Nel corso degli ultimi sessant'anni diverse generazioni di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, uomini, donne, elfi, nani e piccoli hobbit, hanno viaggiato con la fantasia fino alla dimensione di Arda, l'universo immaginato da J.R.R. Tolkien che ha rivoluzionato irrimediabilmente l'intero sottobosco delle opere fantasy. Molti di loro, esplorando i paesaggi impossibili della Terra di Mezzo, sono rimasti stregati da entità scintillanti come l'integerrimo Aragorn, la bella e terribile Galadriel, il saggio Gandalf o la tenace Éowyn.
Lo stesso esordio delle più antiche macchine da gioco è stato segnato dalla comparsa di produzioni tratte da Il Signore degli Anelli, tutte volenterose di regalare ai fan l'opportunità di vivere in prima persona le esperienze dei propri eroi. Mai prima d'ora, tuttavia, era capitato di indossare i panni di Gollum, il bieco e inusuale protagonista della prossima fatica di Daedalic Entertainment.
The Lord of the Rings Gollum, in pubblicazione il prossimo 25 maggio, è "un'avventura immersiva" che ha l'ambizione di puntare i riflettori sugli anni di vuoto che separano la conclusione de Lo Hobbit dall'incipit de La Compagnia dell'Anello, sfruttando il fu Sméagol per esplorare gli angoli più remoti della Terra di Mezzo. Se Daedalic Entertainment ha gettato le radici del proprio successo nella componente narrativa delle sue opere, in questo caso particolare ha dovuto incastrarla perfettamente negli stringenti confini dell'immenso legendarium di Tolkien. Abbiamo avuto la fortuna di provare The Lord of the Rings Gollum nei giorni scorsi e vi abbiamo raccontato tutte le nostre impressioni
Quanto è effettivamente fedele The Lord of the Rings Gollum all'opera originale? Perché la creatura più complessa di Tolkien è stata scelta come protagonista? Fin dove si sono spinti gli artisti della casa per rispettare l'identità di Arda? Abbiamo posto queste e tante altre domande a Damiri Knapheide: linguista, studioso di Tolkien e co-autore di The Lord of the Rings Gollum.
Le origini di The Lord of the Rings Gollum
Molte persone hanno familiarità con Il Signore degli Anelli, ma può darsi che non conoscano così a fondo l'universo di Arda. Cosa sta succedendo esattamente in The Lord of the Rings Gollum?
Come in parecchi sanno, durante Il Signore degli Anelli la torre di Barad-dûr sta venendo ricostruita, e la potenza di Sauron viene dichiarata apertamente. La torre è praticamente una fortezza, se avete visto i film ricorderete che Frodo Baggins ha una visione della torre quando si trova ad Amon Hen; si sta arrampicando su questa sorta di trono e improvvisamente ottiene il potere dei nùmenòreani, vede in molte direzioni, e nella direzione di Mordor inizia a scorgere i battaglioni. Gollum all'inizio della storia si trova lì, nella fortezza di Sauron, e questo è un elemento che viene menzionato chiaramente nei libri: sappiamo che è stato catturato e torturato dai seguaci di Sauron. Dopo Lo Hobbit, Gollum lascia le Montagne Nebbiose per inseguire Bilbo Baggins e durante il viaggio si dirige verso sud. Gandalf si mette sulle sue tracce insieme ad Aragorn, ma non riesce ad acciuffarlo e ipotizza che possa essere stato preso dalle forze di Mordor. Peter Jackson ha mostrato parzialmente questa particolare scena nei film: all'inizio de La Compagnia dell'Anello si vede brevemente un disperato Gollum che grida le parole "Baggins" e "Contea".
Noi però abbiamo adottato un'interpretazione diversa, più vicina alle informazioni tratte dai libri. Ovviamente Gollum è stato imprigionato e torturato, ma abbiamo deciso di espandere ulteriori figure, come ad esempio quella dell'inquisitore, il luogotenente di Sauron che si occupa del programma di spionaggio di Mordor. Come molti sapranno ne Il Signore degli Anelli anche i semplici uccelli sono delle spie, pertanto abbiamo deciso di espandere quella strada. Fa la sua comparsa anche la "Bocca di Sauron", e anche lui è un personaggio che appare brevemente persino nei film, nello specifico quando le truppe di Gondor e Rohan fanno una sorta di gambetto davanti al Cancello Nero e vengono accolti da un singolo cavaliere di Sauron, ed è proprio lui. C'è molto da dire su questo personaggio, originariamente era un nùmenòreano nero - più o meno la stessa razza di Aragorn - che era al servizio di Sauron già cinquant'anni prima della narrazione, uno stregone molto potente che ha accompagnato la ricostruzione della Torre Oscura e che fa la sua ultima comparsa di fronte al Morannon.
