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The Rogue Prince of Persia: lo abbiamo provato e urla Dead Cells da ogni poro

Abbiamo provato The Rogue Prince of Persia, scoprendo qualcosa che sospettavamo già, ossia che ha molto a che vedere con Dead Cells.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   27/05/2024
Un artwork che mostra il principe in azione
The Rogue Prince of Persia
The Rogue Prince of Persia
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Appena hanno annunciato il roguevania di Prince of Persia, in molti si sono subito chiesti se sarebbe somigliato in qualche modo a Dead Cells. Il motivo è semplice: appartengono allo stesso genere e, soprattutto, è stato sviluppato dal team che ha seguito l'evoluzione del gioco di Twin Motion per anni. La risposta, dopo aver provato la versione in accesso anticipato di The Rogue Prince of Persia per qualche ora, è abbastanza netta, ossia che è evidente come l'esperienza maturata con le avventure del Prigioniero abbia influito anche su questa strana, quanto inevitabile reinterpretazione della serie creata da Jordan Mechner.

Una storia piena di loop temporali

I loop temporali sono al centro della narrazione e giustificano la struttura roguelike
I loop temporali sono al centro della narrazione e giustificano la struttura roguelike

Il Principe di Persia è il solito impulsivo. Cercando di fare il bene del suo popolo, ha violato gli ordini del padre e ha attaccato per primo gli Unni, il cui esercito si trovava fuori dalla capitale in attesa di prenderla d'assalto. Così facendo però, li ha spinti ad anticipare le loro mosse e ora il suo regno è ora sull'orlo del baratro. Inoltre lui stesso non ne è uscito benissimo, visto che è stato ucciso tentando di fermare i nemici, non avendo i mezzi per contrastare la loro potente magia oscura. Senonché il nostro si ritrova sano e salvo nel suo accampamento. Cosa è successo? Perché ogni volta che muore viene riportato in una zona sicura, poco prima di essere ucciso? Il motivo è il Bola, un artefatto magico regalatogli da bambino che crea dei veri e propri loop temporali e che sembra essere al centro dell'avventura stessa.

Ossia, ne è il pretesto narrativo per giustificare la natura roguelike del gioco, con il principe che conserva la memoria di ciò che è accaduto e che di tentativo in tentativo migliora alcune delle sue caratteristiche e ottiene l'accesso a nuove aree. Ora, non sappiamo che conseguenze avrà questa scelta sulla storia, visto che la versione in accesso anticipato contiene solo il primo atto, ma in questa fase è quantomeno apprezzabile lo sforzo fatto per dare coerenza narrativa a ciò che accade sullo schermo e per creare un richiamo al potere di riavvolgere il tempo caratteristico dei Prince of Persia 3D, da Le Sabbie del Tempo in poi.

Somiglianze e differenze con Dead Cells

Nel gioco ci sono anche molti dialoghi
Nel gioco ci sono anche molti dialoghi

Ma ora è arrivato il momento di prendere in mano il controller e vedere come se la cava il nostro principe su strada. Come accennato, pad alla mano viene subito in mente Dead Cells, nonostante gli sviluppatori abbiano fatto molto per emancipare il loro nuovo gioco dal precedente. Le influenze sono nette: il caro principe può correre e saltare di piattaforma in piattaforma, sfrecciando per i livelli generati proceduralmente, uccidendo i nemici con le sue armi da corpo a corpo (due pugnali gemelli, una spada, un'ascia, una lancia e altre ancora) o con quelle a lunga gittata, come un arco o delle lame boomerang. I combattimenti sono molto rapidi e si risolvono nel giro di pochi colpi, ma nondimeno hanno degli aspetti interessanti, con il principe che può attaccare direttamente, oppure può saltare sopra ai nemici per poi colpirli alle spalle con un colpo rapido. Ogni arma ha inoltre le sue caratteristiche di potenza, gittata e velocità, che consentono di crearsi un proprio stile di gioco, adattandolo alle occorrenze (le armi vengono date casualmente durante il gioco e se ne sbloccano di nuove superando i livelli).

I boss non mancano e richiedono di sfruttare le caratteristiche del principe per essere battuti
I boss non mancano e richiedono di sfruttare le caratteristiche del principe per essere battuti

In generale, nonostante sia pensato per scambi molto rapidi, il combattimento è molto fisico e dà un certo risalto ai feedback dei colpi andati a segno. Inoltre la varietà dei nemici, all'inizio spesso solitari, ma via via sempre più numerosi e agguerriti, crea delle situazioni in cui bisogna ragionare in termini più strategici per avere la meglio, considerando il tempo di recupero dei colpi e la velocità di risposta degli avversari, nonché la loro posizione effettiva al momento in cui si decide di agire. Il feeling è sicuramente diverso da quello di Dead Cells, che era più ingessato di The Rogue of Prince of Persia, ma alcune dinamiche ritornano inevitabilmente alla mente. Il che non è un male, visto che stiamo parlando di un titolo eccellente che devi per forza considerare se vuoi fare un roguevania.

