti attendibili" ci informarono che il gioco sarebbe stato ulteriormente rimandato, mentre, come ormai sappiamo, sarebbe regolarmente arrivato al lancio di Switch.

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Procediamo. Qualche mese fa un presunto insider ha riferito che il nome di questo seguito sarebbe stato Breath of the Darkness, e che sarebbe uscito nel 2020/21, assieme a Switch Pro: dalle parole di Furukawa sappiamo che non arriverà alcuno Switch Pro nel 2020, quindi o si tratta di una notizia infondata, o giungerà a inizio 2021. Negli ultimi giorni sono emersi due rumor forti, tra loro slegati. Il primo, derivante da 4chan, ha descritto alcune meccaniche del nuovo episodio, con una Zelda giocabile (che è probabile, visti i capelli corti) da alternare a Link, e capace di modificare le condizioni meteorologiche. Nel trailer da lui/lei visionato ci sarebbe anche un orso cavalcato (cosa già possibile nel predecessore), e il ritorno della fionda (non ci sembra di vitale importanza). Il gioco si chiamerebbe Bond of the Triforce.

L'ultimo rumor, proveniente da Sabi, una nota insider, è piuttosto nefasto: il gioco, inizialmente previsto per fine 2020, sarebbe stato posticipato. Impossibile da credere: quando mai uno Zelda è stato rimandato?

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