E come si posiziona Gollum in tutto questo?
Diciamo che la differenza principale rispetto a ciò che Tolkien ci ha tramandato è che Gollum inizialmente lavora con i luogotenenti di Sauron, ed entrambe le parti sono convinte che Sauron possa avere un interesse nella creatura, che possa in qualche modo individuare l'Unico Anello, e l'ipotesi è parzialmente menzionata anche nei libri. La sezione che avete provato non corrisponde all'incipit dell'avventura, ma giocando dall'inizio si ha un'idea molto più chiara dei fatti: quando si vede Gollum per la prima volta - e questo vale anche fuori dal videogioco, nell'immaginario de Il Signore degli Anelli - si è portati a pensare che sia una creatura incapace di sopravvivere per più di due giorni nella Terra di Mezzo. Invece riesce sempre a sopravvivere, e come riesce a sopravvivere? Beh, questo è l'elemento centrale del gioco, è la vostra storia, come farete a far sopravvivere una creatura come Gollum, come reagirete in un ambiente ostile di quel genere.
In effetti la storia di Gollum si conclude proprio insieme a quella de Il Signore degli Anelli.
Certo, lui resta sempre in vita fino alla fine, nessuno fa mai una stima corretta della sua forza, è estremamente resiliente, sa come manipolare le persone e come restare in salute. Questo è il motivo per cui nel gioco è importante scegliere costantemente fra Gollum e Sméagol, perché entrambe le sue anime sono molto importanti per lui, e saranno i giocatori a scegliere chi vive e chi muore, a compiere forti scelte narrative in tal senso.
Potremmo dire che Gollum è solo uno strumento per raccontare la Terra di Mezzo?
Quello che vogliamo fare... pensate a Lo Hobbit: il protagonista è Bilbo, un personaggio piccolo - molto piccolo, alto un metro e dieci - che viaggia nell'immenso mondo dei maghi, degli elfi, dei draghi. L'intero universo mitologico apre le sue porte per questa piccola persona, proprio come noi siamo piccole persone se confrontate a quel mondo. Ne Il Signore degli Anelli quel ruolo tocca a Frodo, ancora una volta un personaggio piccolo che a differenza del primo romanzo sa qualcosa in più grazie a suo zio Bilbo, che gli ha raccontato la vicenda proprio come l'ha raccontata anche ai lettori. Quindi sono i lettori il centro di tutto: all'epoca de Lo Hobbit avevamo già imparato molto, ad esempio, della storia degli elfi, ma c'erano sempre nuove domande a cui rispondere: "Chi è il necromante oscuro?" o: "Cosa diavolo è veramente questo anello?". La nostra storia sceglie di seguire un'altra piccola creatura: Gollum, una creatura che viaggia dappertutto, arriva persino dentro Mordor, ha avuto un incontro con Gandalf. Proprio come Frodo e Bilbo nessuno lo nota, nessuno si preoccupa di lui, è solo un piccolo inconveniente, e per noi rappresenta un'opportunità fantastica. Possiamo raccontare la storia e mostrare il mondo attraverso i suoi occhi. Magari è una figura triste, non è certo il massimo degli eroi, non è un combattente nùmenòreano con una spada leggendaria, ma offre tantissime opportunità interessanti.
La domanda obbligata a questo punto è se The Lord of the Rings Gollum è un gioco per tutti o solo per fan più hardcore de Il Signore degli Anelli...
Gollum ha visto tante cose, più di chiunque altro. L'abbiamo scelto proprio per mostrare il mondo oltre alla sua storia, ma anche per tuffarci nel passato della sua storia. Direi che è un gioco per tutti, in questi giorni ho parlato sia con gli appassionati più esigenti sia con totali neofiti: i primi volevano mettere alla prova le nostre competenze e sono rimasti soddisfatti, i secondi sono usciti incuriositi. Ci sono alcune cose che solamente i fan più accaniti comprenderanno, credo che ne saranno felici, ma dall'altra parte l'avventura è strutturata in modo tale che il giocatore normale, quello che magari ha solo visto i film de Lo Hobbit o Il Signore degli Anelli, possa scoprire un sacco di cose, magari porsi delle nuove domande.
La lore e la storia
Quindi avete messo la fedeltà al materiale originale prima di ogni altro elemento dell'opera?