Il sistema di combattimento punta alla dinamicità, ma ha anche una certa fisicità
Il sistema di combattimento punta alla dinamicità, ma ha anche una certa fisicità

Anche le tipologie di nemici guardano molto al titolo di Twin Motion, cercando al contempo di distaccarsene: tra guerrieri che lanciano delle sfere esplosive, creature corazzate che rotolano contro il principe per schiacciarlo e quant'altro. Naturalmente il sistema di combattimento nel suo complesso ha anche degli spunti originali, resi possibili dal retroterra della serie, come degli assassini che aspettano che il protagonista si avvicini per colpirlo con attacchi fulminei, oppure la possibilità di sferrare dei calci che fanno finire i nemici contro degli ostacoli (pareti, trappole o dei loro sfortunati colleghi) causando loro dei grossi danni.

Anche in termini di mobilità The Rogue Prince of Persia guarda un po' a Dead Cells e un po' sfrutta lo scenario per emanciparsene. Quindi abbiamo salti e doppi salti, corde da scalare e quant'altro, ma anche la possibilità di correre sulle pareti, caratteristiche che riprende i classici 3D della serie e che consente di creare situazioni nuove in termini di level design. In particolare le differenze rispetto al concorrente diretto si percepiscono nelle stanze prova, quelle piene di spuntoni, lame rotanti, piattaforme posizionate nei modi più assurdi e quant'altro, che richiedono volutamente una certa pratica con le abilità del principe per essere superare e che ne mostrano tutta la ginnicità. La maggiore mobilità, inoltre, comporta anche la presenza di livelli dal respiro più ampio, studiati proprio per magnificare le capacità del protagonista.

Miniature persiane

Graficamente è più bello di ciò che sembra: giocato rende molto di più
Graficamente è più bello di ciò che sembra: giocato rende molto di più

Pur essendo The Rogue Prince of Persia in accesso anticipato, vale la pena di spendere due parole sullo stile grafico scelto dagli sviluppatori, ispirato a quello delle miniature persiane, che ha lasciato interdetti molti osservatori, compreso chi scrive (almeno inizialmente). In realtà dopo qualche ora di gioco dobbiamo in buona parte ricrederci, perché rende davvero bene e contribuisce non poco a creare l'identità dell'opera. Inoltre, la stilizzazione dei fondali è funzionale alla lettura dell'azione, essenziale per non rendere di difficile utilizzo l'abilità del principe di correre sulle pareti. È abbastanza chiaro, quindi, che certe scelte siano state fatte in funzione di altri sistemi e, in questo senso, possiamo dire che sembrano ottimali, ossia che riescano molto bene nei loro intenti. Il che è segno di una certa cura nel creare un'esperienza che non lasci niente al caso.

Sì, The Rogue of Prince of Persia somiglia a Dead Cells, ma allo stesso tempo pare avere tanti elementi unici che lo rendono appetibile proprio da chi ha spolpato il gioco di Motion Twin. Insomma, ci troviamo di fronte a quella che sembra essere un'ottima reinterpretazione del sotto genere dei roguevania, con oltretutto uno scenario affascinante e ben sfruttato. Chiarito questo, è giusto anche spendere due parole sulla serie da cui nasce, ossia quella Prince of Persia: Evil Empire l'ha sfruttata in diversi modi per dare varietà ai sistemi di gioco e per creare delle meccaniche uniche, il che non è male. Certo, non aspettatevi un'esperienza canonica, perché rimarrete delusi. Qui "Prince of Persia" è soprattutto un pretesto per posizionare il gioco, non certo il fine ultimo. In ultima istanza se ne sente l'odore, ma finisce lì. Detto questo, The Rogue Prince of Persia cerca in tutti i modi di essere in qualche modo coerente con la serie, sforzo che sembra aver comunque ripagato. Vi sapremo comunque ridire quando arriveranno i futuri aggiornamenti se le impressioni avute dopo aver provato il primo atto saranno confermate dal gioco completo.

CERTEZZE

  • Somiglia molto, ma è anche diverso da Dead Cells
  • Lato visivo azzeccato
  • Sistemi di movimento e di combattimento ben studiati

DUBBI

  • È diverso, ma somiglia anche molto a Dead Cells
  • Di Prince of Persia c'è solo l'odore