In linea generale sì, ma è evidente che abbiamo dovuto prenderci determinate libertà, dal momento che stiamo sviluppando un videogioco e vogliamo espandere la storia della Terra di Mezzo. Faccio un esempio molto concreto: la magia elfica. Ci sono un sacco di scritti di Tolkien a proposito della magia elfica, ma abbiamo visto come funziona solamente dalla prospettiva di Frodo e di Bilbo. Se ricordate, in Lo Hobbit, il gruppo entra nel territorio degli elfi della foresta e all'improvviso Thorin crolla addormentato a terra; poi altri nani provano a raggiungere l'area e sono completamente confusi, non riescono a vedere nulla, non possono sentire nulla, iniziano a vagare in cerchio e ad urlare. Si tratta sostanzialmente di un incantesimo di confusione. In sostanza abbiamo pescato da queste informazioni, abbiamo fatto dei confronti con il legendarium di Tolkien, cercando di capire dove gli elfi avessero trovato la conoscenza per fare questo genere di cose, e abbiamo costruito su quelle fondamenta scavando molto a fondo. Quindi qualcuno ci dirà: "Da dove avete pescato questa roba?", e io potrò rispondere che basta leggere la storia di Melian e Doriath - che appare in diversi scritti di Tolkien - e tutto sarà più chiaro.
Posso spiegare come ogni elemento è stato sviluppato: il concetto è sempre solido, ma ci sono un bel po' di parti dissonanti che abbiamo dovuto inserire forzatamente per ragioni di gameplay. Quello che mi da soddisfazione è vedere gli appassionati giocare e vederli capire di cosa stiamo parlando: nella torre di Mordor c'è un quadro che raffigura l'ultimo re di Gondor. Ne Il Signore degli Anelli si dice che quell'uomo, Earnur, fu sfidato dal Re Stregone di Angmar e, dopo aver rifiutato il primo invito, non poté tirarsi indietro una seconda volta e non fece mai più ritorno dai cancelli di Minas Morgul. Fu così che finì la linea ereditaria dei re degli uomini, per lo meno in quella particolare linea di sangue perché sappiamo bene che Aragorn mantiene ancora in vita l'eredità di Isildur.
Abbiamo potuto vedere qualcosa della lotta interiore di Gollum e delle meccaniche da gioco di ruolo. Che impatto hanno sulla narrativa?
Ah sì, beh impattano il modo in cui si vive l'opera perché Gollum, per sopravvivere, ha dovuto comprendere molto rapidamente di non essere in grado di cavarsela da solo, di necessitare sempre di collaboratori e alleati. Compiendo quelle scelte - nel videogioco - all'inizio capita di farlo affidandosi all'intuizione, senza prestare troppa attenzione, ma andando avanti si scoprirà che qualcuno è morto a causa di una particolare strada che si è imboccata, magari qualcuno che consideravamo un amico; diciamo che non esistono scelte giuste o sbagliate in senso assoluto, ma ogni scelta ha un impatto forte sul gioco, e si tratta di un loop che prosegue fino alla fine del viaggio, quindi anche le decisioni assunte nel corso dei primi capitoli possono avere delle conseguenze nel finale. È un sistema eccellente, ma devo dire che non l'ho realizzato io, c'entro poco; in un certo senso potremmo dire che ci sono dei finali multipli, il che però non significa finali differenti. Forse il modo più corretto di dirlo è che esistono diversi rami, e anche alcuni livelli riflettono nel gameplay quella ramificazione consentendo di percorrere sentieri differenti.
Però sappiamo già come finirà il viaggio di Gollum.
Questa è una cosa che mi affascina molto, il fatto di sapere già dove finirà il viaggio di Gollum. Sappiamo come inizia, sappiamo come si esaurisce, la scrittura diventa un focus su tutto ciò che accade nel mezzo. Abbiamo dei punti fermi: il primo risale all'abbandono delle grotte nelle Montagne Nebbiose, dovrebbe essere nel 2944 o giù di lì, dopodiché sappiamo che Il Signore degli Anelli si svolge circa 70 anni più tardi, e questo è l'arco di tempo che avevamo a disposizione. A quel punto tale periodo è diventato come una tela bianca, ci ha consentito di sfruttare dei flashback, di esplorare delle tematiche inedite; prendendo un personaggio a caso, che ne so, Pipino oppure Aragorn, avremmo saputo tutto di loro quindi il tessuto del racconto sarebbe stato molto limitante. Trattando Gollum invece... a nessuno interessa di Gollum, ma lui sa tutto, vede tutto, anche quando lo incontriamo nelle pellicole cinematografiche condivide sempre il suo sapere sul paesaggio che si sta attraversando in quel momento.
Similitudini e differenze
Abbiamo notato grande cura per la "lore" de Il Signore degli Anelli. Prima ci hai mostrato un libro sulle piante, mentre non potevamo ignorare le tantissime conversazioni in lingua elfica. Fin dove vi siete spinti con la fedeltà?
Durante la produzione ho suggerito di prendere quel libro, Flora of the Middle Earth, perché è stato scritto da un grande professore di botanica canadese che è un esperto della Terra di Mezzo, e che ha coinvolto nel progetto anche suo figlio, un fotografo. Non è solamente uno studio dettagliato della vegetazione di Tolkien, ma anche di tutte le piante completamente inventate. È un bellissimo libro, come molti sanno Il Signore degli Anelli va letto come una storia mitologica, e la morfologia di Arda non dovrebbe essere dissimile da quella del nostro pianeta circa 50.000 anni fa, forse un centinaio di migliaia di anni fa, quindi diversi studiosi hanno cercato di trovare dei collegamenti con la nostra realtà. Alla fine quello creato da Tolkien è un mondo intero pieno zeppo di dettagli, non si tratta semplicemente di racconti, quindi il nostro obiettivo era quello di fare il più possibile in questo senso, su tutti i fronti. Ora siamo in fase di polishing, ho visto tutto il processo fin dall'inizio e sono impressionato dal punto a cui si è arrivati.
Io non parlo la lingua degli elfi, ho un certo grado di conoscenza in fase di lettura perché ho dovuto imparare qualcosina. Mi è stato chiesto se la sapevo parlare in produzione, ovviamente ho risposto di no, ma ho fatto presente che conoscevo un linguista che padroneggia perfettamente l'argomento, il professor Pesch, e ho chiesto di farlo collaborare al progetto. Abbiamo lavorato con lui, io sono solo uno studente in materia, non mi occupo di autenticità, ma se un giocatore dovesse conoscere perfettamente la lingua elfica di Tolkien potrà comprendere tutto ciò che dicono gli elfi. Il punto però è un altro: noi viviamo la storia dagli occhi di Gollum, che di base non comprende la lingua degli elfi così come il Linguaggio Nero di Mordor; all'inizio gli altri personaggi hanno scarsissima considerazione di Gollum quindi non si pongono nemmeno il problema di parlare fra loro in una lingua a lui ignota, poi con il tempo inizieranno a dialogare con lui.
Parlando di fedeltà visiva, invece, cosa ne pensi del risultato di The Lord of the Rings Gollum? Quello che vediamo a schermo corrisponde all'immaginario di Tolkien?
Credo che il risultato si avvicini molto alla fantasia, e che si avvicini particolarmente alla fantasia dei libri. Ovviamente è stato necessario scendere a compromessi, perché molte persone hanno solamente visto i film de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli, e spesso vorrebbero vedere rappresentato quell'immaginario specifico. Questo può diventare un problema, perché - ad esempio - Gandalf è per molti il Gandalf dei film, mentre il nostro è presentato esattamente identico a come viene descritto in Lo Hobbit. A un certo punto è arrivato Peter Jackson e gli ha dato un taglio diverso, quindi abbiamo dovuto trovare qualche compromesso proprio per rendere i personaggi riconoscibili da tutti. Ovviamente non avremmo potuto adottare l'immaginario dei film perché non abbiamo i diritti, sarebbe stato illegale, quindi molto spesso ci siamo dovuti affidare a una nuova interpretazione, dove possibile basata sui libri.
Un esempio speciale è proprio quello di Gollum, che pur essendo il nostro protagonista è spesso descritto come un cattivo ripugnante, pertanto abbiamo scelto di rafforzare anche nell'estetica i suoi tratti positivi. Dovessi parlare di fedeltà in termini di percentuale direi che siamo stati molto vicini al 100% nella fedeltà dell'immaginario, mentre guardando le meccaniche di gioco ipotizzerei attorno al 70% o all'80%. A margine non si tratta sempre di ciò che penso io, di come io nello specifico immagino le cose, perché ovviamente sono i nostri artisti a svolgere il lavoro ed il loro è un lavoro che amo, mi piace molto il loro impatto e la loro interpretazione. Ma è difficile, è sempre una questione di gusti, il mondo è pieno, che so, di persone che elogiano e di altre che criticano Salvador Dalì, quindi non si sa mai.